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  • Sabato 27 dicembre 2025

La Polonia aumenterà le sue difese antiaeree contro la Russia

Con un sistema che dovrebbe contrastare nuovi sconfinamenti di droni russi nel suo spazio aereo, e costare 2 miliardi di euro

Veicoli blindati al confine tra Polonia e Bielorussia vicino a Polowce-Pieszczatka, in Polonia, a ottobre del 2025 (AP Photo/Rafal Niedzielski)
Veicoli blindati al confine tra Polonia e Bielorussia vicino a Polowce-Pieszczatka, in Polonia, a ottobre del 2025 (AP Photo/Rafal Niedzielski)
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Questa settimana la Polonia ha iniziato a installare un nuovo sistema antiaereo sul suo confine orientale per difendersi da nuove eventuali incursioni di droni russi nel suo spazio aereo: lo scorso settembre l’esercito polacco aveva abbattuto alcuni droni russi che erano entrati nei confini del paese, danneggiando degli edifici. Al tempo il ministro degli Esteri, Radosław Sikorski, aveva detto che si trattava di droni senza munizioni, e li aveva descritti come un tentativo della Russia di mettere alla prova le capacità di risposta della Polonia. Nello stesso periodo alcuni droni russi o non identificati erano entrati nello spazio aereo di diversi altri paesi europei.

Intervistato dal Guardian questa settimana, il viceministro della Difesa polacco Cezary Tomczyk ha detto che il sistema inizierà a essere operativo entro i prossimi sei mesi, ma che ci vorranno circa due anni per completarlo. Includerà diversi livelli di difesa, fra cui mitragliatrici, cannoni, missili e sistemi per disturbare e intercettare i droni: alcuni verranno attivati solo in caso di invasione o guerra, mentre altri verranno usati anche in tempo di pace. È un progetto per certi versi simile a quello che alcuni leader europei avevano proposto di implementare a livello europeo lo scorso ottobre, dopo i primi sconfinamenti dei droni russi, ma farlo è complicato.

– Leggi anche: Cos’è questo “muro di droni” che vorrebbe creare l’Unione Europea

Il progetto polacco dovrebbe costare più di 2 miliardi di euro e la Polonia intende finanziarlo in parte con fondi pubblici e in parte attraverso il programma europeo di investimenti militari Security Action for Europe (SAFE), che permette agli stati membri di ottenere dei prestiti molto vantaggiosi per investimenti sulla sicurezza. Dopo che il programma era stato approvato, lo scorso maggio, la Polonia era stata il paese che aveva chiesto il prestito maggiore, ossia 45 miliardi, circa un terzo del totale messo a disposizione dall’Unione.

Nell’ultimo anno il governo polacco ha annunciato che porterà la spesa militare al 4,7 per cento del Prodotto interno lordo (PIL), uno dei tassi più alti dell’Unione Europea, e un piano per ottenere l’esercito più grande d’Europa, in risposta alla minaccia della Russia. Il governo polacco ha detto che nei prossimi mesi verranno ulteriormente rinforzati anche i controlli di terra sul confine con la Russia e la Bielorussia, che è già uno dei più presidiati dell’Unione Europea (più di 6mila soldati sono rimasti in servizio anche la notte di Natale).

Tra il 2021 e il 2022 il governo polacco fece costruire una barriera di 187 chilometri, che per lunghi tratti è un vero e proprio muro. Dal 2021 i flussi migratori verso la Polonia sono in aumento e il paese accusa il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, stretto alleato del regime russo di Vladimir Putin, di usare i migranti come strumenti di una “guerra ibrida”, ossia di incoraggiarli ad andare in Bielorussia e da lì entrare nell’Unione Europea, con l’intenzione di sfruttare l’ostilità verso i flussi migratori per creare instabilità. Questo meccanismo è stato confermato da varie inchieste giornalistiche.

– Leggi anche: I tunnel tra Bielorussia e Polonia usati dalle persone migranti