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  • Venerdì 14 novembre 2025

Gaza è ancora senza elettricità

E probabilmente lo resterà a lungo: quasi tutta la rete è stata distrutta da Israele, e gli abitanti si arrangiano con generatori e pannelli solari

Una famiglia mangia all'interno della propria tenda senza elettricità, Nuseirat, Striscia di Gaza, 31 ottobre 2025
(REUTERS/Mahmoud Issa)
Una famiglia mangia all'interno della propria tenda senza elettricità, Nuseirat, Striscia di Gaza, 31 ottobre 2025 (REUTERS/Mahmoud Issa)
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A più di un mese dall’inizio del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, gli abitanti palestinesi della Striscia di Gaza sono ancora quasi completamente senza elettricità. I camion con cibo e altri beni essenziali che stanno entrando nella Striscia in queste settimane trasportano anche del carburante che può essere usato per alimentare i generatori portatili, a cui però non tutti hanno accesso e che soprattutto non risolvono il problema principale: in oltre due anni di guerra, i continui attacchi e bombardamenti israeliani hanno distrutto oltre l’80 per cento della rete elettrica di Gaza.

Israele controlla tutti i confini della Striscia e dal 2007 impone un rigido embargo sul territorio. Anche prima dell’inizio della guerra la fornitura di energia elettrica avveniva con un sistema complicato: gli abitanti avevano a disposizione 180 MW, divisi fra 120 forniti da Israele e 60 prodotti dall’unica centrale elettrica presente nella Striscia, alimentata quasi solo attraverso il combustibile proveniente da Israele. Il fabbisogno stimato della Striscia era molto più alto, circa 600 MW, e per questo già allora molti utilizzavano generatori portatili e piccoli pannelli solari, ed erano frequenti i blackout. Inoltre, nei ricorrenti momenti di scontro con Hamas, Israele bloccava le forniture e l’elettricità diventava ancora meno accessibile.

L’elettricità nella Striscia serve anche per far funzionare gli impianti di desalinizzazione dell’acqua, senza i quali gli abitanti hanno a disposizione quasi soltanto acqua salata e inquinata.

Donne palestinesi camminano davanti all’unica centrale elettrica della Striscia di Gaza, oggi inattiva, a Nuseirat, il 31 ottobre 2025 (REUTERS/Mahmoud Issa)

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La situazione è peggiorata drasticamente dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre del 2023: Israele ha bloccato completamente l’invio di elettricità e carburante, cosa che in pochi giorni ha causato lo spegnimento dell’unica centrale elettrica della Striscia. Ha anche iniziato un’estesa campagna di bombardamenti e attacchi via terra che, oltre a uccidere decine di migliaia di persone palestinesi, ha progressivamente distrutto la rete elettrica del territorio. In questi due anni le forniture di carburante ed elettricità sono parzialmente riprese, ma in quantità insufficienti.

Spesso negli ultimi due anni gli unici luoghi ad avere ancora elettricità sono stati gli ospedali, dove comunque i medici e gli operatori sanitari sono obbligati a lavorare in condizioni disastrose, razionando il carburante che alimenta i generatori. Vengono usati anche i pannelli solari, che però servono perlopiù per caricare telefoni e altri dispositivi elettronici. La maggior parte delle persone si arrangia con torce elettriche e candele, e si scalda e cucina con il fuoco, spesso acceso utilizzando materiali tossici.

Un bambino studia sotto la luce di una torcia insieme alla sua famiglia, Nuseirat, Striscia di Gaza, 31 ottobre 2025 (REUTERS/Mahmoud Issa)

Tra marzo e maggio di quest’anno Israele ha bloccato completamente le forniture di beni essenziali, tra cui l’elettricità, nel tentativo di forzare Hamas a cedere sulle richieste israeliane nei negoziati per il cessate il fuoco. Nella pratica, il ministro dell’Energia israeliano Eli Cohen aveva ordinato alla Israel Electric Corporation (IEC), la principale compagnia che fornisce energia elettrica a Israele e ai territori palestinesi, di smettere di vendere del tutto la sua elettricità alla Striscia.

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Questa settimana Mohammed Thabet, direttore delle comunicazioni della compagnia elettrica della Striscia, ha detto a Reuters che i danni causati da Israele alla rete e alle infrastrutture elettriche della Striscia sono stimabili intorno ai 680 milioni di euro. Il COGAT, l’organo dell’esercito israeliano che gestisce l’ingresso degli aiuti a Gaza, ha detto che per ora ha ripristinato l’elettricità in due impianti di desalinizzazione dell’acqua nella Striscia.