Il Vaticano accusa l’assemblea dei vescovi di gestire male i casi di abusi sui minori
In un rapporto piuttosto duro parla di una «notevole resistenza culturale» ad affrontare il problema, e ne è nato uno scontro

Un rapporto pubblicato giovedì dalla Commissione per la tutela dei minori, l’organo del Vaticano che si occupa di prevenire casi di abusi su minori e persone vulnerabili, ha usato toni piuttosto critici nei confronti della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), accusandola di non aver adottato le misure necessarie per affrontare meglio il problema. La CEI è l’assemblea dei vescovi della Chiesa cattolica, che ha a sua volta replicato, aprendo un dibattito.
I toni del rapporto sono piuttosto severi: tra le altre cose, la Commissione ha criticato la CEI per non aver creato un ufficio centrale per raccogliere segnalazioni e denunce, citando una «notevole resistenza culturale» nell’affrontare gli abusi. La CEI ha invece definito i dati diffusi dalla Commissione «del tutto parziali» e «non esaustivi», perché basati in gran parte su incontri facoltativi avvenuti durante la visita ad limina (cioè la visita periodica dei vescovi a Roma per riferire al papa sulla situazione delle loro diocesi) del 2024.
Un altro punto contestato riguarda le risposte delle diocesi italiane al cosiddetto questionario quinquennale, uno strumento usato per la raccolta di informazioni che la Commissione invia ogni cinque anni a tutte le diocesi del mondo per verificare l’attuazione delle norme sulla tutela dei minori e delle persone vulnerabili nella Chiesa. Secondo la Commissione, la collaborazione della CEI è stata molto limitata: soltanto 81 delle 226 diocesi italiane hanno risposto al questionario.
Ma la Conferenza episcopale ha accusato la Commissione di parzialità anche in questo caso, sostenendo che il 94 per cento delle diocesi abbia invece risposto a un’indagine condotta internamente dalla stessa CEI. Ha anche evidenziato che il rapporto non ha tenuto conto della riorganizzazione avviata negli ultimi anni, con cui tutte le regioni e le diocesi italiane si sono dotate di un servizio interno per la tutela dagli abusi.
Non è la prima volta che la CEI viene criticata per la scarsa incisività delle misure adottate per prevenire, denunciare e affrontare gli abusi. Tra il 2022 e il 2023 aveva diffuso un rapporto che aveva generato polemiche per la sua parzialità e per la limitatezza dei dati raccolti. È notevole però che questa volta le critiche vengano da una commissione messa in piedi dal Vaticano.
La Commissione ha segnalato comunque anche dei «progressi significativi», riferendosi in particolare al rapporto sugli abusi sessuali su minori e persone vulnerabili commessi da sacerdoti pubblicato dalla diocesi di Bolzano-Bressanone lo scorso gennaio. È l’indagine indipendente più approfondita promossa finora dalla Chiesa cattolica italiana, copre un periodo di tempo lungo – 60 anni – e tratta il problema degli abusi in modo dettagliato, parlando tra le altre cose della dimensione sistemica delle violenze.
– Leggi anche: L’importanza del rapporto sugli abusi sessuali nella diocesi di Bolzano-Bressanone



