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  • Venerdì 17 ottobre 2025

La Germania dovrebbe pagare 50 milioni di euro per la strage nazista di Marzabotto

È stata di nuovo condannata a risarcire i familiari delle vittime, ma anche stavolta i soldi ce li metterà l'Italia

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Frank-Walter Steinmeier, presidente della Repubblica Federale di Germania, a Marzabotto nel 2024 per la cerimonia a 80 anni dalla strage
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Frank-Walter Steinmeier, presidente della Repubblica Federale di Germania, a Marzabotto nel 2024 per la cerimonia a 80 anni dalla strage (ANSA/FRANCESCO AMMENDOLA)
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La Corte d’Appello di Bologna ha stabilito che i familiari delle vittime della strage di Marzabotto, dove tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944 i nazisti massacrarono circa 800 civili, dovranno ricevere un risarcimento complessivo di circa 50 milioni di euro. La sentenza d’appello ha confermato quella di primo grado che nel 2022 sancì le responsabilità della Germania.

La strage fu un’azione di rappresaglia contro la formazione partigiana Stella Rossa, impegnata nella Resistenza e formata da centinaia di giovani partigiani che provenivano da Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, comuni dell’Appennino bolognese. Fu organizzata tra gli altri dal generale nazista Albert Kesselring, poi processato per crimini di guerra e ritenuto responsabile di una serie di altri noti massacri, tra cui la strage di Sant’Anna di Stazzema e quella delle Fosse Ardeatine.

A capo delle truppe che guidarono i sei giorni di massacri fu messo il maggiore Walter Reder: prima di iniziare, la mattina del 29 settembre, i soldati ai suoi ordini accerchiarono e rastrellarono un’estesa area attorno ai comuni interessati. Assistiti da una serie di funzionari fascisti locali che conoscevano il territorio, i soldati tedeschi penetrarono nell’area, la setacciarono e attaccarono la popolazione civile in oltre un centinaio di località.

Mitragliarono civili disarmati all’interno di case, cascine, scuole, cimiteri, lungo le strade e dentro le chiese; uccisero centinaia di donne, bambini e anziani, decapitarono un sacerdote, e distrussero intere zone abitate; le abitazioni vennero rase al suolo con lanci di bombe a mano e incendi. Al termine dei sei giorni consecutivi di rastrellamenti e violenze il bilancio fu di quasi 800 persone uccise.

I processi contro i responsabili della strage iniziarono subito dopo la Seconda guerra mondiale e continuarono fino all’inizio degli anni Duemila: il primo fu quello contro il maggiore Reder, condannato all’ergastolo e morto nel 1991 a Vienna, in Austria. Poi furono processati 17 ufficiali e sottufficiali nazisti coinvolti a vario titolo nella pianificazione, organizzazione e attuazione della strage, 10 dei quali furono ritenuti colpevoli. Tutte le stragi compiute dai militari tedeschi sono state giudicate come crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Più di recente una trentina di familiari delle vittime assistita dagli avvocati Roberto Nasci, Antonella Micele e Andrea Speranzoni, ha avviato una causa civile contro lo Stato tedesco per ottenere un risarcimento. Lo stesso hanno fatto centinaia di parenti di vittime di altre stragi fatte dai nazisti in Italia. Nonostante il pronunciamento dei giudici, non è certo che i familiari delle vittime riescano a ottenere tutti i soldi (da 400mila fino a 3 milioni di euro ciascuno) per via della complessa e discussa gestione del fondo per i risarcimenti istituito dallo Stato italiano.

Negli ultimi 30 anni, ovvero da quando sono state emesse le prime sentenze, le richieste di risarcimento si sono trascinate a lungo perché la Germania si è sempre opposta ai pagamenti sostenendo di aver già saldato il conto all’Italia con gli accordi di Bonn del 1962. Per chiudere la questione ed evitare scontri diplomatici con la Germania, il 30 aprile del 2022 il governo di Mario Draghi approvò un decreto-legge che istituì un fondo apposito per i risarcimenti. Inizialmente il fondo era di 55 milioni di euro, aumentato poi a 61 milioni divisi su più anni. In questo modo l’Italia si è fatta carico dei risarcimenti che spettavano alla Germania.

A causa di questo radicale cambio di impostazione dei processi civili, lo Stato italiano è diventato controparte al posto dello Stato tedesco e per questo l’Avvocatura dello Stato ha iniziato a opporsi alle richieste di risarcimento, allungando i tempi. Inoltre, nonostante le sentenze, in molti casi il ministero dell’Economia che gestisce il fondo paga oltre i 180 giorni concessi dalla legge.

La nuova sentenza per la strage di Marzabotto renderà ancora più evidente un problema già denunciato da alcuni avvocati che assistono i familiari delle vittime delle stragi, e cioè che il fondo non ha soldi a sufficienza per coprire tutti i risarcimenti.