I migliori finali a tre della Formula 1
Più l'unico a quattro; per prepararsi a quello di domenica tra Oscar Piastri, Lando Norris e Max Verstappen

Domenica alle 14 si corre ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, l’ultimo Gran Premio di questo Mondiale di Formula 1. Per la prima volta dopo 15 anni ci saranno tre piloti a contendersi il titolo: Lando Norris e Oscar Piastri della McLaren, che sono rispettivamente al primo e al terzo posto, e Max Verstappen della Red Bull, che è secondo e ha già vinto gli ultimi quattro Mondiali.
Nella storia della Formula 1 è già successo 12 volte (con questa 13, su 76 edizioni) che si arrivasse all’ultimo Gran Premio stagionale con ancora tre o più piloti in corsa per vincerlo. Tra questi 12 finali alcuni sono ancora ricordati tra i più memorabili della storia della Formula 1; e non solo per il numero – insolito – di piloti coinvolti. Ne abbiamo scelti alcuni.
2010: sempre ad Abu Dhabi, ma in quattro
L’ultima volta che la Formula 1 si decise all’ultimo Gran Premio con più di due piloti in gara era il 14 novembre del 2010 e si correva sempre ad Abu Dhabi. Per la prima e unica volta nella storia della competizione, c’erano quattro piloti a contendersi il Mondiale, in quest’ordine: Fernando Alonso (della Ferrari, con 246 punti), Mark Webber (della Red Bull, con 238 punti), Sebastian Vettel (anche lui della Red Bull, con 231 punti) e Lewis Hamilton (della McLaren, con 222 punti).
Ad Abu Dhabi Alonso era il grande favorito, perché partiva dalla terza posizione – dietro Hamilton (secondo) e Vettel (primo) – mentre il suo principale rivale, Webber, partiva dalla quinta. Per vincere il Mondiale, insomma, gli bastava finire terzo o quarto e che Webber non vincesse la gara.
Per colpa di un grave errore strategico delle loro scuderie, però, Alonso e Webber finirono la gara rispettivamente al settimo posto e all’ottavo posto. Hamilton arrivò secondo ma non servì a niente perché il Mondiale venne vinto a sorpresa da Vettel, che arrivò primo e, a 23 anni, diventò così il più giovane campione della storia della Formula 1. Il suo record è ancora imbattuto.
Vettel scoprì di essere diventato campione del mondo solo dopo il traguardo
2007: l’ultimo Mondiale vinto da un pilota della Ferrari
Il Mondiale del 2007 era stato segnato da un’intensa rivalità tra la McLaren e la Ferrari, oltre che da un controverso caso di spionaggio che era stato scoperto a stagione in corso, proprio ai danni della Ferrari.
Alla vigilia all’ultimo Gran Premio della stagione, che si corse il 21 ottobre a San Paolo, in Brasile, al primo posto della classifica piloti c’era Lewis Hamilton della McLaren, con 107 punti (allora se ne assegnavano meno in ogni Gran Premio), seguito dal compagno di scuderia Alonso (103 punti) e dal nuovo pilota della Ferrari Kimi Raikkonen (100 punti). La distanza tra il primo e il terzo posto era minima, ma Hamilton, pur essendo alla sua stagione d’esordio, era il favorito. Alle qualifiche (che determinano la griglia di partenza del Gran Premio) era arrivato secondo e gli sarebbe bastato mantenere quella posizione per vincere il Mondiale.
Alla fine, però, fu Raikkonen a vincere quella gara. E grazie al terzo posto di Alonso e all’inaspettato settimo posto di Hamilton (al primo giro sbagliò a sorpassare Alonso in curva e perse molte posizioni) vinse anche il Mondiale, per un solo punto su entrambi i piloti della McLaren. Fu il suo unico Mondiale vinto, nonché l’ultimo per la Ferrari.

La Ferrari di Kimi Raikkonen durante il Gran Premio del Brasile del 21 ottobre 2007 (Paul-Henri Cahier/Getty Images)
1986: Prost, Piquet e Mansell
Il Mondiale del 1986 è considerato uno dei più memorabili della storia della Formula 1. Se lo giocarono quattro piloti eccezionali, ognuno con un proprio stile (come si capisce bene dai loro soprannomi). Erano Alain Prost della McLaren, detto “il professore” per il suo approccio molto tattico e preciso; Ayrton Senna della Lotus, detto “il mago” per la sua capacità di vincere gare complicatissime; e Nigel Mansell della Williams detto “il leone”, per il modo grintoso che aveva di correre. E poi c’era Nelson Piquet, anche lui della Williams.
Alla fine solo tre di loro rimasero in gara per il Mondiale fino all’ultimo Gran Premio, che si corse il 26 ottobre ad Adelaide, in Australia. I contendenti erano Mansell con 70 punti, Prost con 64 e Piquet con 63. Durante il Gran Premio di Adelaide, però, un’imprevista esplosione dello pneumatico di Mansell lasciò strada libera a Prost, che recuperò il tempo che aveva perso a inizio gara per una sosta non programmata e vinse sia il Gran Premio che il Mondiale.
“Look at that!”
Quella stagione, dopotutto, Prost aveva già dimostrato di saper gestire situazioni difficili con grande calma e intelligenza: qualche mese prima, al Gran Premio di Imola, era arrivato al traguardo quasi senza benzina, tant’è che per far arrivare al motore qualche goccia di carburante in più fece una parte dell’ultimo giro a zigzag.
1950: il primo Mondiale di Formula 1 e il primo “triello”
Il 3 settembre 1950 si corse a Monza il Gran Premio d’Italia. Era l’ultima gara del primo Mondiale di Formula 1, che era iniziato solo pochi mesi prima, il 13 maggio, ed era durato solo sette gare (oggi se ne corrono 24). Quel campionato era stato dominato dall’Alfa Romeo 158, la storica monoposto (così si chiamano le macchine da-un-solo-posto di Formula 1) dell’omonima scuderia, allora ineguagliabile per potenza e leggerezza.
Non fu un caso, dunque, che a Monza si contesero il Mondiale tre piloti dell’Alfa Romeo. L’argentino Juan Manuel Fangio ci arrivava da favoritissimo: era il pilota migliore del mondo e alla vigilia dell’ultimo Gran Premio era primo nella classifica piloti, con 26 punti. Dietro di lui c’erano gli italiani Luigi Fagioli, con due punti in meno, e Giuseppe (detto “Nino”) Farina, con quattro punti in meno.
Alla fine, però, fu Nino Farina a vincere il Gran Premio e il Mondiale. Dominò quasi tutta la gara, soprattutto grazie ai guasti delle auto avversarie. Fangio ne subì due e, alla fine, fu costretto a ritirarsi.
La parte del cinegiornale del 7 settembre 1950 dedicata a quel Gran Premio
E quindi?
E quindi nei casi in cui si è arrivati con più piloti a giocarsi il Mondiale all’ultimo Gran Premio non è sempre andata bene per il pilota che partiva come primo in classifica; anzi, ha vinto solo in cinque casi (il 41,7 per cento delle volte), e mai in questo secolo.



