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  • Lunedì 29 dicembre 2025

Cristian Chivu forse è quello giusto per l’Inter

Era arrivato a sorpresa, tra tanti dubbi e con poca esperienza da allenatore: finora sta andando bene

L'allenatore rumeno dell'Inter Cristian Chivu festeggia con il suo centrocampista Nicolò Barella dopo una vittoria di campionato, 14 dicembre 2025 (Simone Arveda/Getty Images)
L'allenatore rumeno dell'Inter Cristian Chivu festeggia con il suo centrocampista Nicolò Barella dopo una vittoria di campionato, 14 dicembre 2025 (Simone Arveda/Getty Images)

Domenica sera l’Inter ha vinto contro l’Atalanta nella Serie A maschile di calcio ed è così riuscita a mantenere il primo posto in classifica. A due partite dalla fine del girone d’andata l’Inter ha un punto di vantaggio sul Milan e due sul Napoli, squadra campione in carica. In campionato l’Inter ha vinto finora 12 partite su 16 e arriva da una buona serie di quattro vittorie consecutive. Oltretutto, è la prima volta in stagione che l’Inter riesce a mantenere il primo posto per più di una giornata: una cosa non semplice da fare in questo campionato, che fino ad ora è stato molto equilibrato e combattuto, con diverse squadre che si sono alternate al primo posto.

Non è una sorpresa vedere l’Inter in queste posizioni, ma nemmeno è scontato. Pur avendo una rosa simile a quella degli ultimi due anni, in cui era stata tra le squadre più dominanti in Italia e in Europa, per l’Inter questa stagione era iniziata in condizioni poco favorevoli. Con un campionato perso all’ultima giornata e una Champions League persa in finale 5 a 0, la scorsa stagione era stata sfiancante e demoralizzante. E in estate Simone Inzaghi, l’allenatore che aveva avuto un ruolo importante nei risultati degli ultimi anni, era stato sostituito dal rumeno Cristian Chivu, molto meno esperto e considerato quasi un ripiego, una seconda scelta presa più che altro per assenza di alternative e relativa urgenza di trovare un allenatore che prendesse il posto di Inzaghi.

Eppure l’Inter – che aveva pure iniziato male questo campionato, perdendo la seconda e la terza partita contro Udinese e Juventus – sta andando bene, seppur con qualche passo falso. Ha vinto 11 delle sue ultime 13 partite di Serie A, perdendo solo contro Napoli e Milan, due dirette contendenti per lo scudetto. A oggi, l’Inter ha anche il miglior attacco e una delle migliori difese del campionato: ha subito 14 gol (la Roma, la squadra con la miglior difesa, ne ha subiti 10).

Buona parte del merito è di Chivu, che in poco tempo – e dopo aver allenato il Parma giusto per alcune partite – quest’anno è riuscito a far restare l’Inter la squadra solida che era stata negli ultimi anni, aggiungendo comunque qualcosa di suo al gioco della squadra. Secondo il telecronista e commentatore Stefano Borghi, nonostante la sua limitatissima esperienza ad alti livelli Chivu è riuscito a rendersi subito un allenatore «credibile»: sia all’esterno, parlando poco degli errori arbitrali e ammettendo i difetti della sua squadra; sia all’interno, dimostrando cioè grande carisma e capacità di motivare i giocatori dopo il deludente finale della passata stagione.

In questo contesto, e con una squadra piuttosto anziana, da molti considerata “a fine ciclo”, un ruolo importante lo ha avuto anche la sua tendenza a coinvolgere maggiormente tutti i giocatori a disposizione, evitando di affidarsi a pochi e fidati “titolarissimi”, come invece tendeva a fare Inzaghi.

Dopo la vittoria contro l’Atalanta lo ha confermato il centrocampista polacco Piotr Zieliński: è all’Inter dall’anno scorso, ma quest’anno sta giocando di più, e ha detto di Chivu: «ci trasmette fiducia e ci fa credere che molti di noi possano essere titolari».

C’è anche da dire che i pochi calciatori che sono arrivati (o tornati) in estate stanno permettendo a Chivu di avere, almeno in attacco, alternative che lo scorso anno Inzaghi non aveva. La coppia titolare di attaccanti rimane quella composta dall’argentino Lautaro Martínez e dal francese Marcus Thuram, ai quali però si sono aggiunti in questa stagione il 22enne Ange-Yoan Bonny, che l’anno scorso giocava con Chivu al Parma, e il 20enne Pio Esposito, che da due anni era in prestito allo Spezia.

Chivu è stato bravo anche a non stravolgere il gioco degli anni precedenti (che funzionava e che i suoi calciatori conoscevano bene), limitandosi piuttosto a correggerlo sotto alcuni aspetti. Il modulo di partenza è restato il 3-5-2 e l’Inter continua a essere una squadra che gestisce bene il pallone e costruisce con buona efficacia le azioni. Ma rispetto agli anni con Inzaghi in questa stagione la squadra cerca qualche passaggio verticale in più, con l’obiettivo di raggiungere più velocemente la porta avversaria.

L’Inter ha anche una difesa più alta, cioè più distante dalla propria porta, e più aggressiva. È una tattica propositiva, ma anche rischiosa, perché si è più soggetti a possibili azioni in contropiede. L’Inter, però, se la può permettere perché ha difensori generalmente attenti ed esperti, a cui in estate si è aggiunto lo svizzero Manuel Akanji, arrivato dal Manchester City di Pep Guardiola, uno dei migliori allenatori di sempre.

Manuel Akanji in scivolata durante Inter-Liverpool di Champions League, 9 dicembre 2025 (Pier Marco Tacca/Getty Images)

Insomma, quest’anno Chivu è stato bravo a trovare la giusta continuità con il passato, che dopotutto era il motivo per cui era stato scelto dall’Inter. Nonostante avesse allenato pochissimo in Serie A e mai in Champions League, Chivu conosceva già bene l’Inter (oltre ad aver allenato le squadre giovanili ci giocò pure, tra il 2007 e il 2014, vincendo tutto) e al Parma, dove allenava prima, aveva dimostrato qualche affinità tattica con Inzaghi. Ma non era appunto scontato che si sarebbe adattato così bene e così rapidamente al gioco e alle ambizioni di una grande squadra come l’Inter.

Tuttavia l’Inter di Chivu ha anche i difetti della gestione di Inzaghi (prime tra tutti, alcune notevoli disattenzioni difensive) e, per ora, ha perso più partite rispetto alla scorsa stagione. Questa cosa vale sia per il campionato che per la Champions League, dove l’Inter, pur essendo sesta nella fase a campionato – che è un buon risultato, dato che le permetterebbe di accedere direttamente agli ottavi di finale – ha perso le partite più importanti, giocate contro Liverpool e Atletico Madrid.

A gennaio, poi, l’Inter dovrà affrontare partite altrettanto complicate e cruciali. In campionato giocherà contro il Bologna (il 4 gennaio) e il Napoli (l’11 gennaio); e in Champions League se la vedrà con l’Arsenal (il 20 gennaio) e il Borussia Dortmund (il 28). La partita contro il Bologna non sarà determinante – siamo ancora a metà stagione – ma sarà sicuramente utile per valutare le reali dimensioni e l’atteggiamento della squadra, che proprio contro il Bologna è stata eliminata di recente dalla Supercoppa italiana.