Xi Jinping sta epurando troppo il suo esercito?
In Cina decine di generali e ammiragli sono stati rimossi, e ci si comincia a chiedere se le forze armate potrebbero esserne indebolite

Da mesi in Cina c’è una scena ricorrente: è in corso una celebrazione pubblica, e dalla tribuna d’onore o dal palco delle autorità manca un generale o un ammiraglio. È successo per esempio a novembre, quando il presidente cinese Xi Jinping ha partecipato a una cerimonia nella provincia dell’Hainan per l’inaugurazione della terza portaerei del paese. Tutti hanno notato immediatamente che alla cerimonia mancavano l’ammiraglio Hu Zhongming, il capo della Marina, e l’ammiraglio Wu Yanan, capo della flotta meridionale, che opera anche nell’Hainan.
Pochi giorni prima, alla fine di ottobre, si era tenuto il plenum – ossia la riunione plenaria – del Comitato Centrale, uno degli organi più importanti del Partito Comunista, presieduta da Xi. I membri del plenum sono circa 200, e di questi 42 sono ufficiali militari in servizio o in pensione. Ma ben 27 ufficiali, più della metà, non erano presenti. Tutti questi comandanti, generali e ammiragli erano assenti per via della più grande epurazione nelle forze armate da anni, in cui sono stati accusati di corruzione e di altri crimini. È un’epurazione così profonda che, secondo alcune analisi, potrebbe perfino mettere a rischio l’efficacia militare dell’esercito.

Xi Jinping passa in rassegna le truppe durante una visita di stato del re del Bahrain a Pechino, maggio 2024 (Tingshu Wang/Getty Images)
L’epurazione va avanti da mesi e ha alcune caratteristiche insolite.
Primo: avviene in un momento strano. In Cina è abbastanza comune che al suo arrivo un nuovo leader sostituisca i comandi delle forze armate e usi la giustificazione della lotta alla corruzione per eliminare i gruppi di potere dentro allo stato. Xi Jinping però è al potere dal 2012, e la sua lotta alla corruzione l’ha già fatta nei primi anni, quando avviò anche una riforma dell’esercito. Il fatto che adesso abbia ripreso a epurare le forze armate, dopo quasi 15 anni al potere in cui dovrebbe ormai aver assodato il suo controllo, è inusuale e rilevante.
Secondo: questa epurazione dell’esercito è particolarmente profonda, per l’alto livello degli ufficiali rimossi; e ampia, per la loro quantità. Tra gli altri sono stati rimossi il generale He Weidong, il terzo ufficiale di grado più alto delle forze armate; l’ammiraglio Miao Hua, che dirigeva il dipartimento politico delle forze armate; e il generale Lin Xiangyang, che era a capo di un comando dell’esercito che sovrintende le manovre contro Taiwan, quindi particolarmente importante. Dei sette membri della Commissione Militare Centrale, il più importante organo di controllo politico delle forze armate, ne sono rimasti soltanto quattro, di cui uno è Xi. Dal 2023 inoltre sono stati rimossi due ministri della Difesa consecutivi, entrambi generali poi espulsi dall’esercito. A parte i generali, gli ufficiali di rango inferiore rimossi potrebbero essere centinaia.
Alcuni degli ufficiali rimossi sono stati formalmente indagati, quasi sempre per corruzione, e cacciati dall’esercito. Altri sono soltanto spariti dagli eventi pubblici, quindi la loro epurazione è soltanto presunta ma ritenuta molto probabile.
Terzo, e questo è l’elemento più strano di tutti: buona parte degli ufficiali epurati era stata nominata da Xi Jinping, e ritenuta a lui fedele. In particolare il generale He Weidong e l’ammiraglio Miao Hua erano stati personalmente scelti da Xi negli anni scorsi per avere persone fidate nei ruoli più importanti delle forze armate. Vari altri ufficiali rimossi in questi mesi avevano noti legami politici o personali con Xi.
Questo ha scatenato una gran quantità di ipotesi, tutte difficili da confermare, che si possono dividere in due filoni: le epurazioni degli alleati di Xi mostrano che il presidente è debole e non ha il pieno controllo dell’esercito; oppure, al contrario, mostrano che è forte e che davanti alla necessità di rafforzare la potenza militare cinese non guarda in faccia a nessuno.
Secondo la prima ipotesi (Xi debole), dentro alle forze armate sarebbe in corso una guerra tra fazioni, in cui una è riuscita ad avere il sopravvento sull’altra, senza che Xi sia riuscito a recuperare il controllo della situazione. Per la seconda ipotesi (Xi forte), il presidente cinese sarebbe così ossessionato dal rendere le forze armate pronte alla guerra che al minimo segnale di debolezza anche i suoi alleati vengono eliminati.
Ci sarebbe anche una terza ipotesi, e cioè che le epurazioni siano effettivamente una risposta a un problema di corruzione dentro all’esercito. Lo sono certamente, perché le forze armate fanno da tempo i conti con questo problema, ma è difficile che alla corruzione non si siano associate questioni politiche o di strategia militare.

Un ufficiale sistema il cappello di un soldato, settembre 2024 (AP Photo/Andy Wong)
Molti analisti hanno cominciato a chiedersi se e quanto queste epurazioni abbiano danneggiato la capacità operativa delle forze armate. Ci sono alcuni segnali, come il fatto che, secondo un rapporto recente dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), le entrate delle aziende militari cinesi sono diminuite nel 2024, mentre quelle di tutti gli altri grandi paesi crescevano. Nel 2024 le aziende di armamenti tedesche hanno aumentato le vendite del 36 per cento, quelle giapponesi del 40 per cento, quelle statunitensi del 3,8 per cento. Quelle cinesi invece sono scese del 10 per cento, segno che le forze armate del paese non erano in grado di assorbire nuove apparecchiature e nuove tecnologie.
Negli ultimi mesi inoltre sono calati notevolmente gli sconfinamenti dei caccia cinesi verso l’isola contesa di Taiwan, anche se questo potrebbe essere un cambio di strategia e non un calo di capacità militari.
Un altro elemento potenzialmente preoccupante è che l’ondata di rimozioni di ufficiali è cominciata dalle Forze Missilistiche, cioè il corpo che controlla l’arsenale dei missili, compresi quelli nucleari. Tra le altre cose, un report dell’anno scorso del dipartimento della Difesa statunitense ha rilevato che la corruzione nelle Forze Missilistiche avrebbe rallentato la costruzione di nuovi silos di lancio per le testate nucleari, in un momento in cui la Cina sta cercando di espandere rapidamente il proprio arsenale.
Tutti questi segnali di debolezza vanno però contestualizzati: la Cina sta in ogni caso modernizzando e professionalizzando le proprie forze armate a ritmi sostenuti, sta sviluppando nuovi sistemi d’arma e migliorando notevolmente le sue dotazioni militari.
Un buon esempio possono essere le portaerei, che sono le navi più potenti e complicate da costruire, e sono spesso considerate una misura della forza militare di un paese. Se prima dell’arrivo al potere di Xi Jinping la sua marina aveva soltanto una vecchia portaerei costruita su modello sovietico, ora ne ha tre, e l’ultima, quella inaugurata a novembre, è la prima interamente progettata e costruita nel paese. Si stima che nei prossimi dieci anni la Cina arriverà ad avere cinque o sei portaerei, più di qualunque altro paese eccetto gli Stati Uniti, che ne hanno dieci.



