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  • Lunedì 29 dicembre 2025

Per la Corte Costituzionale la legge della Toscana sul suicidio assistito è sostanzialmente legittima

È stato in gran parte respinto il ricorso del governo, ma sono state anche indicate diverse correzioni da fare

La raccolta firme promossa dall'Associazione Luca Coscioni per chiedere l'approvazione di una legge sul suicidio assistito a Milano, 26 giugno 2025 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
La raccolta firme promossa dall'Associazione Luca Coscioni per chiedere l'approvazione di una legge sul suicidio assistito a Milano, 26 giugno 2025 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
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La Corte Costituzionale ha stabilito che è legittima la legge della Toscana per regolamentare il suicidio assistito, la pratica con cui a certe condizioni ci si può somministrare autonomamente un farmaco per morire. Ne ha però dichiarato illegittime alcune parti, che riguardano soprattutto le competenze della regione, i tempi e i modi di accesso al suicidio assistito: andranno corrette affinché la legge possa rimanere valida.

È una sentenza importante, perché implicitamente stabilisce che le regioni, entro certi termini, possono legiferare autonomamente su questo tema: contraddice quindi in gran parte il ricorso del governo contro la legge della Toscana, che sosteneva invece che non fosse una competenza regionale. Quella della Toscana è la prima legge regionale sull’argomento, introdotta per sopperire alla mancanza di una legge nazionale in materia.

Più nel dettaglio la Corte Costituzionale contesta alcuni articoli della legge regionale che sconfinano in ambiti di competenza nazionale, e altri che stabiliscono i tempi di accesso al suicidio assistito. Per esempio l’articolo 2 della legge regionale individua i requisiti per l’accesso al suicidio assistito facendo direttamente riferimento a due sentenze della Corte stessa: la Corte Costituzionale dice che è illegittimo perché le regioni non possono «cristallizzare nelle proprie disposizioni principi ordinamentali affermati da questa Corte», perché spetta allo Stato.

La Corte contesta poi altri articoli, per esempio parti del 5 e del 6, perché prevedono tempi per verificare i requisiti di accesso al suicidio così stringenti che secondo la Corte non consentono di considerare in modo adeguato le alternative. Come fanno notare Filomena Gallo e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni, sono rilievi tecnici che «non escludono né il dovere del Servizio sanitario [nazionale] di rispondere alle richieste delle persone, né la necessità che le amministrazioni sanitarie operino comunque in tempi certi, ragionevoli e compatibili con la tutela della dignità e della salute dei pazienti».

Riassumendo, la sentenza della Corte Costituzionale dice sostanzialmente che la Regione Toscana era legittimata a fare una legge sul suicidio assistito, sebbene non ci sia ancora una legge nazionale che disciplini in modo uniforme l’accesso alla procedura.

Dopo essere entrata in vigore lo scorso 11 febbraio, a maggio la legge toscana era stata impugnata dal governo, che aveva sollevato un conflitto di competenze e rivendicato il suicidio assistito come un tema su cui legiferare a livello statale e non regionale. La sentenza dovrebbe quindi valere in modo simile anche per una legge analoga approvata a settembre dalla Sardegna che il governo aveva detto di voler impugnare, e verosimilmente spingerà anche altre regioni ad adottare norme analoghe in autonomia, visti i ritardi e l’inconcludenza del parlamento.

In Italia il suicidio assistito è legale in virtù di un’altra sentenza della Corte Costituzionale del 2019: non esiste però una legge approvata dal parlamento che stabilisca i tempi, le modalità e le condizioni con cui questa procedura dovrebbe avvenire. Per questo alcune regioni si sono mosse autonomamente, così da poter gestire in modo più efficiente i casi di suicidio assistito che vengono sottoposti alle aziende sanitarie locali: possono farlo perché la sanità è in parte una competenza regionale, anche se la questione è appunto dibattuta.

I partiti di destra e centrodestra al governo si sono sempre dichiarati contrari al suicidio assistito e cercano di ostacolare da tempo i tentativi delle regioni come Toscana e Sardegna, amministrate da giunte di centrosinistra, di dotarsi in maniera autonoma di una legge per regolamentare la pratica.

Mentre la Corte decideva sulla sua costituzionalità, la legge toscana è rimasta in vigore. Nel corso di questi mesi due persone hanno fatto ricorso al suicidio assistito in Toscana: un 64enne di Siena a giugno e un 40enne a settembre. Il tribunale di Firenze aveva trovato una soluzione anche per “Libera” (nome di fantasia), una donna autorizzata ad accedere al suicidio assistito ma impossibilitata ad autosomministrarsi il farmaco letale perché paralizzata dal collo in giù.