Bill Gates ha un po’ cambiato idea sul cambiamento climatico
Ci ha investito miliardi di dollari ed è ancora convinto che sia un enorme problema, ma suggerisce di pensare più alle persone che ai gradi che aumentano

Bill Gates, lo statunitense cofondatore di Microsoft e una delle persone più ricche al mondo, ha pubblicato sul proprio sito un lungo testo nel quale rivede parte del proprio approccio sul tema del contrasto al riscaldamento globale, invitando ad abbandonare una «prospettiva apocalittica».
Gates, che in questi anni ha speso miliardi del proprio patrimonio in progetti per comunicare e gestire i rischi del cambiamento climatico ed è estremamente influente su questo argomento, ora dice che ci si dovrebbe concentrare sulla qualità della vita nei paesi più poveri. È un evidente cambio di posizione rispetto ad alcuni anni fa quando definiva il cambiamento climatico il più grande rischio che l’umanità deve affrontare.
Il testo è stato pubblicato una settimana prima dell’inizio della COP30, la conferenza internazionale sul clima delle Nazioni Unite che quest’anno si terrà a Belém in Brasile, senza la partecipazione degli Stati Uniti. A differenza degli anni scorsi, Gates non sarà all’incontro e la sua assenza è stata interpretata come un ulteriore segnale di cambiamento di approccio, forse dovuto anche a quanto è cambiata la situazione politica statunitense, con il governo di Donald Trump apertamente contrario alle politiche per mitigare gli effetti del riscaldamento globale. Trump ha in più occasioni sostenuto la necessità di aumentare il consumo di combustibili fossili, la prima causa delle grandi emissioni di gas serra che determinano il riscaldamento del pianeta.
A differenza di Trump, Gates è ancora fermamente convinto che il cambiamento climatico debba essere una priorità non solo dei governi, ma dell’intera società. Occuparsene nella fase particolare che stanno attraversando gli Stati Uniti, con politici con posizioni apertamente negazioniste al governo, non è però semplice e probabilmente ha contribuito al parziale cambio di approccio da parte di Gates.
Intervistato da CNBC, Gates ha detto di considerarsi ancora un attivista climatico, ma di sentirsi anche «un attivista della sopravvivenza infantile». Ritiene che se l’obiettivo è salvare vite umane, allora nella valutazione costi/benefici è più utile fornire vaccini ai bambini rispetto a ridurre di 0,1 °C l’aumento della temperatura media globale. Come hanno segnalato diversi osservatori, non è però chiaro perché non si possano fare entrambe le cose, considerato che ci possono essere risorse per affrontare entrambi i problemi.
«Nonostante il cambiamento climatico abbia gravi conseguenze, in particolare per le persone nei paesi più poveri, non significa che questo porterà al declino dell’umanità. Le persone potranno continuare a vivere e a prosperare in buona parte della Terra per il prossimo futuro» ha scritto Gates.
Gates invita a considerare «tre dure verità», che segnano i punti principali del suo documento e che mostrano un cambiamento di approccio.
1. «Il cambiamento climatico è un problema serio, ma non sarà la fine della civiltà umana»: Gates riconosce che diversi obiettivi per rallentare il riscaldamento globale non sono stati raggiunti, ma ricorda che negli ultimi dieci anni è stata ridotta del 40 per cento la proiezione sulla quantità di emissioni che saranno prodotte nel 2040, al tempo stesso oltre alla prevenzione è inevitabile investire in soluzioni di adattamento al cambiamento del clima.
2. «La temperatura non è il modo migliore per misurare i nostri progressi sul clima»: Gates sostiene l’importanza di ridurre comunque l’enfasi sulla riduzione delle emissioni, perché rischia di mettere in secondo piano gli sforzi per ridurre le disuguaglianze nel benessere umano in diverse aree del mondo. Scrive che misure climatiche troppo rigide o prive di alternative, come vietare fertilizzanti o tagliare i combustibili fossili nei paesi poveri, rischiano di aggravare fame, instabilità e disuguaglianze senza reali benefici ambientali.
