«Quelle persone vanno prese a calci e mandate via»

L'ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, di Fratelli d'Italia, del gruppo che cantava cori fascisti nella sede del suo partito a Parma

Il ministro della Difesa Guido Crosetto a Verona, il 14 ottobre 2025 (Claudio Furlan/LaPresse)
Il ministro della Difesa Guido Crosetto a Verona, il 14 ottobre 2025 (Claudio Furlan/LaPresse)

Nei giorni scorsi è circolato molto un video che mostra alcune persone che cantano cori fascisti nella sede di Parma di Fratelli d’Italia: è stato girato la sera del 28 ottobre, anniversario della Marcia su Roma, l’evento che viene ricordato come l’inizio della presa del potere fascista in Italia. Diversi esponenti del partito hanno commentato prendendo le distanze, ma la dichiarazione più netta è stata quella del ministro della Difesa Guido Crosetto, che sabato, a margine di un evento elettorale a Napoli, ha detto:

«I cori fascisti di Parma si commentano da soli. Sono qualcosa che nulla ha a che fare con Fratelli d’Italia, quelle persone vanno prese a calci e mandate via».

Nel caso di Parma più che membri di Fratelli d’Italia sono coinvolti quelli di Gioventù Nazionale, l’organizzazione giovanile del partito che usa quella sede. Proprio il coordinamento regionale di Gioventù Nazionale ha fatto sapere che la sezione di Parma è stata commissariata a causa dei cori, e che presto sarà scelta una nuova persona per guidarla. La decisione, condivisa sia con i dirigenti nazionali di Gioventù Nazionale sia con quelli di Fratelli d’Italia, è stata motivata con ragioni di «incompatibilità politica». La procura di Parma intanto ha aperto un’indagine senza indagati né ipotesi di reato.

Non è il primo caso di espliciti atteggiamenti nostalgici verso il fascismo all’interno di Gioventù Nazionale: nel 2024 due esponenti si erano dimesse dopo la pubblicazione di un’inchiesta di Fanpage sulla diffusione di teorie e simboli fascisti e antisemiti nell’organizzazione. E prima che il partito entrasse a far parte del governo c’erano stati vari casi in cui i membri di Fratelli d’Italia avevano dimostrato di provare una certa nostalgia per il fascismo.

Fratelli d’Italia è nato dopo la fine di Alleanza Nazionale, che a sua volta era l’erede del Movimento Sociale Italiano, il partito di estrema destra che raccolse diverse figure di rilievo che avevano lavorato nel regime fascista o lo avevano sostenuto fino alla fine.

La presidente del Consiglio e leader del partito Giorgia Meloni da anni sta cercando di distanziare Fratelli d’Italia dal suo passato, ma con atteggiamenti spesso ambigui e mai davvero chiarificatori del suo rapporto col fascismo. Un esempio è dato dal simbolo del partito: è la fiamma tricolore, un’immagine che Meloni dice non avere niente a che vedere col fascismo ma che in realtà ha accompagnato tutti i partiti di estrema destra nella storia repubblicana italiana. Sul caso di Parma Meloni non ha commentato.

Rispetto agli altri dirigenti di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto è il più distante dal background culturale del partito: innanzitutto è cresciuto politicamente in Forza Italia, quindi un partito di centrodestra e non di estrema destra, si definisce un «cattolico democratico», ed è considerato il dirigente più “istituzionale” di Fratelli d’Italia, quello che gode di buoni rapporti e di una certa stima anche tra gli avversari politici.

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