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  • Giovedì 25 dicembre 2025

A Mogadiscio ci sono le elezioni locali, ed è una novità

È una delle rarissime elezioni a suffragio universale organizzate in Somalia da quasi sessant'anni

Un volontario del Partito per la Giustizia e la Solidarietà (JSP) distribuisce materiale elettorale a Mogadiscio, il 22 dicembre 2025 (EPA/SAID YUSUF WARSAME)
Un volontario del Partito per la Giustizia e la Solidarietà (JSP) distribuisce materiale elettorale a Mogadiscio, il 22 dicembre 2025 (EPA/SAID YUSUF WARSAME)
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Giovedì a Mogadiscio, la capitale della Somalia, si vota per le elezioni locali. È un evento in qualche modo storico, perché sono le prime elezioni universali dirette organizzate in città in quasi sessant’anni.

Nelle elezioni universali dirette tutti gli elettori votano per eleggere, per l’appunto, direttamente i propri rappresentanti politici. A Mogadiscio e in gran parte della Somalia questo non accade dal 1969, quando ci fu un colpo di stato. Ci sono state alcune eccezioni in tempi più recenti: per esempio, lo stato di Puntland ha organizzato elezioni locali dirette nel 2021 e nel 2023, e anche lo stato di Somaliland ha organizzato elezioni dirette. La Somalia è uno stato federale, composto cioè a sua volta da più stati federati. Lo stato di Somaliland si è dichiarato indipendente nel 1991, ma non è riconosciuto dalla comunità internazionale.

Nell’ottobre del 1969 in Somalia ci fu un colpo di stato, che servì a instaurare un regime autoritario guidato da militari, durante il quale le elezioni vennero sospese. Dopo la fine del regime e dopo anni di guerra civile, il paese iniziò un processo di democratizzazione. Dal 2004 in Somalia si svolgono elezioni, che però non sono né universali né dirette. La società somala, infatti, è organizzata attorno a grandi clan familiari (i principali sono quattro: Hawiye, Darod, Rahanweyn e Dir), e sono i rappresentanti di questi clan a scegliere i rappresentanti politici, a livello nazionale e locale.

A Mogadiscio vivono circa 2 milioni di persone, e per votare alle elezioni di giovedì si sono registrati in più di 500mila. Gli elettori votano per eleggere i parlamenti dei sedici distretti in cui è suddivisa la città, e questi a loro volta eleggeranno il sindaco. Fino a oggi era nominato direttamente dal presidente della Somalia.

In vista del voto a Mogadiscio il governo ha approvato misure di sicurezza eccezionali, schierando più di 10mila poliziotti. Ha anche imposto limitazioni al traffico di persone e automobili in tutta la città. In Somalia ci sono grossi problemi di sicurezza, principalmente per via degli attacchi contro il governo del gruppo al Shabaab, affiliato al gruppo terrorista islamico al Qaida. Fino a questo momento comunque non ci sono notizie di incidenti. Diversi giornali hanno descritto lunghe code in attesa ai seggi elettorali, fin dal primo mattino.

Le elezioni di oggi sono state boicottate da diversi partiti dell’opposizione, che hanno accusato il governo di averli esclusi dal processo elettorale, e di avere organizzato le elezioni in modo da favorire i propri candidati.

Da un po’ di tempo in Somalia si discute di superare il sistema basato sui clan, che è comunemente noto come “sistema 4.5”, per introdurre un sistema basato sul suffragio universale, dove tutti i cittadini somali possono votare direttamente per eleggere i propri rappresentanti. Le elezioni di oggi a Mogadiscio sono considerate un test importante in preparazione delle prime elezioni nazionali a suffragio universale dopo il 1969, che dovrebbero tenersi nel 2026 per eleggere il presidente e il parlamento federale, ma che non sono comunque ancora certe, a causa di disaccordi tra i principali partiti della Somalia.