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  • Giovedì 13 novembre 2025

In Germania non tornerà la leva obbligatoria, per ora

Ma secondo il nuovo piano del governo tutti i 18enni maschi dovranno compilare un questionario e sottoporsi a una visita medica obbligatoria

Reclute dell'esercito a Münster, Germania, novembre 2025
Reclute dell'esercito a Münster, Germania, novembre 2025 (Hesham Elsherif/Getty Images)
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Giovedì il governo della Germania ha presentato un piano per aumentare il numero di persone che prestano servizio militare. Per ora non ci sarà un ritorno della leva obbligatoria, ma saranno comunque introdotti nuovi impegni per i giovani tedeschi.

Il piano prevede, tra le altre cose, che da gennaio del 2026 tutti i maschi tedeschi nati nel 2008 (e che quindi dall’anno prossimo avranno 18 anni) si registrino presso il governo e si sottopongano a una visita medica obbligatoria per testare le proprie capacità fisiche e mentali. Dovranno inoltre compilare un questionario obbligatorio online in cui inserire informazioni su salute, prontezza fisica, livello d’istruzione e altre informazioni tra cui la disponibilità ad arruolarsi nell’esercito, se necessario.

Chi vorrà potrà arruolarsi per un servizio militare volontario della durata minima di sei mesi, prolungabile fino a 23. Per invogliare gli arruolamenti le reclute riceveranno un salario da 2.600 euro lordi al mese. In Italia i volontari in ferma iniziale, il primo passaggio per entrare nell’esercito, ricevono 1.170 euro al mese.

Anche le giovani donne riceveranno il questionario, ma per loro non sarà obbligatorio compilarlo. Non dovranno nemmeno sottoporsi alla visita medica. Questo perché la Legge fondamentale, cioè la Costituzione tedesca, prevede che soltanto gli uomini siano soggetti al servizio militare (dal 2001 le donne possono arruolarsi su base volontaria).

Un soldato saluta il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius a Muenster, Germania, novembre 2025

Un soldato saluta il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius a Münster, Germania, novembre 2025 (Hesham Elsherif/Getty Images)

Tutte queste misure hanno lo scopo di fornire allo stato un quadro completo della popolazione abile a combattere. I nuovi obblighi e gli incentivi dovrebbero inoltre fare aumentare gli arruolamenti volontari. A partire dall’invasione russa su larga scala dell’Ucraina, nel febbraio del 2022, la Germania (come altri paesi europei) ha cominciato un processo di riarmo e riforma delle proprie forze armate, con lo scopo di aumentare la prontezza della propria difesa. L’obiettivo del governo tedesco è portare il numero del personale attivo da 182mila a 260mila persone entro il 2035, e quello dei riservisti da 60mila a 200mila.

Il piano è stato concordato dai due principali partner di governo: la CDU (di centrodestra, a cui appartiene il cancelliere Friedrich Merz) e i Socialdemocratici dell’SPD (centrosinistra, a cui appartiene l’influente ministro della Difesa Boris Pistorius). Non è ancora stato approvato formalmente, ma non dovrebbe avere grosse difficoltà nell’iter legislativo ed è previsto che sarà approvato entro fine anno. È un piano di compromesso: la CDU avrebbe voluto reintrodurre fin da subito la leva obbligatoria, ma parte dell’SPD si è opposta.

Il ministro della Difesa però dovrà presentare al Bundestag, il parlamento, un resoconto ogni sei mesi sull’andamento degli arruolamenti. Se non arriveranno a un livello ritenuto soddisfacente, il parlamento potrà prendere in considerazione nuovi obblighi. Una proposta è la creazione di una lotteria che ogni anno selezioni in maniera casuale un certo numero di giovani uomini, che a quel punto sarebbero obbligati a fare il servizio militare.

La leva obbligatoria è stata sospesa in Germania nel 2011, ma potrebbe essere reintrodotta con un voto del parlamento a maggioranza semplice, senza bisogno di modificare la Costituzione (cosa che invece sarebbe necessaria per includere le donne nel servizio militare obbligatorio). Secondo un sondaggio di YouGov fatto a giugno, il 54 per cento dei tedeschi è favorevole alla reintroduzione della leva obbligatoria. Le preferenze differiscono molto tra le generazioni: è favorevole il 66 per cento delle persone sopra i 70 anni, ma soltanto il 35 per cento delle persone tra 18 e 29 anni.