A Betlemme è tornato il Natale
Per la prima volta dall'inizio della guerra a Gaza ci sono decorazioni e celebrazioni pubbliche, ma mancano i turisti

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Quest’anno la comunità cristiana di Betlemme, in Cisgiordania, è tornata a festeggiare pubblicamente il Natale per la prima volta dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza: nel 2023 e nel 2024 le autorità locali avevano deciso di sospendere le celebrazioni, come forma di solidarietà alla popolazione palestinese della Striscia.
Betlemme è uno dei luoghi sacri più importanti per i cristiani, perché si ritiene che lì sia nato Gesù. Fino a prima della pandemia di Covid-19 era visitata ogni anno da migliaia di persone, e il turismo dava un apporto economico fondamentale agli abitanti. I flussi però non sono mai ripresi, e anche quest’anno ci saranno pochi visitatori. Nonostante questo, la decisione di riprendere le celebrazioni è legata alla tenuta del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, iniziato lo scorso 10 ottobre (comunque molto precaria, e Israele non ha mai del tutto interrotto gli attacchi a Gaza).
I reportage di vari giornali internazionali hanno raccontato che, a differenza degli scorsi due anni in città sono tornati i mercatini, le decorazioni e le luminarie. In un momento assai simbolico, lo scorso 6 dicembre era stato acceso l’albero di Natale in piazza della Mangiatoia, di fronte alla basilica della Natività, costruita sopra la grotta in cui si crede sia nato Gesù. Ci sono state anche parate e manifestazioni, tra cui la tradizionale processione del 24 dicembre da Gerusalemme alla città, guidata dal patriarca di Gerusalemme, l’italiano Pierbattista Pizzaballa.

La cerimonia dello scorso 6 dicembre, a Betlemme (AP Photo/Mahmoud Illean)
Secondo l’amministrazione locale di Betlemme – che fa capo all’Autorità nazionale palestinese, l’entità parastatale che governa in maniera semiautonoma alcune zone della Cisgiordania – il turismo vale circa l’80 per cento dell’economia della città. Negli ultimi anni le ripercussioni della guerra sono state parecchio pesanti: la disoccupazione è passata dal 15 al 65 per cento e se ne sono andate 4mila persone su una popolazione di 32mila, sempre secondo i dati del municipio.
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Anche per questo il ritorno dei turisti, e insieme a loro di una parvenza di normalità, è atteso. Molti hotel hanno finalmente registrato nuove prenotazioni dopo due anni di assenze, ma ristoranti e negozi di souvenir finora sono rimasti perlopiù vuoti.
Il frate francescano Marcelo Ariel Cicchinelli ha raccontato al quotidiano spagnolo El País che in questo momento la maggior parte dei visitatori la maggior parte dei visitatori «sono persone di fede, non turisti normali. Perché chi viene qui rischia, ha paura per le notizie che gli arrivano e non sa che situazione troverà».
Raggiungere la città è complicato non solo per i turisti, ma anche per gli altri abitanti palestinesi della Cisgiordania, a causa dei tanti posti di blocco dell’esercito israeliano. Nell’ultimo anno sono diventati più frequenti e più violenti gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi: i palestinesi: nella zona di Betlemme nei soli mesi autunnali ce ne sono stati più che nell’intero 2024 (sono state ferite 59 persone).
Gli attacchi avvengono con la protezione del governo israeliano di estrema destra, che nel 2025 ha approvato la più grande espansione di colonie degli ultimi decenni (l’ultimo caso è stata la scorsa domenica). La costruzione di colonie è lo strumento attraverso cui Israele occupa illegalmente la Cisgiordania. Il governo israeliano peraltro danneggia l’economia della Cisgiordania e in vari modi e da mesi trattiene i fondi che dovrebbe versare all’Autorità nazionale palestinese.

Due ragazze si fanno scattare una foto in piazza della Mangiatoia a Betlemme, il 16 dicembre (AP Photo/Mahmoud Illean)
In questa situazione, la ripresa delle celebrazioni natalizie è vista come un segno di speranza da una parte della popolazione. Il sindaco di Betlemme, Maher Nicola Canawati, ci si è soffermato in varie interviste ai media internazionali: «Dopo due anni di silenzio, abbiamo deciso di riaccendere la speranza e lo spirito natalizio per rafforzare la resilienza della gente. Molta ha perso la speranza e, quando succede, è la fine».
Betlemme è una delle città in cui vivono più palestinesi cristiani, assieme a Ramallah e Gerusalemme. I palestinesi cristiani sono una delle comunità più antiche all’interno del cristianesimo e oggi rappresentano circa il 2 per cento della popolazione totale palestinese.
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