Chi è chi e cosa è cosa in “A House of Dynamite”

Il film di Kathryn Bigelow su un attacco nucleare è pieno di DEFCON, libri neri, FEMA, intercettori GBI, consiglieri per la sicurezza, protocolli e codici: proviamo a chiarire

L'attrice Rebecca Ferguson nella “situation room” nel film  A House of Dynamite (Netflix)
L'attrice Rebecca Ferguson nella “situation room” nel film A House of Dynamite (Netflix)
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A House of Dynamite, il film di Kathryn Bigelow presentato fuori concorso a Venezia e da pochi giorni su Netflix, racconta da varie prospettive i venti minuti successivi all’avvistamento di un missile nucleare di provenienza sconosciuta che entra nello spazio aereo statunitense, e il processo decisionale di governo ed esercito americano che questo attacco comporta. È un film di grande tensione, ma anche pieno di ruoli, sigle e procedure che potrebbero risultare un po’ oscure. Ed è stato anche criticato per la verosimiglianza di alcune scene, di alcuni processi decisionali e di alcuni dati tecnici. Facciamo un po’ di chiarezza sulle prime cose e sulle seconde, e ovviamente: SPOILER.

Situation Room
Il primo avvistamento del missile è segnalato nella White House Situation Room: a dispetto del nome non è una stanza, ma un complesso nell’ala ovest della Casa Bianca (West Wing), che comprende la sala di osservazione e postazione di guardia (quella che si vede a lungo nel film) e tre sale riunioni sicure. Ci lavorano 130 membri alle dipendenze del Consiglio Nazionale di Sicurezza (NSC).

ICBM, missile balistico intercontinentale
Il missile identificato è un intercontinental ballistic missile (ICBM), missile balistico intercontinentale: è progettato primariamente per trasportare testate nucleari, può arrivare a coprire distanze tra i 10 e i 20mila chilometri, lo possiedono tutte le potenze nucleari tranne il Pakistan, ossia Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, India, Regno Unito, Israele e Corea del Nord. Nel film lo segnala lo SBX-1 early warning radar, una stazione radar galleggiante e mobile, ma non si riesce a identificare da dove provenga: molti esperti hanno detto che nella realtà la molteplicità di satelliti di osservazione dovrebbe permettere sempre l’identificazione della provenienza.

Il test di lancio di un missile balistico intercontinentale dalla base Vandenberg in California nel 2019 (Staff Sgt. J.T. Armstrong/U.S. Air Force via AP)

Traiettoria suborbitale
Nel film il comando militare capisce che si tratta di un missile e di un attacco quando viene identificata la “traiettoria suborbitale”. Significa che l’oggetto o il veicolo esce dall’atmosfera terrestre ma è destinato a tornare sulla Terra: questo esclude che sia un satellite o un test scientifico. I tempi di impatto indicati, di circa 20 minuti, sono realistici.

DEFCON, Defense readiness Condition
Il termine DEFCON indica lo stato di allerta delle forze armate degli Stati Uniti: Defense readiness Condition, “condizione di prontezza difensiva”. I gradi di allerta sono cinque (5 è il minore, 1 è il più alto). Già nei primi minuti viene alzato al livello DEFCON 2, che per quanto è noto nella realtà è stato toccato una sola volta, con la crisi dei missili di Cuba nel 1962: implica la possibilità di una guerra nucleare entro sei ore. In seguito viene alzato a DEFCON 1, che impone una risposta immediata.

GBI, intercettori terrestri
Per provare a fermare il missile vengono impiegati due GBI, Ground-based Interceptor, intercettori terresti: sono missili anti-balistici (cioè progettati per fermare missili balistici). Gli Stati Uniti ne hanno almeno 40, di cui molti a Fort Greely, in Alaska: sulle percentuali di efficacia dei GBI si sono concentrate le critiche del dipartimento della Difesa statunitense. Molti esperti militari ritengono che, nonostante siano fallibili, con ogni probabilità intercetterebbero un singolo missile balistico.

STRATCOM, comando strategico
Lo United States Strategic Command è uno degli undici centri di comando congiunti del dipartimento della Difesa. Ha sede in una base aerea in Nebraska, controlla l’intero arsenale nucleare statunitense e ha anche compiti di intelligence. La prima risposta al missile viene invece gestita dal NORTHCOM, United States Northern Command, comando settentrionale con sede in Colorado che ha fra i suoi compiti quello di difendere il territorio statunitense.

Gli attori all’interno del comando strategico STRATCOM nel film (Netflix)

Consigliere per la sicurezza nazionale
Uno dei personaggi principali del film è il vice-consigliere per la sicurezza nazionale (che agisce al posto del suo superiore che è impossibilitato): il ruolo di consigliere per la Sicurezza nazionale è importante e in passato fu ricoperto anche da Henry Kissinger. Viene nominato dal presidente e fa parte del suo staff, non del governo, ma ha accesso a tutti i report dell’intelligence. Oggi svolge questa funzione Marco Rubio, che è anche segretario di Stato (corrispondente del nostro ministro degli Esteri). Ha assunto il doppio incarico dopo le dimissioni del consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz e del suo vice Alex Wong, coinvolti nel caso delle chat su Signal in cui si commentavano piani militari e a cui era stato aggiunto per errore il direttore del mensile Atlantic. Altri personaggi sono il segretario alla Difesa, che corrisponde al Ministro della Difesa, e la consigliera della Sicurezza nazionale specializzata in Corea del Nord.

