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  • Domenica 12 ottobre 2025

Per far andare i giocatori di NHL alle Olimpiadi ci sono voluti due anni

A Milano-Cortina ci saranno i migliori giocatori di hockey al mondo, ed è sempre molto complicato far sì che succeda

Il giocatore canadese Sidney Crosby segna nei tempi supplementari durante la finale per la medaglia d'oro tra Canada e Stati Uniti: il gol è diventato uno dei momenti più famosi dell'hockey olimpico; Vancouver, 28 febbraio 2010 (Corbis/Christopher Morris/Getty Images)
Il giocatore canadese Sidney Crosby segna nei tempi supplementari durante la finale per la medaglia d'oro tra Canada e Stati Uniti: il gol è diventato uno dei momenti più famosi dell'hockey olimpico; Vancouver, 28 febbraio 2010 (Corbis/Christopher Morris/Getty Images)
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Alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina il torneo di hockey su ghiaccio maschile sarà di livello molto più alto rispetto a quello delle Olimpiadi precedenti. Parteciperanno infatti i giocatori della National Hockey League (NHL), il più importante campionato di hockey al mondo, con squadre statunitensi e canadesi. L’ultima volta che i giocatori NHL parteciparono alle Olimpiadi fu nel 2014 a Sochi, in Russia.

I giocatori di NHL parteciperanno a Milano-Cortina perché il loro campionato ha trovato un accordo con il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e la Federazione Internazionale di Hockey su Ghiaccio (IIHF). L’accordo, che è stato finalizzato a luglio dopo oltre due anni di trattative, garantisce la presenza dei giocatori NHL alle Olimpiadi del 2026 e anticipa la disponibilità della lega per mandarli anche all’edizione successiva, che sarà nel 2030 nelle Alpi francesi. L’accordo è parte di un piano di espansione commerciale della NHL, la cui nuova stagione è iniziata il 7 ottobre.

Senza questo accordo i giocatori della NHL non avrebbero potuto partecipare alle Olimpiadi perché la NHL avrebbe vietato loro di andarci. È un po’ come succede con la NBA, la lega statunitense di basket, che può impedire la presenza dei suoi cestisti alle Olimpiadi estive.

La prima azione della finale di hockey maschile tra Finlandia e Svezia alle Olimpiadi di Torino 2006, in cui vinse la Svezia per 3-2, 26 febbraio 2006 (Brian Bahr/Getty Images)

Le prime Olimpiadi con giocatori di NHL furono quelle di Nagano, in Giappone, nel 1998. Gary Bettman, ex dirigente della NBA che da poco era diventato il capo della NHL, voleva replicare per la NHL il successo ottenuto dalla NBA: nel 1992 i più forti giocatori di NBA erano andati alle Olimpiadi di Barcellona, in Spagna, che ancora oggi sono ricordate per quanto fece vedere il Dream Team statunitense.

Dal 1998 al 2014 i giocatori NHL parteciparono a cinque Olimpiadi. Nel 2018 saltarono però quelle di Pyeongchang, in Corea del Sud, perché non venne trovato un accordo; e nel 2022 quelle cinesi di Pechino, in questo caso prevalentemente per preoccupazioni sanitarie legate alla pandemia, dato che un accordo era stato trovato. Per 12 anni – un periodo di tempo lungo una carriera sportiva – non ci sono quindi stati giocatori di NHL alle Olimpiadi invernali. In altre parole, il più importante sport a squadre dello sport invernale (l’unico alle Olimpiadi invernali in cui si fanno dei gol) per più di un decennio è stato giocato alle Olimpiadi senza i migliori giocatori delle migliori squadre di quello sport.

Il fatto che ci siano voluti due anni per arrivare a un accordo tra CIO, NHL e IIHF fa capire quanto sia stato complicato. Per la NHL mandare i giocatori alle Olimpiadi è un problema perché la costringe a interrompere per tre settimane il campionato – che finisce a giugno – e a modificare completamente il suo calendario.

Febbraio, inoltre, è un momento in cui solitamente gli ascolti televisivi della NHL crescono perché l’offerta sportiva alternativa è minore che in altri momenti dell’anno: il campionato di football americano (NFL) finisce a inizio mese e il campionato di baseball (MLB) non è ancora cominciato. Da un punto di vista commerciale, quindi, è poco conveniente per la NHL rinunciare a giocare in un periodo in cui la concorrenza interna (di campionati nordamericani) proviene da una singola lega, la NBA.

Proprio per questo nel 1993 Bettman propose al presidente del CIO Juan Antonio Samaranch di spostare l’hockey su ghiaccio dalle Olimpiadi invernali a quelle estive così da evitare che la NHL dovesse interrompere il suo campionato per il torneo olimpico. La proposta non fu accettata.

