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  • Giovedì 11 dicembre 2025

Cosa cambierà l’anno prossimo in Formula 1

Le auto, soprattutto, e ci sarà pure una nuova scuderia: è già il momento di parlarne

La Ferrari guidata dal pilota inglese Lewis Hamilton durante un test sul Yas Marina Circuit di Abu Dhabi, 9 dicembre 2025 (Clive Mason/Getty Images)
La Ferrari guidata dal pilota inglese Lewis Hamilton durante un test sul Yas Marina Circuit di Abu Dhabi, 9 dicembre 2025 (Clive Mason/Getty Images)
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Martedì ad Abu Dhabi – dove si è tenuto l’ultimo e decisivo Gran Premio del mondiale di Formula 1 vinto da Lando Norris con la McLaren – 15 piloti hanno testato le gomme del prossimo Mondiale, alcuni dei quali su macchine che simulavano quelle del 2026. Insomma, il campionato non è finito da nemmeno una settimana che le scuderie stanno già pensando al prossimo.

È una cosa comprensibile, perché nel 2026 in Formula 1 cambieranno alcune cose. Calendario, piloti e scuderie resteranno in buona parte gli stessi, ma le monoposto (le auto di Formula 1) saranno molto diverse. Non è ancora chiaro quanto queste novità modificheranno la Formula 1 in termini di sorpassi o velocità, per esempio, ma è probabile che ne impatteranno la competizione, rendendola – almeno in un primo momento – un po’ più equilibrata.

Il Mondiale di Formula 1 del 2026 inizierà l’11 febbraio e finirà il 4 dicembre. Non ci sarà più il Gran Premio a Imola (all’Italia rimarrà solo quello di Monza), che sarà sostituito da quello di Madrid. Per il resto il calendario sarà lo stesso: cambierà solo qualche data e ci saranno sempre sei gare sprint, ma in posti diversi. Sono gare più corte che si corrono il sabato e durano circa mezz’ora.

Le scuderie passeranno da 10 a 11. Quella nuova sarà la Cadillac, statunitense. I suoi piloti saranno Valtteri Bottas e Sergio Pérez, che non hanno partecipato all’ultimo Mondiale ma hanno entrambi una grande esperienza in Formula 1. La scuderia tedesca Audi, invece, sostituirà la svizzera Sauber, che aveva acquistato lo scorso gennaio. Audi si terrà i piloti della Sauber, ma cambierà il direttore tecnico. Sarà l’italiano Mattia Binotto, ex team principal (cioè capo) della Ferrari.

Per le altre squadre ci saranno poche novità, tranne che in Red Bull. Il pilota titolare giapponese Yuki Tsunoda sarà sostituito dal francese Isack Hadjar, che l’anno scorso correva con la Racing Bulls (una sorta di scuderia satellite della Red Bull). Alla Racing Bulls arriverà il britannico Arvid Lindblad, l’unico esordiente della prossima stagione.

In Red Bull, però, non cambieranno solo i piloti. Se ne andrà dopo vent’anni anche il “super consulente” Helmut Marko, che tra le altre cose portò in Formula 1 Max Verstappen, il pilota che con Red Bull ha vinto quattro Mondiali consecutivi tra il 2021 e il 2024 e che quest’anno è arrivato a due punti dal primo posto, dopo una rimonta eccezionale.

A cambiare di più, come detto, saranno le monoposto. Dal 2026 la Formula 1 ha previsto cambiamenti così grossi che The Athletic ne ha parlato come «la più significativa revisione normativa nella storia recente» dello sport.

Dopo tanti anni, le macchine di Formula 1 diventeranno più piccole e leggere: peseranno circa 30 chili in meno dell’anno scorso, avranno una larghezza massima di 1,9 metri (anziché di 2) e un interasse – cioè la distanza tra il centro della ruota anteriore e quello della ruota posteriore sullo stesso lato – massimo di 3,4 metri (anziché di 3,6).

Una monoposto del 2022 a sinistra e una del 2026 a destra. Il 2022 è stato l'ultimo anno in cui le macchine subirono cambiamenti significativi, nonché quello da cui uscirono le monoposto più grosse e pesanti della storia della competizione.

Una monoposto del 2022 a sinistra e una del 2026 a destra. Il 2022 è stato l’ultimo anno in cui le macchine subirono cambiamenti significativi, nonché quello da cui uscirono le monoposto più grosse e pesanti della storia della competizione. (Formula 1/YouTube)

Sarà anche la prima volta dopo molto tempo che cambieranno sia il telaio, la struttura portante della macchina, che il propulsore, il sofisticato sistema che combina la parte elettrica e quella termica del motore. Dal 2026, infatti, il propulsore funzionerà per metà con energia elettrica, mentre l’anno scorso era elettrico solo per il 20 per cento. Grazie a questo cambiamento, nei rettilinei i piloti potranno usare – in alcune situazioni – la nuova modalità “override”, che fornisce un aumento temporaneo di potenza elettrica utile sia per sorpassare sia per difendersi da un attacco.

Migliorerà anche l’aerodinamicità delle macchine. Sarà abolito il DRS (Drag Reduction System), il dispositivo che aiutava nei sorpassi aprendo un’ala dell’alettone posteriore per ridurre la resistenza dell’aria e aumentare la velocità nei rettilinei. Al suo posto ci sarà un nuovo sistema che permetterà ai piloti di aprire e chiudere a comando sia l’alettone anteriore sia quello posteriore, gestendo così la resistenza dell’aria sia in curva sia sul rettilineo.

Le monoposto, insomma, dovrebbero essere più leggere, più facili da controllare e avere più strumenti per sorpassare. Dopotutto, i sorpassi sono una parte importante e spettacolare di questo sport ed è comprensibile che la Formula 1 cerchi di agevolarli.

Ma dato che la struttura e la gestione delle macchine cambierà completamente, tutti dovranno partire da zero; nessuna squadra, cioè, potrà partire dai progetti, dai dati o dalle soluzioni tecniche dell’anno precedente. Non è detto, dunque, che la McLaren – che negli ultimi due anni ha avuto la macchina nettamente migliore – sarà ancora dominante; e non è nemmeno detto che la Ferrari continuerà a essere così lenta come negli ultimi anni.

Quando ci sono cambiamenti di questo tipo, però, basta poco perché una squadra trovi la soluzione migliore e cominci a dominare il campionato. È successo tra il 2014, quando la Formula 1 introdusse i motori ibridi, e il 2022, quando le regole cambiarono di nuovo: in quegli otto anni la Mercedes vinse sempre il titolo costruttori e perse solo una volta quello piloti, prima di cedere il passo a Red Bull e poi McLaren.

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