Nelle proteste pro Palestina in Spagna ci si è messo anche il governo
Il primo ministro Pedro Sánchez ha sostenuto quelle alla Vuelta, in modo un po' inusuale e mettendo in difficoltà l'opposizione di centrodestra

Le proteste per la Palestina che hanno provocato l’interruzione e poi l’annullamento dell’ultima tappa della Vuelta, la terza corsa ciclistica a tappe più importante d’Europa, sono state accompagnate da reazioni politiche molto forti. In Spagna la questione palestinese è diventata uno dei temi politici più importanti, su cui il governo del primo ministro Socialista Pedro Sánchez sta riuscendo a mettere in difficoltà l’opposizione di centrodestra.
L’interruzione della Vuelta domenica è stata un evento straordinario e senza precedenti nelle altre principali corse a tappe europee, il Tour de France e il Giro d’Italia. Come ultima tappa prima del traguardo finale, i ciclisti avrebbero dovuto fare un percorso di 106 chilometri a Madrid, la capitale, passando davanti ai principali monumenti della città. Fin dalla mattina di domenica circa 100mila manifestanti per la Palestina avevano cominciato a radunarsi in vari punti lungo il percorso, e all’arrivo del gruppo di testa (cioè i primi ciclisti) hanno invaso la strada, come si vede nel video qui sotto.
La gara è stata interrotta. Gli organizzatori avevano inizialmente pensato di deviarne o accorciarne il percorso, ma poi hanno annullato l’ultima tappa, la cerimonia di premiazione sul podio e i festeggiamenti (ha comunque vinto il ciclista danese Jonas Vingegaard, come previsto: l’ultima tappa non cambia quasi mai la classifica generale). Ci sono poi stati scontri abbastanza duri tra i manifestanti e la polizia, con qualche decina di feriti lievi e due persone arrestate.
Poco prima dell’annullamento, anziché chiedere di mantenere la calma Sánchez aveva elogiato le proteste, dicendosi «orgoglioso» dei manifestanti. «La nostra ammirazione va al popolo spagnolo che si mobilita per cause giuste come quella della Palestina», ha detto, e poi: «La Spagna si distingue come un esempio orgoglioso. Avanza per la difesa dei diritti umani (…), viva il popolo spagnolo!». Yolanda Díaz, la vice prima ministra e ministra del Lavoro, ha tenuto una linea simile: «Il nostro appoggio completo alle manifestazioni per il popolo palestinese durante la Vuelta. La nostra cittadinanza è un esempio di dignità». Lunedì ha poi chiesto espressamente l’esclusione di Israele dalle competizioni sportive internazionali.
(Nel video qui sopra, i poliziotti spagnoli parlano con i ciclisti fermi alla Vuelta per spiegare loro la situazione).
Queste posizioni sono molto inusuali. Solitamente la maggior parte dei leader politici europei, davanti a manifestazioni che provocano un turbamento dell’ordine pubblico, ritiene più conveniente invitare alla calma, condannare gli eventuali violenti e in generale placare la situazione. In questo caso i manifestanti hanno interrotto uno degli eventi sportivi più importanti della Spagna, e lo hanno fatto alla sua tappa finale, la più visibile e celebrata. Nonostante questo Sánchez ha deciso di schierarsi nettamente con i manifestanti, anche perché la questione palestinese è diventata uno dei temi su cui il suo governo si sente più forte.
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In contrasto con la maggioranza degli altri leader europei, Sánchez sta adottando una posizione estremamente dura nei confronti di Israele e in difesa della popolazione palestinese. La settimana scorsa per esempio ha annunciato nuove misure contro il governo israeliano e ha parlato apertamente di «genocidio» della popolazione palestinese.

Scontri tra manifestanti e polizia all’ultima tappa della Vuelta a Madrid, 14 settembre 2025 (AP Photo/Manu Fernández)
Questa posizione è popolare in Spagna, che è uno dei paesi la cui opinione pubblica è più vicina alla causa palestinese, e sta mettendo in difficoltà l’opposizione. Alberto Núñez Feijóo, il leader del Partito Popolare, di centrodestra, ha criticato l’appoggio di Sánchez alle manifestazioni per la Palestina, sostenendo che il governo abbia consentito a una «ridicolizzazione internazionale trasmessa dalle televisioni di tutto il mondo».
Al tempo stesso però Feijóo si è trovato costretto a difendere almeno in parte le ragioni dei manifestanti, sapendo che sono molto popolari tra la popolazione spagnola. Ha detto: «non condivido la risposta che sta dando il governo israeliano agli attentati terroristici che hanno subìto» (il riferimento è all’attacco di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023, e poi all’inizio dei bombardamenti e dell’invasione della Striscia da parte di Israele).
Le proteste per la Palestina hanno accompagnato tutta la Vuelta. Gli attivisti avevano criticato la partecipazione della squadra israeliana Israel-Premier Tech, creata per promuovere l’immagine del paese nel mondo attraverso lo sport. Le proteste avevano portato la squadra israeliana a rimuovere la parola Israel dalle sue maglie.
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