Il calciatore francese Ousmane Dembélé ha vinto il Pallone d’oro maschile
E la centrocampista spagnola Aitana Bonmatí ha vinto quello femminile per la terza volta consecutiva

L’attaccante francese del Paris Saint-Germain Ousmane Dembélé ha vinto il Pallone d’oro, il principale premio individuale assegnato a un calciatore, gestito dalla rivista sportiva francese France Football. Nel premio, assegnato il 22 settembre a Parigi, Dembélé è arrivato primo davanti allo spagnolo Lamine Yamal, che gioca nel Barcellona, e al portoghese Vitinha, suo compagno di squadra al Paris Saint-Germain.
È il sesto francese a vincere il Pallone d’oro, che si assegna dal 1956: prima di lui lo avevano vinto Raymond Kopa, Michel Platini, Jean-Pierre Papin, Zinédine Zidane e Karim Benzema. Il premio è assegnato in base al voto di 100 giornalisti da diversi paesi: per l’Italia dal 2010 vota Paolo Condò, giornalista di Sky e del Corriere della Sera.
Dembélé ha 28 anni e nel 2024-2025 ha giocato la sua miglior stagione in modo abbastanza impronosticabile, quando era ormai considerato da quasi tutti un talento perlopiù incompiuto. Molto è cambiato grazie all’allenatore Luis Enrique, che a inizio stagione lo aveva escluso per un paio di partite dopo che era arrivato in ritardo a un allenamento; in seguito ha cominciato a farlo giocare in un nuovo ruolo, quello di falso centravanti, cioè attaccante centrale ma libero di spostarsi dove meglio crede in base allo sviluppo del gioco. Da quel momento Dembélé ha cominciato a mettere in mostra tutto il suo potenziale ed è diventato uno dei giocatori più decisivi d’Europa.
È un calciatore molto tecnico e fantasioso, abile nel dribbling e quasi perfettamente ambidestro (è diventata famosa una sua intervista del 2016 nella quale sembra non ricordarsi se è mancino o destrorso). Nella scorsa stagione ha segnato 35 gol in tutte le competizioni, 8 dei quali in Champions League, contribuendo alla vittoria dei quattro trofei ottenuti dal Paris Saint-Germain (campionato, coppa e supercoppa di Francia e appunto Champions League). In Champions ha segnato contro Liverpool e Arsenal nella fase a eliminazione diretta, e nella finale contro l’Inter ha fatto due assist. I suoi continui movimenti e la sua creatività, ma anche il grande contributo dato nella fase di pressing, hanno aiutato il Paris Saint-Germain a diventare una squadra imprevedibile, spettacolare e spesso dominante.
Il Pallone d’oro femminile è stato vinto per la terza volta consecutiva dalla centrocampista spagnola del Barcellona Aitana Bonmatí, che è arrivata davanti alla connazionale Mariona Caldentey, che gioca nell’Arsenal, e all’inglese Alessia Russo, arrivata terza. La miglior italiana in classifica è stata l’attaccante Cristiana Girelli, sedicesima.

Aitana Bonmatí il 22 settembre a Parigi (AP Photo/Thibault Camus)
La tecnica e la visione di gioco fuori dal comune rendono Bonmatí, 27 anni, il principale punto di riferimento del Barcellona e della nazionale spagnola, due delle squadre più forti e all’avanguardia del calcio femminile. La scorsa stagione con il Barcellona ha vinto campionato, Coppa della Regina e Supercoppa spagnola, mentre ha perso la Champions League solo in finale.
Bonmatí ha perso in finale con la Spagna anche agli Europei, dopo aver giocato un torneo di altissimo livello in modo piuttosto sorprendente, visto che nei giorni precedenti aveva avuto una meningite virale. Bonmatí gioca a centrocampo, ma le viene spesso lasciata libertà di muoversi indietro o in avanti per costruire il gioco o andare a concludere le azioni. È la più talentuosa di un gruppo di calciatrici cresciute nelle giovanili del Barcellona che stanno dominando il calcio europeo e mondiale da qualche anno: nel 2023 era diventata la prima nella storia del calcio, maschile e femminile, a vincere Champions League, Mondiali e Pallone d’oro nella stessa stagione.
Oltre al Pallone d’oro maschile e a quello femminile sono stati assegnati anche altri premi. Il Paris Saint-Germain e l’Arsenal hanno vinto quelli come miglior squadra maschile e femminile; Gianluigi Donnarumma (nono nella classifica generale, non riservata ai portieri) e l’inglese Hannah Hampton quello come miglior portiere e portiera; Luis Enrique e Sarina Wiegman quello come miglior allenatore e allenatrice (per aver allenato rispettivamente il Paris Saint-Germain e l’Inghilterra femminile).



