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  • Martedì 23 dicembre 2025

Il governo israeliano ha deciso di chiudere la radio dell’esercito

È una delle più popolari del paese e ha indipendenza editoriale: secondo le opposizioni è un altro tentativo di indebolire la libertà di stampa

Soldati israeliani durante un'operazione a Tubas, in Cisgiordania, a fine novembre (AP Photo/Majdi Mohammed)
Soldati israeliani durante un'operazione a Tubas, in Cisgiordania, a fine novembre (AP Photo/Majdi Mohammed)
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Il governo israeliano ha deciso di chiudere Galei Zahal (GLZ), la radio controllata dall’esercito, fondata nel 1950 (due anni dopo la nascita dello stato di Israele) e diventata una delle più popolari del paese. Il ministro della Difesa, l’ultranazionalista Israel Katz, che ne ha proposto la chiusura, sostiene che sia un’emittente faziosa che spesso trasmette contenuti «politici e divisivi  non allineati con i valori dell’esercito».

Nonostante sia controllata dall’esercito, a GLZ lavorano civili e militari e la radio è indipendente dal punto di vista editoriale. L’emittente è considerata piuttosto imparziale e oggettiva, e consente il dibattito tra opinioni differenti. In passato ha anche trasmesso contenuti critici nei confronti del governo e dell’esercito israeliano, e Katz non è il primo politico che l’ha criticata. È uno dei due media che ricevono fondi pubblici: l’altro è KAN, che ha un’emittente televisiva, varie stazioni radio e prodotti digitali.

Secondo la decisione presa dal governo GLZ smetterà di operare il 1° marzo del 2026. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha appoggiato la chiusura sostenendo che l’esistenza di una radio controllata dai militari sia incompatibile con una democrazia. Altri paesi democratici hanno radio gestite dalle forze armate, ma trasmettono contenuti perlopiù di intrattenimento destinati ai militari e alle loro famiglie, e non sono radio generaliste che producono programmi per il grande pubblico e si occupano di informazione.

La decisione di chiudere GLZ è stata molto criticata dall’opposizione e da diversi esperti e organismi per la difesa della libertà di stampa, tra cui il Consiglio della stampa israeliano e l’Unione dei giornalisti israeliani, che hanno detto che presenteranno un ricorso alla Corte Suprema. Anche il procuratore generale israeliano ha criticato la decisione, sostenendo che il governo non abbia l’autorità per chiudere GLZ e che una decisione di questo tipo possa essere presa solo dal parlamento.

Negli ultimi anni, e soprattutto dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, il governo israeliano ha approvato varie misure per ridurre la libertà di stampa. Tra le altre cose, nel 2024 il governo ha fatto approvare in parlamento una legge che gli permette di bandire i media stranieri se i loro contenuti mettono a rischio la sicurezza nazionale, una definizione piuttosto ampia che ha permesso, per esempio, di proibire le trasmissioni di Al Jazeera, un’emittente araba che era stata una delle pochissime a operare dalla Striscia di Gaza. La legge all’inizio prevedeva che questi poteri fossero temporanei: lunedì 22 dicembre, però, il parlamento ha votato per estenderli fino al 2027.

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