I risultati delle elezioni regionali in sette grafici
Chi ha perso voti in Campania, Veneto e Puglia rispetto a cinque anni fa, chi ne ha guadagnati e dove i partiti sono andati meglio

Le elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia non hanno riservato grandi sorprese: d’altronde, era quasi tutto già previsto. Tuttavia i dati più approfonditi diffusi dal ministero dell’Interno aiutano a capire meglio alcuni particolari che in politica contano: come sono andate le coalizioni e i singoli partiti, quanti voti hanno perso o guadagnato rispetto alle precedenti elezioni comunali, quante persone in meno hanno votato.
Ricapitolando: il centrosinistra ha vinto in Puglia e in Campania, con un risultato atteso soprattutto in Puglia, dove Antonio Decaro ha ottenuto quasi il 64% dei voti. C’erano meno certezze sul divario tra centrosinistra e centrodestra in Campania, ma alla fine Roberto Fico si è imposto con il 60,6% su Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia, che ha preso il 35,7%. Non c’è mai stata storia in Veneto, dove la vittoria del leghista Alberto Stefani era scontata: alla fine ha vinto con il 64,4% dei voti contro Giovanni Manildo, che non è andato oltre il 28,9%.
Per il Partito Democratico queste elezioni rappresentavano un’altra prova per il cosiddetto campo largo, l’espressione con cui in questi mesi è stata definita l’alleanza tra il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e altri partiti dell’area di centro e di sinistra. In Campania e in Puglia l’alleanza ha rafforzato la coalizione e lo stesso Partito Democratico, che rispetto al passato ha guadagnato consensi. Il PD è il primo partito in entrambe le regioni.
In queste due regioni Fratelli d’Italia non è andato benissimo, ma è riuscito a rimanere il primo partito della coalizione di destra.
Il confronto più interessante interno alla destra era soprattutto in Veneto, dove le previsioni non sono state rispettate: in virtù dei risultati ottenuti alle politiche e alle europee sembrava che Fratelli d’Italia potesse battere la Lega, che invece è risultato di gran lunga il primo partito grazie soprattutto al consenso del presidente uscente Luca Zaia, candidato capolista in tutte le province.
La Lega ha preso più del 36%, doppiando Fratelli d’Italia rimasto al 18,7%. Un distacco così netto rafforza molto quegli esponenti “nordisti” della Lega che si oppongono in ogni modo alla cessione delle regioni settentrionali a Fratelli d’Italia, in particolare la Lombardia.
I grafici che seguono, invece, mostrano la differenza dei voti ottenuti dai partiti insieme alle liste civiche rispetto alle precedenti elezioni regionali. È un calcolo molto semplice basato sui voti assoluti, che quindi considera di per sé l’affluenza più bassa rispetto a cinque anni fa. Bisogna comunque tenere conto che ogni elezione ha logiche particolari, che vanno dalla scelta dei candidati presidente, dal peso delle liste civiche e del voto d’opinione, dall’enfasi data dal dibattito nazionale alle elezioni locali.
Va anche considerato che cinque anni fa era il 2020, il primo voto dopo l’inizio dell’emergenza coronavirus, che soprattutto in Veneto premiò l’attivismo del governatore uscente Luca Zaia. Le variabili e i distinguo sarebbero ancora di più se si confrontasse il risultato delle regionali e quello delle politiche o delle europee, in cui il peso dei candidati nazionali è assai più determinante.
Buona parte del calo di molti partiti si spiega con un calo delle persone che sono andate a votare. In tutte e tre le regioni l’affluenza è diminuita. In Veneto è stata di oltre 16 punti percentuali più bassa rispetto al 2020, mentre in Puglia e in Campania la differenza è stata inferiore.
Il risultato di Luca Zaia in Veneto merita un capitolo a parte: dopo che sono falliti i tentativi del suo partito di cambiare la legge e garantirgli un ulteriore mandato (sarebbe stato il quarto consecutivo), si è candidato capolista in tutte le province, per cercare di favorire i consensi della Lega nel confronto interno alla destra con Fratelli d’Italia. Le 200mila preferenze ottenute dimostrano che ce l’ha fatta, un risultato ancora più eccezionale se si considera il calo dell’affluenza rispetto a cinque anni fa. La provincia dove ne ha ottenute di più è stata Treviso (48.253).
Sempre in merito ai presidenti uscenti, in Campania la lista di Vincenzo De Luca è riuscita a eleggere quattro consiglieri, un risultato in linea con le aspettative. In Puglia Michele Emiliano non era candidato, mentre le cose sono andate male per l’ex presidente Nichi Vendola che con Alleanza Verdi e Sinistra non è riuscito a entrare in Consiglio regionale.



