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  • Martedì 16 settembre 2025

Sempre più paesi dicono che non parteciperanno all’Eurovision se ci sarà Israele

Tra cui Irlanda, Paesi Bassi, Slovenia e Spagna, come protesta contro i crimini e gli abusi commessi nella Striscia di Gaza

L'artista israeliana Eden Golan durante l'Eurovision Song Contest del 2024
L'artista israeliana Eden Golan durante l'Eurovision Song Contest del 2024 (AP Photo/Martin Meissner)
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Le emittenti pubbliche di diversi paesi europei hanno detto che non parteciperanno al prossimo Eurovision Song Contest, la più seguita competizione musicale europea, se verrà permesso di partecipare anche a Israele. Per ora l’hanno confermato le emittenti di Irlanda, Paesi Bassi, Slovenia e Islanda, paesi storicamente più vicini alla causa palestinese. Anche l’emittente pubblica spagnola, RTVE, ha detto che non parteciperà, se ci sarà Israele.

Tutte queste emittenti hanno presentato la decisione come una reazione ai crimini e agli abusi commessi da Israele sulla popolazione palestinese dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza. RTÉ (l’emittente pubblica irlandese) ha spiegato che la partecipazione dell’Irlanda sarebbe «immorale», vista la «continua e terribile perdita di vite» a Gaza.

Da quando Israele ha iniziato a bombardare e poi invadere la Striscia di Gaza, a ottobre del 2023, la sua partecipazione all’Eurovision è diventata molto controversa e ha attirato critiche e proteste. In passato le televisioni pubbliche di Spagna, Irlanda e Slovenia avevano già chiesto di iniziare a discutere della possibile esclusione di Israele dal festival, senza però ottenere granché. Prima della scorsa edizione più di 70 artisti e artiste avevano firmato una petizione chiedendo che a Israele venisse impedito di partecipare.

L’Eurovision è organizzato ogni anno dall’Unione europea di radiodiffusione (European Broadcasting Union, EBU), che è sempre stata piuttosto restia a prendere decisioni politiche: ha spesso sostenuto che la competizione non abbia una natura politica, insistendo sul fatto che dovrebbe servire a superare le differenze e a «unire le persone attraverso la musica». In passato però è comunque capitato che escludesse dei paesi dal festival: la Russia per esempio non partecipa più da quando ha invaso l’Ucraina, nel 2022.

Il motivo per cui finora Israele non è stato escluso è, secondo l’EBU, il fatto che l’Eurovision è una competizione tra le emittenti pubbliche che ne fanno parte, non tra i governi: di conseguenza, non sarebbe possibile sanzionare l’emittente pubblica israeliana per punire le azioni del governo. L’EBU ha spiegato che le emittenti pubbliche russe sono state sospese dall’Eurovision nel 2022 per non avere rispettato i propri obblighi verso l’organizzazione e i valori del servizio pubblico. Al contrario l’emittente pubblica israeliana Kan fa parte dell’EBU da diversi decenni, e quindi ha diritto di partecipare all’Eurovision.

Al momento la televisione pubblica israeliana ha confermato che vuole partecipare alla prossima edizione dell’Eurovision, che dovrebbe tenersi a maggio 2026 a Vienna, in Austria, il paese che ha vinto la scorsa edizione. L’EBU dovrebbe decidere la lista dei paesi partecipanti a dicembre.