La goffa giustificazione della Rai per non aver trasmesso “No Other Land”
L'azienda dice che il documentario palestinese vincitore dell'Oscar «non era in sintonia con il clima di speranza per la pace» nella Striscia di Gaza

Lo scorso 21 ottobre il documentario palestinese No Other Land non è andato in onda su Rai 3, come invece era previsto dalla programmazione. La trasmissione del documentario è stata spostata al 15 novembre. Non è la prima volta che succede: doveva essere già trasmesso il 7 ottobre ma si era poi deciso di spostarlo proprio al 21. No Other Land ha vinto l’Oscar per il miglior documentario nel 2025, ma ha avuto difficoltà a trovare un distributore negli Stati Uniti per via del suo contenuto critico nei confronti di Israele.
La mancata messa in onda il 21 ottobre è stata inaspettata e lo spostamento al 15 novembre non era stato inizialmente comunicato dalla Rai. Il giorno successivo il direttore della sezione Cinema e serie tv della Rai (che quindi si occupa della messa in onda di film e documentari), Adriano De Maio, ha giustificato la scelta in un modo decisamente goffo, suggerendo che la messa in onda potesse in qualche modo influenzare le aspettative sull’accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza o alimentare violenze in Italia. All’agenzia di stampa AGI De Maio ha detto:
La prevista collocazione di “No other land” il 21 ottobre non era in sintonia con il clima di speranza per la pace che poi è stata firmata. I contenuti del film avrebbero rischiato strumentalizzazioni, con l’alzarsi del livello delle manifestazioni di piazza anche violente. Ho chiesto di rinviare la collocazione per trasmetterlo in un clima più stabile e disteso perché possa essere apprezzato per la storia di amicizia tra due popoli che possono vivere in pace.
No Other Land racconta la storia delle persone palestinesi che vivono a Masafer Yatta, in Cisgiordania, che da quasi mezzo secolo subiscono violenze sistematiche da parte delle autorità e dei coloni israeliani. Nei primi anni Ottanta l’esercito israeliano decise che Masafer Yatta sarebbe dovuta diventare un’“area per esercitazioni militari” (un pretesto usato per appropriarsi in modo illegale dei territori che appartengono ai palestinesi), e da allora ha cercato con ogni mezzo di sfrattare i suoi abitanti.
Le motivazioni date da De Maio hanno attirato varie critiche. Le ultime grandi manifestazioni per la Palestina in Italia sono state il 3 ottobre (in molte città) e il 4 ottobre (a Roma), due settimane prima della prevista messa in onda del documentario, e sono state largamente pacifiche. Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza è in vigore dal 10 ottobre. Peraltro, il documentario parla delle violenze dei coloni israeliani nei confronti delle persone palestinesi in Cisgiordania: violenze che hanno una storia lunga decenni (come racconta il documentario stesso), che sono peggiorate negli ultimi anni e stanno continuando anche dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
No Other Land è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane dal 16 gennaio 2025 dalla società Wanted Cinema, in collaborazione con Medici Senza Frontiere e con il patrocinio di Amnesty International. La Rai ha acquistato i diritti per trasmetterlo due volte su Rai 3. Come detto la prima messa in onda sarebbe dovuta avvenire il 7 ottobre, ma poi la Rai ha cambiato programma e l’ha spostata al 21 ottobre, spiegando che in prima serata ci sarebbe stato uno spazio informativo dedicato proprio alla ricorrenza dei due anni dall’attacco di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023.
Dal 5 novembre il documentario sarà disponibile anche sulle piattaforme di streaming.


