La nazionale che, per ora, ha escluso l’Italia dai Mondiali di calcio
La Norvegia ha giocato un girone di qualificazione semplicemente perfetto, guidata dal suo centravanti Erling Haaland

L’Italia è arrivata seconda nel suo girone di qualificazione ai Mondiali maschili di calcio del 2026, e a marzo dovrà quindi giocare gli spareggi. Al primo posto è arrivata la Norvegia, che domenica sera ha vinto 4-1 a San Siro contro l’Italia, concludendo nel migliore dei modi un girone dominato sin dall’inizio, nel quale ha vinto tutte le 8 partite giocate.
Qualificarsi ai Mondiali vincendo tutte le partite non è una cosa nuova per una nazionale europea: già solo quest’anno lo ha fatto anche l’Inghilterra (e può ancora riuscirci la Spagna, a cui manca una partita). Nessuna però, nella storia delle qualificazioni europee ai Mondiali, lo aveva mai fatto segnando così tanti gol. La Norvegia ne ha fatti 37 in 8 partite, tenendo una media di 4,6 gol a partita che le ha consentito di battere il precedente record della Germania negli anni 2016-2017 (43 gol in 10 partite, tutte vinte, quindi 4,3 gol a partita).
Si può dire, insomma, che quantomeno a livello di numeri la Norvegia sia stata la miglior nazionale europea di sempre nelle qualificazioni ai Mondiali. È una cosa notevole soprattutto se si considera che la prossima estate tornerà a giocare i Mondiali per la prima volta dopo 28 anni e che nel girone, oltre a esserci una squadra sulla carta di buon livello come l’Italia, non c’erano vere e proprie “squadre materasso”, locuzione con cui si fa in genere riferimento alle squadre più deboli – di paesi piccoli come Gibilterra, San Marino o Andorra – che spesso subiscono tanti gol.
L’ultima partita giocata dalla Norvegia ai Mondiali rimane, per ora, quella contro l’Italia del 27 giugno 1998 a Marsiglia, negli ottavi di finale: 1-0 per l’Italia con gol di Christian Vieri, ricordato soprattutto per l’esultanza seduto a gambe incrociate assieme ad Alessandro Del Piero. Era una Norvegia piuttosto solida e con discreto talento, soprattutto negli attaccanti con un doppio nome: Ole Gunnar Solskjær e Tore André Flo. Niente a che vedere, comunque, con questa Norvegia, una squadra brillante, che gioca un calcio offensivo e intenso e ha alcuni dei migliori calciatori in Europa.

L’esultanza di Vieri e Del Piero dopo il decisivo gol nella partita contro la Norvegia dei Mondiali del 1998 (Mark Sandten/Bongarts/Getty Images)
Come per altre nazionali in passato (il Belgio di qualche anno fa, per esempio), quella attuale viene definita la golden generation della Norvegia, la sua generazione migliore, anche se finora non era nemmeno mai riuscita a qualificarsi agli Europei (l’ultima e unica partecipazione norvegese risale al 2000). L’attaccante Erling Haaland, 25 anni, continua a segnare a ritmi eccezionali: nelle qualificazioni ha fatto 16 gol in 8 partite, segnando almeno un gol in ciascuna di esse. Nessun altro, nel mondo, in queste qualificazioni ha segnato più di lui.
Con la nazionale norvegese Haaland ha fatto 55 gol in 48 partite, mentre con il Manchester City, la sua squadra, in questo inizio di stagione ha già segnato 19 gol in 15 partite tra campionato e Champions League.
Con lui ci sono Martin Odegaard, centrocampista offensivo dell’Arsenal tra i migliori d’Europa per tocco di palla e visione di gioco (miglior assistman delle qualificazioni, con 7), e poi l’attaccante dell’Atlético Madrid Alexander Sorloth, l’ala del Lipsia Antonio Nusa, e vari altri calciatori che giocano nei principali campionati europei. Dalla Serie A arrivano i difensori Torbjorn Heggem (Bologna), Leo Ostigard (Genoa), Marcus Holmgren Pedersen (Torino) e i centrocampisti Kristian Thorstvedt (Sassuolo) e Morten Thorsby (Genoa). Dal 2020 l’allenatore è Stale Solbakken, che in precedenza aveva allenato Hamarkameratene, Copenhagen (due volte), Colonia e Wolverhampton.

La nazionale norvegese prima della partita vinta 5-0 contro Israele (Sebastian Frej/MB Media/Getty Images)
La qualificazione ai Mondiali appena ottenuta e questa concentrazione di calciatori forti non sono casuali. Negli ultimi anni la Norvegia ha investito denaro e tempo in un grosso programma di calcio (e sport in generale) nelle scuole, costruendo nuovi impianti al coperto, formando allenatori e allenatrici, allargando la base. Oggi sempre più ragazzini e ragazzine (la nazionale femminile è ancora più forte della maschile) possono giocare a calcio anche nei posti più freddi, imparando da tecnici preparati e pagando quote d’iscrizione accessibili a tutti.



