In Nepal il nuovo governo si discute su Discord
La chat per appassionati di videogiochi si è riempita di politica, e ci stanno facendo i conti anche i militari al potere

In Nepal i social media potrebbero diventare uno degli strumenti principali per formare il nuovo governo del paese, rovesciato negli scorsi giorni da enormi proteste cominciate proprio a causa di un blocco ai social media.
Uno dei social più influenti è Discord, un servizio statunitense di chat di gruppo usato soprattutto dagli appassionati di videogiochi che aveva avuto un ruolo fondamentale nell’organizzazione delle proteste. Ora sulle chat di Discord centinaia di migliaia di persone stanno discutendo del futuro del paese, e la cosa notevole è che l’esercito, che detiene di fatto il potere, ha cominciato a dare loro retta.
«Il parlamento del Nepal adesso è su Discord», ha detto al New York Times l’attivista e content creator Sid Ghimire (anche perché il vero parlamento è stato incendiato dai manifestanti). Su Discord la chat più seguita è quella gestita da Hami Nepal, una delle principali ong del paese che ha assunto un ruolo di leadership delle proteste. Vi partecipano moltissimi degli attivisti antigovernativi, ma non solo: l’accesso alla chat è libero, cioè può entrare chiunque. Attualmente ha circa 150 mila membri.
Negli scorsi giorni l’esercito ha incontrato i coordinatori della chat, e ha chiesto loro di avanzare delle proposte per selezionare il nuovo primo ministro ad interim del paese, che dovrebbe portare il Nepal a nuove elezioni. L’esercito ha fatto incontri simili con i rappresentanti dei principali partiti e di gruppi civici nepalesi, ma il fatto che abbia deciso di accettare una chat pubblica online come interlocutore testimonia la sua importanza.
La chat è talmente seguita che in Nepal se ne discute in televisione, e alcuni siti di news hanno cominciato a pubblicare un livestreaming delle discussioni mentre avvengono.

Un manifestante con lo smartphone a Katmandu, 9 settembre 2025 (AP Photo/Niranjan Shrestha)
Le discussioni sono caotiche. Siccome gli organizzatori hanno deciso di lasciarla aperta a tutti, sono entrati nella chat migliaia di curiosi, disturbatori, troll, o persone non nepalesi. Su Discord si possono pubblicare nella conversazione immagini, video, audio, e inoltre si possono creare gruppi e sottogruppi: di conseguenza è molto difficile seguire cosa sta succedendo. Ci sono anche messaggi violenti o scritti soltanto per generare caos e confusione.
Con molta fatica, però, i membri della chat hanno selezionato Sushila Karki, ex presidente della Corte suprema del Nepal, come la loro candidata. Di conseguenza giovedì Karki ha incontrato di persona il presidente nepalese Ram Chandra Poudel e il capo dell’esercito, il generale Ashok Raj Sigdel.
Non è chiaro quanto potrà durare questa influenza della chat, né se l’esercito ascolterà davvero le raccomandazioni degli attivisti. Come in altri casi simili, c’è il rischio che le proteste nate online non riescano a strutturarsi in un movimento politico stabile sul lungo periodo.



