• Mondo
  • Mercoledì 10 settembre 2025

La Polonia ha abbattuto alcuni droni russi che avevano violato il suo spazio aereo

E ha detto che ricorrerà all'articolo 4 del trattato NATO, che prevede “consultazioni“ con i paesi dell'alleanza per decidere cosa fare

Agenti di polizia e soldati recuperano parti di un drone abbattuto dalle autorità polacche, Wohyn, Polonia, 10 settembre 
(AP Photo/Rafal Niedzielski)
Agenti di polizia e soldati recuperano parti di un drone abbattuto dalle autorità polacche, Wohyn, Polonia, 10 settembre (AP Photo/Rafal Niedzielski)
Caricamento player

Mercoledì lo spazio aereo della Polonia è stato violato da alcuni droni russi, durante un attacco della Russia contro l’Ucraina occidentale. L’aeronautica militare polacca ha sparato contro i droni, attivando le proprie difese aeree e quelle della NATO. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha detto che la Polonia chiederà l’attivazione dell’articolo 4 del trattato fondativo della NATO, cioè l’articolo che prevede l’inizio di “consultazioni” tra i paesi dell’alleanza per decidere cosa fare.

È la prima volta che un paese membro della NATO – l’alleanza militare di parte dei paesi europei e di quelli del Nord America – spara contro obiettivi di questo tipo dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio del 2022. Tusk ha detto di avere informato il segretario della NATO Mark Rutte di quanto accaduto e di aver convocato, mercoledì mattina, una riunione d’urgenza sulla sicurezza con i propri ministri. Nella notte lo spazio aereo sopra parte della Polonia è stato chiuso: l’aeroporto di Varsavia ha sospeso temporaneamente i voli, che sono poi ripresi in mattinata con vari ritardi e difficoltà.

Parlando mercoledì mattina al parlamento, Tusk ha detto che la prima violazione si è verificata intorno alle 23:30 di martedì, l’ultima intorno alle 6:30 di mercoledì mattina. Ha anche detto che ci sono state in tutto 19 incursioni con droni, e che diversi di questi (il numero esatto non è chiaro) sono stati abbattuti da aerei sia polacchi sia di paesi alleati della NATO, tra cui i Paesi Bassi. Secondo Tusk, nessuna persona è rimasta ferita come effetto «delle azioni della Russia». Mercoledì sera inoltre ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha accusato la Russia di aver deliberatamente mandato i droni nello spazio aereo della Polonia, e che quindi non ci sia stata nessuna deviazione nella loro rotta verso l’Ucraina.

Il ministero dell’Interno polacco ha detto che finora sono stati ritrovati i resti di sette droni: cinque sono stati ritrovati nella regione orientale di Lublino e altri due a Mniszków, nella provincia centrale di Łódź, e a Elbląg, nel nord. La portavoce del ministero, Karolina Gałecka, ha detto che nella regione di Lublino sono stati ritrovati anche i resti di un missile, di cui però al momento non è chiara la provenienza.

L’esercito polacco ha chiesto alla popolazione di rimanere a casa, indicando in particolare le regioni orientali di Podlachia, Masovia e Lublino come le più a rischio. La regione di Lublino confina direttamente con l’Ucraina. La Masovia, che comprende la capitale Varsavia, e la Podlachia sono distanti più o meno un centinaio di chilometri dall’Ucraina.

I paesi membri della NATO, tra cui la Polonia, hanno concordato alcuni princìpi di difesa comune descritti nel trattato fondativo dell’alleanza (firmato nel 1949). Come detto la Polonia ha ora invocato l’articolo 4, che dice:

Le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata.

Significa sostanzialmente che parlerà con gli altri paesi membri della NATO di quanto accaduto e delle preoccupazioni per la sua sicurezza, ed è possibile che poi i paesi membri decidano di prendere provvedimenti.

Negli ultimi mesi si è parlato parecchio anche dell’articolo 5 del trattato, secondo cui «le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nel Nord America sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti». Questo non significa che i paesi NATO siano automaticamente costretti a entrare in guerra quando un altro paese viene attaccato: l’articolo 5 (così come il 4) prevede tutta una serie di passaggi e consultazioni, e non obbliga a dare una risposta militare in caso di attacco ostile.

– Leggi anche: Cosa dicono gli articoli 4 e 5 del trattato NATO