Nicolò Zaniolo, quando ormai non ce lo si aspettava
Dopo anni complicati, all'Udinese sta tornando a essere un calciatore determinante

Domenica pomeriggio l’Udinese ha battuto il Napoli per 1-0. Il gol decisivo, molto bello, lo ha segnato Jurgen Ekkelenkamp, ma tra i protagonisti della vittoria ancora una volta c’è stato Nicolò Zaniolo. A 26 anni, dopo due gravi infortuni e diverse stagioni piuttosto complicate, Zaniolo è tornato a essere un calciatore entusiasmante e decisivo, quando ormai quasi nessuno se lo aspettava. In questa stagione ha già segnato quattro gol in Serie A e uno in Coppa Italia, ma soprattutto sta giocando da trascinatore, facendo vedere almeno in parte il talento per cui sei-sette anni fa veniva considerato un predestinato (o addirittura Il Predestinato, con la P maiuscola).
Commentando la sua partita contro il Napoli Rivista Undici ha scritto: «Dopo aver messo a soqquadro quasi da solo la difesa dei campioni d’Italia lo si può dire, anzi quasi gridare: un Nicolò Zaniolo così non si vedeva dal 2019, prima della rottura del legamento crociato». Anche grazie alle sue prestazioni, l’Udinese è decima in classifica.
Nelle ultime due stagioni Zaniolo aveva giocato (poco) con l’Aston Villa, l’Atalanta e la Fiorentina, senza combinare niente di notevole. Si parlava di lui più che altro per i suoi comportamenti sopra le righe, ed erano sempre meno le occasioni in cui riusciva a farsi notare per le cose fatte in campo. Buona parte di media e opinione pubblica lo riteneva un «talento sprecato», oltre che compromesso dai gravi infortuni avuti dopo i vent’anni. Oggi, dopo quattro mesi all’Udinese, in molti ne chiedono la convocazione in Nazionale.
Non è un caso che Zaniolo sia «rinato» a Udine, un posto dove diversi calciatori hanno giocato le loro migliori stagioni, trovando meno pressioni rispetto ai grandi club e una squadra disposta ad assecondare il loro talento. Di recente è successo al francese Florian Thauvin, che era finito a giocare in Messico e che dopo l’Udinese è tornato a giocare in nazionale, e allo spagnolo Gerard Deulofeu, che con l’Udinese era diventato uno dei migliori giocatori del campionato (fino al grave infortunio). Prima di loro si possono citare il brasiliano Zico negli anni Ottanta, e Antonio Di Natale, 227 gol in 445 partite con l’Udinese, ma pure ottimi attaccanti come Oliver Bierhoff, Márcio Amoroso e Alexis Sánchez, che si sono affermati a Udine prima di trasferirsi altrove.
Dopo la partita contro il Napoli l’allenatore dell’Udinese Kosta Runjaić ha detto che Zaniolo è ben inserito nella squadra, connesso con i compagni e con i tifosi, e che può giocare ancora meglio di così. Lui stesso già un paio di mesi fa raccontava di stare «benissimo» a Udine. Lo si sta vedendo anche in campo, dove Zaniolo sta finalmente riuscendo a giocare con continuità e a mostrare le sue doti migliori: l’intensità fisica, l’abilità nel portare palla correndo in avanti e nel tenere in apprensione le difese avversarie con le sue giocate, la capacità di essere determinante vicino alla porta. È un calciatore che ha bisogno di sentirsi sempre coinvolto nella partita e di fare tante cose (anche sbagliate) per essere decisivo, e l’Udinese gli sta lasciando la libertà di farlo.
Zaniolo si fece notare la prima volta nel 2018 con la Roma, che lo aveva acquistato dalla primavera dell’Inter. Esordì in Champions League prima ancora che in Serie A, giocando titolare in casa del Real Madrid; a 19 anni giocava già in Nazionale. Il 12 febbraio del 2019 diventò il più giovane calciatore italiano a segnare una doppietta in Champions League (contro il Porto). Nella stagione 2018-2019 vinse il premio di miglior giovane della Serie A.
Era un tipo di calciatore che non si era quasi mai visto in Italia: moderno, in grado di giocare in quasi tutti i ruoli del centrocampo e dell’attacco. Un articolo del 2019 di Ultimo Uomo raccontava le grandi aspettative che si erano create attorno a lui, descrivendo «un entusiasmo che ha certamente a che fare con la rapidità della sua ascesa, che ci ha permesso di non conoscere ancora i limiti di Zaniolo, ma che c’entra soprattutto con la sensazione di dominio, fisico e tecnico, che trasmette in campo. Una sensazione tipica di alcuni dei talenti che stanno definendo una certa idea di calciatore della nostra epoca, comune a Paul Pogba o a Milinkovic-Savic».
La doppietta di Zaniolo in Roma-Porto del 2019
Due gravi infortuni ne compromisero seriamente l’ascesa. Nel gennaio del 2020 si ruppe il legamento crociato anteriore del ginocchio destro (lesionandosi pure il menisco); nove mesi dopo si ruppe il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, e fu costretto a saltare tutta la stagione 2020-2021. Per un calciatore che faceva dell’intensità fisica una delle sue migliori caratteristiche fu un bel guaio, anche perché al tempo Zaniolo aveva 21 anni ed era nel pieno della sua affermazione. Furono infortuni simili a quelli capitati a un altro grande talento italiano della sua generazione, Federico Chiesa.
Zaniolo riuscì a tornare a giocare, senza però essere il calciatore dominante visto prima degli infortuni. Il 25 maggio del 2022 segnò il gol decisivo nella finale di Conference League, terza competizione europea per importanza, vinta dalla Roma contro il Feyenoord. Nonostante quel gol, che aveva portato alla Roma il primo trofeo in 17 anni, il suo rapporto con il club e i tifosi si deteriorò al punto che il successivo gennaio fu ceduto alla squadra turca del Galatasaray. Qui non andò male (segnò 5 gol in 10 partite di campionato, che vinse), ma non fu riconfermato, e da quel momento ha cambiato altre quattro squadre senza mai riuscire a essere convincente, anche a causa di alcuni suoi atteggiamenti considerati poco professionali.
All’Udinese come detto le cose sono cambiate, e Zaniolo sembra aver trovato la sua dimensione: è un calciatore ritrovato, più maturo. Che a 26 anni giocasse nell’Udinese non è quello che ci si poteva aspettare sei anni fa, quando era ritenuto uno dei migliori talenti italiani; dopo i suoi trascorsi però già il fatto che si parli di lui per i suoi gol e per le sue giocate è una cosa incoraggiante.



