La prima “attrice” fatta con l’intelligenza artificiale

La sua creatrice dice che è già molto richiesta dalle agenzie di talenti a Hollywood, e Hollywood non l'ha presa bene

Un'immagine della cosiddetta attrice, dalla pagina Facebook di Tilly Norwood
Un'immagine della cosiddetta attrice, dalla pagina Facebook di Tilly Norwood
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Dopo le influencer e le modelle fatte con l’intelligenza artificiale, in questi giorni si è cominciato a discutere di quella che viene considerata la prima attrice creata in questo modo. Il suo nome è Tilly Norwood ed è stata realizzata da Xicoia, una società che ha sede a Londra e che si promuove come «un’agenzia di talenti AI». Tilly Norwood ha un aspetto estremamente realistico e profili social con video in cui fa cose come scegliere dei vestiti, salutare i propri follower o prepararsi ai provini.

La polemica è nata quando durante il Film Festival di Zurigo, lo scorso fine settimana, la fondatrice di Xicoia ha presentato la sua creazione e ha detto che le agenzie di Hollywood sono già interessatissime. Il suo annuncio ha attirato l’attenzione dei media e commenti risentiti, in particolare da parte di alcune attrici e attori di Hollywood che sostengono che sia un’operazione che penalizza il loro lavoro.

Tra questi ci sono stati per esempio la celebre attrice australiana Toni Collette, che ha commentato la notizia con una serie di emoji di facce che urlano. L’attrice statunitense Mara Wilson, nota soprattutto per il film del 1996 Matilda 6 mitica, ha detto che le agenzie dovrebbero scritturare «le centinaia di ragazze vere le cui facce sono state messe insieme per fare quella» di Tilly Norwood. La messicana Melissa Barrera, che ha recitato nel franchise di Scream, ha detto di sperare che l’agenzia che dovesse decidere di lavorarci venga scaricata da tutti i suoi attori.

Il settore del cinema si trova ormai da qualche anno in un periodo di grande assestamento legato tra le altre cose agli effetti della pandemia da coronavirus, ai cambiamenti dei modelli di business dovuti alla diffusione delle piattaforme di streaming e più di recente all’uso dell’intelligenza artificiale, che era stato tra i temi al centro dei grossi scioperi delle attrici e degli attori di Hollywood del 2023. L’intelligenza artificiale viene già impiegata nella produzione cinematografica, ma è la prima volta che si parla dell’ipotesi di usare un’attrice finta.

Tilly Norwood è stata creata dall’attrice olandese Eline Van Der Velden, che oltre a essere la fondatrice di Xicoia è l’amministratrice delegata di Particle6, un’azienda di produzione video che impiega molto l’intelligenza artificiale. Lo scorso luglio, prima di presentarla ufficialmente a Zurigo, Van Der Velden aveva detto in un’intervista che l’obiettivo era farla diventare la prossima Scarlett Johansson o la prossima Natalie Portman.

In seguito alle critiche emerse in questi giorni, Van Der Velden ha scritto che Tilly Norwood «non è un rimpiazzo di un essere umano, ma un lavoro creativo, un’opera d’arte, un atto di immaginazione e maestria». Ha sostenuto che offra nuove possibilità al mondo dello spettacolo, senza sottrarne alle persone vere.

In un articolo molto critico pubblicato su Variety, la giornalista Jenelle Riley ha scritto che chiamare Tilly Norwood attrice «è inaccurato e un insulto». Tra le altre cose ha contestato le implicazioni etiche del far passare un’animazione per una persona vera e ha ricordato le qualità professionali e umane che rendono un’interpretazione unica, e che non possono essere ricreate con un algoritmo.

Parlando sempre con Variety in occasione della prima di The Smashing Machine, lunedì sera l’attrice inglese Emily Blunt ha definito il tutto «terrificante, molto molto spaventoso». Blunt ha invitato le agenzie di talenti a non cedere a personaggi creati con le intelligenze artificiali, e a smettere di cercare di «rimuovere le connessioni umane» dal cinema. «Vogliono che sia la prossima Scarlett Johansson», ha detto, «ma noi Scarlett Johansson ce l’abbiamo già».

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