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  • Mercoledì 10 dicembre 2025

Nel basket Trapani va alla grande, ma è messa male

In Serie A ha vinto 9 partite su 10, ma ha 5 punti di penalità; intanto capitano e allenatore se ne sono andati, e non si sanno le intenzioni del presidente

Il cestista del Trapani Shark JD Notae (in mezzo) durante i playoff della scorsa stagione, 4 giugno 2025 (Roberto Finizio/Getty Images)
Il cestista del Trapani Shark JD Notae (in mezzo) durante i playoff della scorsa stagione, 4 giugno 2025 (Roberto Finizio/Getty Images)
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Domenica scorsa nella Serie A maschile di basket la Trapani Shark ha vinto una partita complicata. Non perché l’avversario fosse forte – l’Universo Treviso è ultima in classifica – ma perché è un periodo molto difficile per la squadra. Per colpa di una serie di problemi finanziari e amministrativi di recente Trapani ha ricevuto il quinto punto di penalizzazione della stagione, e ha perso il suo allenatore e il suo capitano. Anche a causa di qualche infortunio, Trapani è così arrivata a Treviso con solo otto giocatori a disposizione (molto pochi nel basket), un allenatore esordiente in Serie A e i tifosi che protestavano in tribuna.

È stata la nona vittoria sulle dieci partite giocate finora da Trapani, che senza le penalizzazioni sarebbe prima con 18 punti assieme a Germani Brescia e Virtus Bologna, le finaliste della scorsa stagione. Invece è quarta con 13 punti, la sua iscrizione a questo campionato è sotto indagine e ora non si capisce nemmeno se il proprietario voglia tenersi la squadra o meno.

La Trapani Shark è di Valerio Antonini, un imprenditore del settore dei cereali. È un personaggio stravagante e controverso; lo scorso febbraio un articolo di Ultimo Uomo lo descriveva così: «Romano, tifoso della Lazio, magnate del grano. Iperattivo su X, ammiratore di Trump e dei regimi comunisti, oltre che di Luigi Bisignani, sembra una contraddizione vivente». Antonini è anche il presidente della squadra di calcio della città (che gioca in Serie C) e ha spesso detto di voler essere la persona che porterà una squadra siciliana a vincere per la prima volta uno Scudetto. Nel basket, dove un obiettivo del genere sembra più realistico, ci è già andato vicino.

La scorsa stagione infatti, la prima in Serie A per Trapani dopo 32 anni, Antonini aveva preso molti giocatori d’esperienza e, soprattutto, un allenatore molto quotato, il croato Jasmin Repeša. In questo modo aveva reso una neopromossa una delle squadre più forti e spettacolari del campionato: Trapani arrivò fino alle semifinali dei playoff (le fasi finali della Serie A), dove fu eliminata da Brescia.

Fu proprio durante quei playoff che iniziarono i problemi. Il 21 maggio la Federazione Italiana di Pallacanestro (FIP) inflisse alla squadra una penalizzazione di quattro punti per la stagione successiva, cioè quella attuale, perché non aveva pagato regolarmente le imposte sul reddito (IRPEF) e i contributi previdenziali all’INPS per i propri tesserati. La società – come quella del Trapani Calcio, penalizzato di 8 punti per gli stessi motivi – sostenne di essere stata truffata e tentò di fare ricorso, ma la penalizzazione fu confermata.

Il presidente del Trapani Shark Valerio Antonini, 13 febbraio 2025 (Fabrizio Carabelli/SOPA Images via ZUMA Press Wire)

Il presidente del Trapani Shark Valerio Antonini, 13 febbraio 2025 (Fabrizio Carabelli/SOPA Images via ZUMA Press Wire)

Quest’estate Antonini era riuscito comunque a mantenere alte le aspettative sulla squadra di basket, rinforzandola con tre ex cestisti di NBA (il campionato nordamericano e il più competitivo del mondo) e mantenendo i suoi giocatori migliori. L’inizio del campionato di Trapani è stato altrettanto convincente, con vittorie importanti contro dirette contendenti per i primi posti in classifica come Reyer Venezia e Olimpia Milano.

Nelle ultime due settimane, tuttavia, la situazione della Trapani Shark è peggiorata in modo significativo. Il 24 novembre la FIP ha inflitto alla squadra un ulteriore punto di penalizzazione – questa volta per non aver pagato all’Agenzia delle Entrate una rata da oltre 120mila euro – e ha reso noto che la Procura federale sta indagando anche sulla sua iscrizione al campionato. La società sostiene di essere in regola con tutto. Nel frattempo la squadra di calcio rischia di subire altri 8 punti di penalizzazione per varie inadempienze.

Oltre ai “soliti” problemi amministrativi, se ne sono aggiunti altri che potrebbero influire in modo più immediato e visibile sulla stagione di Trapani. Il capitano Amar Alibegović non si allena né gioca più con la squadra (per ora non è stato licenziato, ma è stato messo fuori rosa). La società ha fatto sapere che è stata una propria scelta, senza spiegarne i motivi; Alibegović invece ha detto di aver deciso lui stesso, parlando di «un ambiente poco professionale».

