Il Congo e il Ruanda hanno firmato un precario accordo di pace mediato dagli Stati Uniti

Il presidente Donald Trump insieme al presidente del Ruanda Paul Kagame, a sinistra, e al presidente della Repubblica Democratica del Congo Felix-Antoine Tshisekedi, a destra, Washington, Stati Uniti, 4 dicembre 2025 (AP Photo/Evan Vucci)
Il presidente Donald Trump insieme al presidente del Ruanda Paul Kagame, a sinistra, e al presidente della Repubblica Democratica del Congo Felix-Antoine Tshisekedi, a destra, Washington, Stati Uniti, 4 dicembre 2025 (AP Photo/Evan Vucci)

Giovedì a Washington i presidenti della Repubblica Democratica del Congo e del Ruanda hanno firmato un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti e dal Qatar. Un accordo di pace tra i due paesi era già stato firmato a giugno dai rispettivi ministri degli Esteri, ma non aveva portato a una fine dei combattimenti, che vanno avanti da anni. L’accordo di giovedì è stato firmato anche dai presidenti, ma è poco probabile che porti alla fine della guerra. Tuttavia l’occasione è stata sfruttata dal presidente statunitense Donald Trump per presentarsi nuovamente come un leader in grado di fermare le guerre (Trump non ha mai nascosto di voler vincere il premio Nobel per la pace).

I rapporti tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda, che sono conflittuali da decenni, restano molto tesi. Per esempio durante la cerimonia i presidenti dei due paesi non si sono quasi mai guardati e non si sono stretti la mano. Tra le ragioni che fanno dubitare dell’accordo c’è il mancato coinvolgimento nelle trattative dei rappresentanti del gruppo paramilitare M23, che combatte contro l’esercito regolare congolese e da gennaio controlla varie zone nell’est del paese. La Repubblica Democratica del Congo accusa il Ruanda di aver mandato i propri soldati per appoggiare i miliziani del gruppo M23, cosa che il Ruanda nega.

– Leggi anche: L’accordo di pace tra Congo e Ruanda è davvero un accordo di pace?