Opinioni forti in metropolitana
Uno dei format di interviste più popolari del momento ospita sia persone comuni sia celebrità, e inizia sempre con la stessa domanda

«Allora, qual è la tua opinione?». «Andare in paradiso farebbe schifo». «Sono in disaccordo al 100%». «Sarebbe bello per un po’… ma ci devi rimanere per sempre.» «Ma puoi fare quello che vuoi in paradiso, puoi volare». «Sì, ma puoi fare tutto quello che vuoi per sempre, quindi dopo un po’ sarebbe noioso e diventerebbe un inferno». Ogni puntata di SubwayTakes, il format di video pubblicati sui social dal comico statunitense Kareem Rahma, segue un canovaccio simile, e ha la stessa ambientazione: i vagoni della metropolitana di New York. In un paio d’anni, è diventato uno dei canali di interviste più seguiti e influenti al mondo, al quale vogliono partecipare anche i candidati presidenti.
Rahma inizia ogni intervista con la stessa formula: «So, what’s your take?», ovvero «Allora, qual è la tua opinione?». Ad esprimerla all’inizio erano persone comuni, ma con l’aumentare della popolarità del format è sempre più probabile vedere celebrità molto famose, con le quali registra episodi più lunghi chiamati SubwayTakes Uncut: tra cui la cantante catalana Rosalía, l’attrice Cate Blanchett, la scienziata Jane Goodall (la cui puntata dura più di un’ora), l’attuale sindaco di New York Zohran Mamdani e il candidato a vice presidente Tim Walz.
L’opinione da cui parte la conversazione con Rahma è sempre perentoria, a volte molto specifica e strana, spesso provocatoria e impopolare, essenzialmente divertente. E Rahma è molto abile a rispondere a tono, mettendo subito in chiaro se è «d’accordo al 100%» o «in disaccordo al 100%». La forza del format sta poi nel fatto che gli ospiti sono selezionati in modo che siano bravi e spassosi ad argomentare la loro posizione, rincarando la dose.
I temi affrontati nella serie possono essere molto leggeri, spesso ironici e legati a situazioni quotidiane o di discussione comune – come “New York è meglio di Londra”, “il coriandolo sa di sapone”, “i telefoni non dovrebbero avere una cover”, “tutti i film dovrebbero durare al massimo un’ora e mezza” – e a volte la discussione che si sviluppa è volutamente assurda. Ma altre volte Rahma e gli ospiti trattano questioni più serie legate alla politica e alla società: come “i miliardari non dovrebbero esistere” e “l’assicurazione sanitaria negli Stati Uniti non dovrebbe essere un lusso”.
Rahma ha raccontato in un’intervista con la comica inglese Amelia Dimoldenberg che è successo in pochissime occasioni di non pubblicare un video perché i temi trattati erano troppo politici o perché il video era risultato potenzialmente fraintendibile. Uno di questi è stata l’intervista con l’ex vice presidente Kamala Harris: Rahma aveva raccontato che era stato uno scambio «troppo confuso e strano, non buono», e entrambe le parti avevano convenuto di non pubblicarlo.
Il seguito di SubwayTakes sui social è vastissimo – su TikTok il profilo è seguito da 1,3 milioni di utenti, su Instagram da 1,8 milioni – e i video, che da qualche tempo vengono pubblicati tutti i giorni, sono quasi 600. Ad aumentare la visibilità del podcast ha contribuito la viralità delle puntate con gli ospiti famosi e le loro opinioni più divertenti: l’attrice Cate Blanchett ha riproposto il suo cavallo di battaglia secondo cui i soffiatori di foglie dovrebbero essere eliminati dalla faccia della terra, il cantante Lil Nas X sostiene che le coppie dovrebbero dormire in camere separate e l’attore Jason Bateman che i cani dovrebbero indossare le scarpe, esattamente come gli esseri umani. Tra gli altri che hanno partecipato ci sono stati il regista Spike Lee, gli attori Woody Harrelson, Rachel Sennott, Austin Butler, John C. Reilly e il comico Bill Burr.
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Il programma, ha detto Rahma, nacque con l’obiettivo di creare un prodotto molto economico in un momento in cui lui e il suo socio Andrew Kuo avevano «solo 10mila dollari in banca» e non avevano «i soldi per un podcast girato in uno studio». Ora è talmente famoso che è diventato di fatto una specie di talk show girato in metropolitana, e non solo in quella di New York: sono state registrate delle puntate in quella di Chicago, Londra, Parigi e Berlino, in cui gli argomenti di conversazione hanno riguardato varie specificità locali.
La serie funziona anche perché lo schema è molto meno rigido di quello di un programma televisivo, e l’imprevedibilità rende il prodotto ancora più apprezzato. Rahma, che la scorsa settimana è stato uno degli ospiti del famoso programma serale di Seth Meyers, ha raccontato che capita anche che i passeggeri intorno a lui e alla persona intervistata intervengano per dare la loro opinione su quell’argomento, e a quel punto Rahma passa loro il piccolo microfono e questi partecipano alla puntata. È successa una cosa molto simile in un episodio degli ultimi giorni, quando diverse persone si sono caoticamente unite a una conversazione su varie teorie legate all’esistenza dei dinosauri.
Nelle tante interviste che Rahma ha dato negli anni non ha spiegato precisamente se i passeggeri comuni che compaiono in SubwayTakes siano selezionati in anticipo in qualche modo o se vengono effettivamente cercati sulla metro. Verrebbe da pensare che ci sia sempre una qualche forma di preparazione e di copione, vista la fluidità e l’efficacia delle discussioni, sempre acute, divertenti, decise.
Tuttavia esiste un video “dietro le quinte” girato da uno dei partecipanti delle puntate sulla metro di Londra nel 2024 che mostra come Rahma prenda la metro con un gruppetto di persone, scelga dei posti a sedere e poi a turno ne intervisti una per volta. Gli ospiti noti, spesso comici o content creator, sono comunque diventati la maggioranza con il passare del tempo.
Come tanti contenuti che circolano sui social negli Stati Uniti, diversi content creator hanno provato a replicarli in altri posti del mondo: in Italia per esempio esiste un format simile del content creator Giovane Tony (Antonio Giorgino) che si chiama Opinioni da bar, in cui gli intervistati non sono in metro ma appunto, seduti al bar.
SubwayTakes non è il primo programma di successo a cui ha lavorato Kareem Rahma. In Keep the meter running, un altro format video sempre registrato a New York, saliva su un taxi chiedendo all’autista di portarlo nel suo posto preferito e di «tenere il tassametro acceso». Gli ospiti – cioè i tassisti e le tassiste – sono quasi sempre persone comuni, a parte quando in una puntata un taxi si è fermato per caricare anche Mamdani, che Rahma ha sostenuto alle ultime elezioni. Il video in cui lo ha anche intervistato per SubwayTakes cominciava con un’opinione spavalda di Mamdani («dovrei essere io il nuovo sindaco»), ed era stato uno dei contenuti di campagna elettorale diventati più virali negli scorsi mesi.
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