Gli Stati Uniti hanno compiuto un attacco con i droni in Venezuela
È avvenuto la settimana scorsa in segreto: ha colpito un porto e a farlo è stata con ogni probabilità la CIA

La scorsa settimana gli Stati Uniti hanno compiuto un attacco con dei droni contro un porto del Venezuela: è la prima volta che viene colpito un obiettivo sul suolo venezuelano da quando l’amministrazione di Donald Trump ha iniziato, a settembre, a condurre una serie di operazioni per rovesciare il regime del presidente venezuelano Nicolás Maduro.
L’attacco è stato compiuto in gran segreto e non è stato pubblicizzato dal governo statunitense: Trump l’aveva citato in un’intervista radiofonica venerdì scorso dicendo che era avvenuto due giorni prima, ma senza fornire dettagli, e il suo commento non aveva attirato molta attenzione. Lunedì a Mar-a-Lago, la residenza di Trump in Florida, a domanda diretta di un giornalista aveva confermato che gli Stati Uniti avevano attaccato «l’area portuale dove vengono caricate le navi con la droga» ma si era rifiutato di dare altre informazioni. Il governo venezuelano non ha confermato, né commentato le dichiarazioni di Trump, ma il fatto che un attacco sia avvenuto è stato ricostruito da diverse testate statunitensi.
La prima a farlo è stata martedì CNN, che ha parlato con diverse fonti interne al governo statunitense, che sono rimaste anonime. Secondo quanto riferito, l’attacco ha colpito un molo remoto sulla costa venezuelana che il governo degli Stati Uniti riteneva fosse utilizzato dal gruppo criminale venezuelano Tren de Aragua per immagazzinare e spedire droghe illegali. Nessuno sarebbe stato presente nella struttura al momento in cui è stata colpita e quindi non ci sarebbero state vittime.
L’attacco è stato con ogni probabilità condotto dalla CIA, la principale agenzia di intelligence statunitense per l’estero, che negli scorsi mesi Trump aveva autorizzato a pianificare degli eventuali attacchi sul territorio venezuelano. Durante l’amministrazione di Barack Obama, la CIA conduceva regolarmente attacchi con droni in una serie di paesi, fra cui il Pakistan, lo Yemen, e la Somalia, ma negli ultimi anni non erano più state registrate operazioni di questo tipo.
Da settimane Trump minacciava di iniziare a compiere attacchi sul suolo venezuelano, dopo aver ordinato, tra le altre cose, di ammassare navi e mezzi militari al largo delle coste del paese e di bombardare decine di barche di presunti narcotrafficanti, uccidendo più di 80 persone. Nell’ultima settimana aveva iniziato a concentrarsi sul petrolio venezuelano, da cui il paese dipende economicamente, sequestrando delle petroliere al largo delle sue coste e ordinando un blocco navale a tutte le navi sanzionate che passano dal Venezuela. Gli Stati Uniti sostengono inoltre che Maduro sia a capo di un’organizzazione di narcotrafficanti chiamata Cártel de los Soles, sulla cui esistenza ci sono molti dubbi.
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