Lo statunitense T.J. Oshie prima di uno dei sei rigori tirati durante la partita tra Stati Uniti e Russia alle Olimpiadi invernali di Sochi, Russia, 15 febbraio 2014 (Streeter Lecka/Getty Images)

C’è poi il rischio che i giocatori si infortunino durante le Olimpiadi, e il rifiuto da parte della NHL di farsi carico delle spese di viaggio dei giocatori (e dei loro familiari) e delle spese in caso di infortunio in partite fuori dall’NHL. Se sembra strana o estrema la posizione della NHL, basta pensare che per motivi simili alle Olimpiadi estive nei tornei di calcio giocano le squadre maschili giovanili, non le migliori possibili di ogni paese.

Da vari anni c’è poi una disputa commerciale tra CIO e NHL: quest’ultima vorrebbe poter usare alcuni contenuti video dei suoi giocatori alle Olimpiadi per attività di marketing, cosa a cui il CIO si è sempre opposto. Almeno fino a pochi mesi fa.

Il nuovo accordo firmato da NHL, CIO e IIHF prevede infatti che la NHL possa usare alcuni contenuti video delle Olimpiadi per scopi di marketing e che spetti alla IIHF, e non alla NHL, sostenere i costi delle trasferte e dell’assicurazione dei giocatori.

Il CIO e la IIHF hanno accettato queste condizioni anche perché l’assenza dei giocatori di NHL alle ultime due edizioni delle Olimpiadi aveva causato un abbassamento del livello del torneo, riducendo l’interesse e l’attenzione da parte dei tifosi e dei media. L’hockey infatti è generalmente uno degli sport più seguiti delle Olimpiadi invernali insieme al pattinaggio artistico.

Allo stesso tempo i giocatori NHL sono sempre stati molto desiderosi di partecipare alle Olimpiadi. Nel contratto firmato nel 2020 tra la NHL e il sindacato dei giocatori (NHLPA), questi chiedevano di poter partecipare ad almeno un’edizione delle Olimpiadi tra il 2022 e il 2026.

E quando Bettman, che è ancora il capo della NHL, disse che i giocatori di NHL non avrebbero partecipato alle Olimpiadi del 2018, il russo Alex Ovechkin disse: «Non mi interessa. Io semplicemente vado». Ovechkin (che poi non andò) è ancora uno dei più forti e noti giocatori di hockey, quello con più gol segnati nella storia della NHL.

Alex Ovechkin mentre tira, 7 marzo 2025, Washington, Stati Uniti (Scott Taetsch/Getty Images)

Così come tutti gli hockeisti russi (a prescindere da dove giocano), Ovechkin non potrà andare nemmeno alle prossime Olimpiadi perché il CIO ha vietato la partecipazione della Russia a tutti gli sport di squadra a causa dell’invasione russa dell’Ucraina.

Diversamente da quanto succede con l’NBA, dove la partecipazione dei giocatori alle Olimpiadi va praticamente a beneficio di una sola squadra, cioè quella statunitense, la partecipazione alle Olimpiadi dei giocatori NHL aumenta il livello generale del torneo senza favorire in modo così netto la nazione considerata più forte, ovvero il Canada. Questo è legato principalmente a due fattori: la maggiore imprevedibilità dei risultati nell’hockey e il fatto che le nazionali più forti e con più giocatori in NHL (come Canada, Stati Uniti, Russia e Svezia) sono abbastanza vicine tra loro come livello generale.

Per la NHL, invece, questo accordo è parte di una più ampia strategia di crescita internazionale per espandersi anche fuori dal Nordamerica, aiutata dal fatto che sempre più giocatori provengono da nazioni europee, come Finlandia e Germania, dove quindi anche i tifosi sono in crescita.

Questa strategia prevede la partecipazione di giocatori di NHL a tornei tra squadre nazionali ogni due anni. Per questo la NHL organizzò a febbraio 2024 il 4 Nations Face-Off, un breve torneo internazionale tra le nazionali di Canada, Stati Uniti, Svezia e Finlandia, e organizzerà la World Cup of Hockey, simile al 4 Nations Face-Off ma con 8 nazioni presenti, sia nel 2028 che nel 2032.

I Mondiali di hockey – che invece sono organizzati direttamente dalla IIHF – si giocano ogni anno, ma ci partecipa solo un piccolo numero di giocatori NHL: si tengono infatti a maggio, quando in NHL sono in corso i playoff, cioè le fasi finali del campionato.

Pur essendo molto meno seguita e ricca rispetto a NFL o NBA, la NHL è comunque una lega in crescita. Negli ultimi anni si sono aggiunte due nuove squadre: i Vegas Golden Knights (2017) e i Seattle Kraken (2021), e ne è nata una terza, gli Utah Mammoth che nel 2024 hanno sostituito gli Arizona Coyotes.

Per quanto riguarda l’hockey femminile la Professional Women’s Hockey League (PWHL), che è il principale campionato femminile di hockey in Nordamerica, non è influente come la NHL e non si oppone alla presenza delle sue atlete alle Olimpiadi.