Un voto al parlamento israeliano non è proprio piaciuto agli Stati Uniti
I deputati più estremisti hanno approvato in via preliminare una legge per annettere parti della Cisgiordania, nonostante la nota contrarietà di Trump

Mercoledì il parlamento israeliano ha approvato in via preliminare una legge per annettersi le colonie della Cisgiordania, un territorio che secondo la comunità internazionale appartiene ai palestinesi, ma che Israele occupa illegalmente dal 1967.
È una proposta poco sensata, che dividerebbe ulteriormente il territorio e allontanerebbe la possibilità di creare uno stato palestinese, di cui dovrebbero fare parte i territori della Striscia di Gaza, della Cisgiordania e di Gerusalemme Est. Il parlamento ha approvato (sempre in via preliminare) anche un’altra legge che propone di annettere la colonia di Maale Adumim, quella che secondo un piano di Israele estremamente dibattuto dovrebbe essere estesa per collegarla a Gerusalemme Est, dividendo di fatto in due la Cisgiordania.
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L’approvazione delle leggi non è definitiva, e anzi quello di mercoledì era solo il primo voto sui quattro che servirebbero. È però un problema per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: l’annessione è sostenuta da alcuni dei suoi alleati di governo più estremisti, ma gli Stati Uniti, storici alleati di Israele, sono fermamente contrari.
Il voto tra l’altro è avvenuto proprio mentre il vicepresidente statunitense J.D. Vance era in visita in Israele: ha detto che è stata una cosa «molto stupida» e che la considera «un insulto». Anche il segretario di Stato Marco Rubio ha criticato il voto, dicendo che la legge rappresenta «una minaccia» al piano del presidente Donald Trump per la fine della guerra.
Trump stesso si è detto più volte contrario. L’ha ribadito anche in una recente intervista al magazine Time, dicendo che se Israele dovesse annettere la Cisgiordania «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti». L’intervista è stata pubblicata giovedì ma era stata fatta il 15 ottobre, quindi pochi giorni dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, basato su un accordo mediato proprio da Trump e presentato come un suo grande successo.
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La prima proposta, quella generale sulle colonie, è passata con 25 voti favorevoli e 24 contrari: hanno votato a favore i partiti più estremisti, per esempio quelli dei ministri Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich (noti per le loro posizioni profondamente ostili verso la popolazione palestinese), ma anche un parlamentare del partito di Netanyahu, il Likud, che si è espresso in contrapposizione alla linea. Netanyahu infatti era contrario, consapevole che l’idea non piace agli Stati Uniti: ha detto che il voto è stata «una provocazione politica deliberata dell’opposizione per seminare discordia».