3. «La salute e la prosperità sono la miglior difesa contro il cambiamento climatico»: rispetto al passato, Gates è diventato più esplicito e diretto nel sostenere che una sostenuta crescita economica nei paesi poveri può dimezzare i decessi legati al clima, perché prosperità e salute riducono la vulnerabilità agli eventi estremi.
«Il dato sulla temperatura media globale non ci dice niente sulla qualità della vita delle persone. Se la siccità uccide i tuoi campi, puoi ancora permetterti del cibo? Quando c’è un’ondata di calore estrema, puoi avere accesso all’aria condizionata? Quando un’inondazione causa un’epidemia, il centro medico locale è in grado di trattare tutte le persone che sono malate?» scrive Gates, segnalando l’importanza di sviluppare sistemi per rispondere alle emergenze, più che prevenirle.
Se in precedenza Gates aveva sostenuto l’importanza di un approccio per limitare il più possibile l’aumento della temperatura media globale, ora sembra trasparire la percezione di una certa inevitabilità del riscaldamento globale e la necessità di essere pronti per affrontare i suoi effetti. Lo scorso maggio Gates aveva annunciato l’intenzione di chiudere entro il 2025 la sua fondazione, la Bill & Melinda Gates Foundation, la più grande organizzazione filantropica privata al mondo.
Il piano di chiusura prevede di distribuire oltre 200 miliardi di dollari nei prossimi vent’anni, cercando di portare un’accelerazione in vari settori con un impatto concreto e misurabile. Le «tre dure verità» sembrano essere gli obiettivi principali del nuovo piano per la fondazione, che dal 2000 ha investito oltre 100 miliardi di dollari e ha salvato decine di milioni di vite, con un forte impatto sulla riduzione della mortalità infantile globale. Gates ha inoltre scelto di provare a compensare, almeno in parte, la fine degli aiuti internazionali che il governo statunitense forniva tramite la propria Agenzia internazionale per lo sviluppo (USAID), chiusa a inizio anno da Trump.
Il cambiamento di approccio non ha per ora determinato modifiche nei piani di investimento di Gates nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie sostenibili per la produzione di energia elettrica. Con il suo patrimonio ha finanziato negli anni diverse startup e si è concentrato in particolare sullo sviluppo di reattori nucleari di nuova generazione, più piccoli ed economici da gestire rispetto a quelli attualmente presenti nelle centrali atomiche. Gli investimenti hanno interessato soprattutto la società di energia nucleare TerraPower, che ha da poco ottenuto i permessi necessari negli Stati Uniti per la costruzione dei primi prototipi.
Gates continua a definire il riscaldamento globale «un problema molto importante», ma al tempo stesso segnala che «la prospettiva apocalittica fa sì che buona parte del lavoro sul clima si concentri troppo sugli obiettivi di breve periodo legati al taglio delle emissioni». Diverse analisi hanno segnalato che una comunicazione troppo pessimistica del problema tende a disincentivare l’azione, o a favorire proposte meno incisive di altre.
Il mondo non si è però mai riscaldato così tanto da quando viene sistematicamente registrata e calcolata la temperatura media globale e il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, ultimo di una lunga serie di anni più caldi. L’IPCC, il gruppo scientifico di lavoro sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, segnala da tempo che senza una forte riduzione nella produzione di gas serra la temperatura media globale continuerà ad aumentare, con l’impossibilità per le popolazioni interessate di adattarsi alla rapidità dei cambiamenti.
Questa settimana il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha detto che «la verità è che non siamo riusciti a evitare un superamento di 1,5 °C nei prossimi anni» come previsto dall’Accordo di Parigi del 2015, proprio per ridurre gli effetti del cambiamento climatico. Guterres ha ricordato quanto sia importante che il superamento sia solo temporaneo, per evitare l’avvio di processi che potrebbero essere irreversibili e con un forte impatto su milioni di persone.



