• Italia
  • Venerdì 28 novembre 2025

Un gruppo di manifestanti filopalestinesi ha vandalizzato la redazione della Stampa

Protestavano per la detenzione di un imam di Torino che rischia di essere espulso dall'Italia

(foto dal profilo Instagram della Stampa)
(foto dal profilo Instagram della Stampa)
Caricamento player

Nel pomeriggio di venerdì, a Torino, un centinaio di manifestanti filopalestinesi è entrato con la forza nella sede del quotidiano La Stampa, vuota per lo sciopero nazionale dei giornali, e ha danneggiato parte della redazione. Ha scritto dei messaggi sui muri con la vernice spray, versato secchi di letame nel cortile esterno e rovesciato sul pavimento della redazione vecchie edizioni del giornale.

Il gruppo si era staccato da un corteo che, tra altre manifestazioni organizzate in città nella giornata di sciopero, sfilava in difesa di Mohamed Shahin, 47enne egiziano e imam della moschea del quartiere torinese di San Salvario. Dal 24 novembre Shahin è detenuto nel CPR di Caltanissetta in attesa di espulsione, perché accusato di avere posizioni estremamente radicali.

Parte dell’irruzione nella sede della Stampa è stata filmata e mostrata dal quotidiano TorinOggi. In un post su Instagram, in cui si vede un video girato all’interno della redazione, alcuni collettivi studenteschi hanno rivendicato di avere attaccato la Stampa per i recenti articoli su Shahin, a loro dire eccessivi e fuorvianti.

La vandalizzazione della redazione è stata condannata dalla stessa redazione della Stampa, oltre che dall’Ordine dei giornalisti, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Appena due mesi fa, sempre a Torino, c’era stata un’aggressione compiuta da manifestanti filopalestinesi contro un’iniziativa giornalistica: l’Italian Tech Week, organizzata peraltro da una società dello stesso editore della Stampa, cioè Exor.

Venerdì, poche ore prima dell’irruzione nella redazione della Stampa, la Corte d’appello di Torino aveva convalidato il trattenimento di Shahin, che si trova nel CPR di Caltanissetta. Contro di lui era stato emesso un discusso provvedimento di espulsione dal ministero dell’Interno, motivato da un suo presunto ruolo di rilievo «in ambienti dell’Islam radicale».

In precedenza, durante un comizio il 9 ottobre scorso, Shahin aveva definito l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 un atto di resistenza da appoggiare: dichiarazioni che poi aveva ritrattato. Nel provvedimento del ministero Shahin viene anche accusato di essere vicino a diverse persone nell’ambiente dell’estremismo islamico: Shahin non ha smentito di conoscerle, ma ha fatto capire che non era così legato a loro.

Gli avvocati di Shahin avevano contestato il provvedimento, secondo loro immotivato, e avevano detto che un eventuale rimpatrio in Egitto metterebbe a rischio la sua vita.