A prescindere da come sia andata davvero, è una perdita importante. Alibegović era in squadra dal 2024, aveva contribuito a riportare Trapani in Serie A ed era ancora uno dei titolari.

Cosa ancora più rilevante, Trapani ha perso gran parte del suo staff tecnico e soprattutto il suo allenatore. Repeša si è dimesso il 2 dicembre per una non meglio definita «violazione di accordi contrattuali» e per «comportamenti non professionali da parte di determinate persone». È stata una decisione sorprendente, soprattutto considerando l’ottimo andamento della squadra e il buon rapporto che lo stesso allenatore diceva di avere con il presidente.

Secondo la Gazzetta dello Sport, Repeša ha scelto di dimettersi dopo aver visto che molte persone del suo staff non si erano presentate all’allenamento del 2 dicembre, il primo dopo la sosta per le partite delle nazionali. Non è chiaro né il motivo né il numero esatto dei mancanti, ma sembra che diverse persone se ne siano andate. È certo, per esempio, che si sia dimesso anche il vice di Repeša, perché il nuovo allenatore di Trapani è diventato Alex Latini, che fino a una settimana fa era il secondo assistente (una sorta di vice del vice allenatore).

Per farsi un’idea della situazione di Trapani, Giorgio Di Maio ha notato su Ultimo Uomo che durante la partita contro Treviso lo staff era «talmente ridotto che il GM [General Manager, chi gestisce acquisti e cessioni dei giocatori, ndr] Valeriano D’Orta è dovuto andare in panchina».

L'ex allenatore del Trapani Shark Jasmin Repesa, 4 giugno 2025 (Roberto Finizio/Getty Images)

L’ex allenatore del Trapani Shark Jasmin Repeša, 4 giugno 2025 (Roberto Finizio/Getty Images)

Una spiegazione possibile è che la società abbia meno soldi di prima e non riesca più a sostenere tutte le spese. È un’ipotesi credibile, perché a fine novembre il presidente Antonini aveva detto che ci sarebbe stata una «rivisitazione completa dei costi», che la società avrebbe dovuto ridurre sia la squadra sia il budget «perché la città non mette un euro», e che lui avrebbe fatto un passo indietro nella gestione delle società.

È molto difficile dire quali siano le reali intenzioni di Antonini. Il 7 dicembre, dopo la partita contro Treviso, aveva pubblicato un post su X in cui scriveva: «Sappiamo benissimo cosa fare e lo faremo senza dare il minimo credito a qualsivoglia striscione».

Lo striscione di cui parla è quello con cui i tifosi del Trapani lo invitavano a vendere la squadra

La sera stessa, però, Antonini aveva già cambiato idea: in una diretta su X ha annunciato di essere pronto a dimettersi da presidente e di voler affidare al sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, la gestione delle due squadre (di basket e di calcio).

Non è chiaro se questa fosse una dichiarazione seria o una provocazione, perché Antonini ha un rapporto molto conflittuale con il sindaco e il Comune di Trapani. Li ha spesso incolpati delle difficoltà economiche della sua squadra, soprattutto per i problemi che ci sono stati con il Palashark, il principale palazzetto di Trapani.

Da mesi il Comune dice che la società deve pagare più di 129mila euro di arretrati per acqua ed elettricità. A novembre, infine, ha revocato la convenzione trentennale che nel 2023 aveva affidato al Trapani la gestione del palazzetto, pur permettendo alla squadra di usarlo per questa stagione. C’entrano motivi giuridici, perché il Trapani non è più una società dilettantistica come nel 2023 (ma professionistica) e questo passaggio non era previsto dalla convenzione. Antonini ha accusato diverse volte il Comune di non sostenere il suo ambizioso progetto di costruire una cittadella dello sport, con un nuovo stadio e un nuovo palazzetto.

Lo scorso settembre, dopo aver fondato in estate il movimento politico “Futuro”, Antonini disse che «da imprenditore il mio obiettivo è quello di tutelare gli investimenti che ho fatto a Trapani, con risultati incredibili nonostante venga ostacolato dai politici locali abituati a gestire la città alla loro maniera». Disse anche: «Farò di tutto per fare cadere il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida».

(Roberto Finizio/Getty Images)

(Roberto Finizio/Getty Images)

Insomma, una delle squadre più forti e divertenti della Serie A di basket non sa né in che modo finirà la stagione, né quale sarà il suo allenatore o il suo proprietario tra qualche mese. Per ora, comunque, la squadra continua a giocare bene, perché ha ancora giocatori molto forti che facevano parte di un progetto tecnico ben avviato e strutturato. Il vero impatto di questa situazione si vedrà, al massimo, dopo un’eventuale ridimensionamento.