La Russia sta alimentando i vasti incendi in Ucraina?

Un'inchiesta del Guardian e del Kyiv Independent ha documentato attacchi che puntano a distruggere gli alberi e ostacolare i soccorritori

Un incendio in una foresta nella regione di Donetsk, nell'agosto del 2024 (AP Photo/Evgeniy Maloletka)
Un incendio in una foresta nella regione di Donetsk, nell'agosto del 2024 (AP Photo/Evgeniy Maloletka)
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Nel 2024 in Ucraina sono bruciati più di 10mila chilometri quadrati di terra: più del doppio della superficie coinvolta in incendi in tutti i paesi dell’Unione Europea messi insieme. Secondo una recente inchiesta del Guardian e del Kyiv Independent, basata su interviste con varie persone ucraine e sull’analisi delle immagini satellitari, la Russia sfrutta il problema per attaccare i soccorritori.

Gli incendi coinvolgono tutta l’Ucraina ma sono concentrati soprattutto nelle province orientali, come quelle di Kherson e di Kharkiv, più vicine al fronte. I dati analizzati dai due giornali indicano la presenza di tanti incendi poco intensi, che quasi certamente sono causati da esplosioni e poi si propagano se ci sono le condizioni climatiche favorevoli.

L’ipotesi di alcuni procuratori ucraini è che una parte degli attacchi russi abbia come obiettivo specifico la distruzione degli alberi e in generale delle risorse naturali ucraine. Vitaliy Nikitin, che lavora per l’ufficio del procuratore generale di Kherson, dice che «non ci sono bombardamenti accidentali, ogni attacco è un’azione militare deliberata […] Ogni caso di bombardamento che danneggia le risorse naturali, dai parchi nazionali alle foreste e ad altri siti ambientali, è documentato».

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Non è facile però riuscire a dimostrarlo, anche perché condurre indagini nei territori esposti agli attacchi è molto rischioso. Le persone intervistate dicono che i soldati russi ostacolano il contenimento degli incendi colpendo in maniera sistematica i vigili del fuoco e i soccorritori con i droni. In molti casi usano la tattica dei bombardamenti noti come “double tap”: attaccano un’area, in questo caso provocando un incendio, aspettano che arrivino i soccorritori e poi la attaccano di nuovo, per massimizzare i danni e causare un maggior numero di vittime.

Questi attacchi sono confermati da alcuni video pubblicati su Telegram da soldati russi. In uno di questi, che il Kyiv Independent e il Guardian sono riusciti a verificare in modo indipendente, si vede un “drone suicida” (cioè progettato per esplodere una volta raggiunto il proprio obiettivo) che colpisce un camion dei vigili del fuoco, arrivato dopo una precedente esplosione in un distributore di benzina.

Vigili del fuoco spengono le fiamme dopo un attacco russo su Kiev, il 7 settembre del 2025 (AP Photo/Efrem Lukatsky)

Serhii Skoryk, il direttore del parco nazionale Kamianska Sich (nella provincia di Kherson), dice che in quella zona ci sono sempre dei droni. Aggiunge di aver subìto attacchi mirati in circa la metà degli interventi per estinguere le fiamme. Per i vigili del fuoco e i soccorritori difendersi è molto difficile: i droni di ultima generazione usati dai russi sono resistenti al jamming, una tecnica basata sull’invio di segnali che interferiscono o bloccano il segnale del GPS, rendendolo inutilizzabile. L’unico modo per liberarsi dei droni è abbatterli.

A peggiorare la situazione ci sono le mine inesplose, che in Ucraina si stima siano oltre due milioni: il calore degli incendi fa esplodere le mine, le esplosioni a loro volta rendono gli incendi ancora più violenti e ostacolano le attività di soccorso. I vigili del fuoco e i soccorritori non possono quindi intervenire finché l’area non è sicura, ma nel frattempo gli incendi si espandono e distruggono sempre più terreno.

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Tutto questo sta causando anche enormi danni ambientali. Secondo gli esperti sentiti dai due giornali, un terzo dei terreni bruciati nel 2024 era coltivato prima della guerra e oggi è inutilizzabile. La distruzione delle foreste peggiora la situazione, perché toglie protezione alle coltivazioni e ostacola il naturale deflusso dell’acqua. Inoltre i bombardamenti e gli incendi stanno distruggendo e inquinando parchi naturali e aree protette, come il Kamianska Sich e la Riserva naturale della steppa ucraina. I problemi non si risolveranno in poco tempo: anche se la guerra finisse, la presenza di ordigni inesplosi rallenterebbe la riforestazione e alcuni danni all’ecosistema potrebbero essere permanenti.