Protocollo per la continuità del governo
Viene attivato dal segretario alla Difesa: il Protocollo per la continuità del governo (COg) è anche detto Continuity of Operations (COOP) e definisce alcune operazioni per mettere in sicurezza ruoli chiave dell’amministrazione e garantire che possano continuare a prendere decisioni, coordinandosi. È il protocollo per cui in momenti di crisi il presidente viene fatto imbarcare sull’Air Force One, l’aereo presidenziale, mentre membri del governo e delle agenzie governative vengono portati in strutture sicure come il PEOC, Centro operativo presidenziale d’emergenza. È un bunker situato sotto l’ala orientale della Casa Bianca (quella oggi in ristrutturazione). Il protocollo fu attivato dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001.

FEMA, Agenzia federale per la gestione delle emergenze
La Federal Emergency Management Agency (FEMA) è il corrispondente della nostra Protezione Civile a livello federale: i singoli stati gestiscono le emergenze con le protezioni civili statali finché non richiedono l’intervento federale della FEMA. Fu creata dal presidente Jimmy Carter nel 1979. L’attuale amministrazione Trump vuole ridurre o eliminare del tutto la FEMA, a cui ha già tagliato molti fondi.

Bombardieri B-2
In vista di una possibile risposta vengono armati e messi in volo i bombardieri B-2, il cui nome completo è Northrop Grumman B-2 Spirit. I B-2, molto riconoscibili per la loro forma ad ali di pipistrello, sono dotati di una tecnologia, detta stealth, che riduce le possibilità di essere intercettati dai radar e abbattuti. Sono stati utilizzati a giugno per i bombardamenti dei siti nucleari iraniani.

Un bombardiere B-2 in arrivo alla base aerea Whiteman il 22 giugno 2025 (AP Photo/David Smith)

Secret Service
Non sono i servizi segreti, ma l’agenzia governativa che si occupa della sicurezza del presidente, del vice e degli ex presidenti, molto criticata dopo l’attentato contro Donald Trump di luglio del 2024. Gli agenti danno un nome in codice alla persona che devono proteggere: nel film il presidente viene chiamato “Icon”. Nella realtà Joe Biden fu “Celtic”, Trump “Mogul”, Barack Obama “Renegade”.

Il libro nero
Verso la fine del film al presidente viene fornito un libro, chiamato “The Black Book”, con le possibili risposte nucleari all’attacco. Esiste nella realtà e fa parte della Nuclear football, il nome con cui viene chiamata informalmente la President’s emergency satchel, ovvero “cartella d’emergenza del presidente”. È una valigetta nera che accompagna il presidente in ogni spostamento e che contiene tutto il necessario per ordinare l’uso di armi nucleari. Ce ne sono tre: un’altra accompagna il vicepresidente, una terza è alla Casa Bianca.

Codici di autenticazione
Il presidente può prendere decisioni e dare ordini a distanza dopo che è stata verificata la sua identità attraverso codici di autenticazione, una sequenza di lettere e numeri che deve essere ripetuta e controllata nelle comunicazioni. Per autorizzare un attacco nucleare serve il cosiddetto “Gold Code”, un codice aggiornato giornalmente e fornito al presidente sotto forma di una scheda plastificata, chiamata the biscuit. Anche altre comunicazioni militari prevedono l’uso di codici di autenticazione.

Complesso montuoso Raven Rock
Alcuni dei protagonisti vengono trasferiti nel complesso militare montuoso Raven Rock: esiste, è conosciuto come Site R o The Rock, ed è in Pennsylvania. È un complesso di bunker che viene chiamato il «Pentagono sotterraneo»: pare possa ospitare fino a 1.400 persone ed è dotato di vari sistemi di comunicazione.

Quelli che mancano
Probabilmente per esigenze narrative e per limitare il numero dei personaggi in A House of Dynamite non compare né viene nominato un certo numero di persone che verrebbero invece sicuramente coinvolte in situazioni di crisi del genere. Non ci sono il vicepresidente, né il segretario di Stato, non viene coinvolto il capo di stato maggiore delle forze armate e non compare mai il capo dello staff (o capo di gabinetto) del presidente, figura che invece è costantemente al suo fianco, che ha ampi poteri e che quasi sempre è una specie di primo consigliere.

Nel film il presidente non ha contatti diretti con dirigenti dell’intelligence, con le Nazioni Unite (anche se sta valutando un attacco preventivo in ritorsione) né con altri leader mondiali. Non ci sono telefonate con gli alleati, e il governo del Canada non viene avvisato di una bomba nucleare che sta per cadere vicino ai suoi confini: il tutto è giustificato narrativamente dalla concitazione del momento, ma nella realtà probabilmente un presidente parlerebbe meno con un anonimo consulente militare nucleare (come accade nel film) e più con altri leader o membri del governo.