Alla politica francese mancava giusto un altro motivo per scontrarsi sul debito pubblico
La decisione di Fitch di abbassarne il rating è diventata un caso, pochi giorni dopo la caduta di un governo assai allarmista sul tema

Venerdì l’agenzia di valutazione del credito Fitch ha abbassato il rating dei titoli di stato della Francia, e ha mandato in subbuglio il dibattito politico francese. La ragione è che la notizia è arrivata al culmine di giorni in cui si era parlato moltissimo dell’indebitamento del paese e che lunedì era caduto il governo di François Bayrou, che aveva assai insistito su una retorica allarmistica sui conti pubblici, basandoci la scommessa – persa – sulla sua sopravvivenza politica.
Il declassamento è stato strumentalizzato dai partiti, per ragioni opposte: Bayrou per sostenere che aveva ragione lui, l’opposizione per incolpare della situazione i governi nominati dal presidente Emmanuel Macron. Lo scontro rischia di avere ripercussioni sulle trattative del nuovo primo ministro, Sébastien Lecornu, per trovare appoggi in parlamento per la legge di bilancio – su cui erano caduti sia Bayrou sia il suo predecessore Michel Barnier.
La statunitense Fitch è una delle più influenti agenzie al mondo tra quelle che si occupano di rating, cioè della valutazione sulla situazione finanziaria di un paese: più è alto e più è ritenuto basso il rischio che un paese non possa pagare i suoi debiti. Quello della Francia è stato abbassato da AA- ad A+, il livello più basso assegnatole finora (ma comunque superiore a quello attuale dell’Italia, che è BBB).
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Tra le motivazioni della sua decisione, Fitch ha citato la sfiducia al governo di Bayrou come prova di una «politica nazionale maggiormente frammentata e polarizzata», con tre governi dopo le elezioni dell’estate del 2024. Secondo l’agenzia, l’instabilità politica fa dubitare che il nuovo governo riesca a mantenere gli obiettivi di riduzione del deficit (al 4,6 per cento del PIL entro il 2026, rispetto al 5,8 per cento del 2024).

Lecornu insieme al suo predecessore, François Bayrou, durante la cerimonia per il passaggio di consegne, il 10 settembre a Parigi (Ian Langsdon, Pool Photo via AP)
Bayrou ha reagito alla notizia sostenendo che gli dava ragione e che «le élite francesi negano la realtà». Come detto, vari economisti francesi ritengono però che con la sua retorica apocalittica stesse un po’ esagerando: principalmente come tattica politica per far passare il suo piano di misure impopolari di austerità economica per recuperare quasi 44 miliardi di euro.
I principali partiti dell’opposizione, l’estrema destra del Rassemblement National (RN) e la sinistra radicale di La France insoumise (LFI), hanno usato la notizia per attaccare Macron. La leader del RN, Marine Le Pen, ha parlato di «negligenza di bilancio». Quello di LFI, Jean-Luc Mélenchon, ha detto che Bayrou ha screditato la reputazione della Francia facendo così a lungo allarmismo sui conti pubblici.
Le reazioni al declassamento rischiano però di nuocere anche agli sforzi di Lecornu, il nuovo primo ministro. Come i suoi predecessori, non ha la maggioranza in parlamento e sta cercando appoggi, rivolgendosi in particolare ai Socialisti, per non venire sfiduciato non appena si insedierà. Non è una cosa nuova: anche Bayrou e Barnier erano dipesi dai voti temporanei di altri partiti, come Socialisti e RN. Sabato Lecornu ha detto ad alcuni giornali francesi che intende ritirare dalla bozza di legge di bilancio l’eliminazione di due giorni festivi per ridurre il debito pubblico: era un punto su cui invece Bayrou aveva insistito molto e che era stato molto criticato dall’opposizione.
Questo tentativo, e in particolare la prospettiva di concessioni ai Socialisti, ha indispettito i Repubblicani, cioè il principale alleato di destra del blocco centrista di Macron. Il loro leader nonché ministro dell’Interno uscente, Bruno Retailleau, ha detto che la decisione di Fitch è dipesa dai «decenni di instabilità finanziaria» dei governi dei Socialisti (che hanno governato l’ultima volta dal 2012 al 2017).
Le dichiarazioni di Retailleau servono a fare pressione su Lecornu perché non accetti le loro richieste. Il primo ministro dovrebbe presentare in parlamento la sua proposta di legge di bilancio a inizio ottobre. In autunno, dopo Fitch, aggiorneranno il loro rating le altre due principali agenzie: Moody’s (a ottobre) e Standard & Poor’s (a novembre).
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