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  • Mercoledì 10 settembre 2025

Cosa è successo durante l’attacco israeliano contro Hamas in Qatar

È stato anomalo per vari motivi, tra cui il fatto che il Qatar era considerato un paese sicuro in Medio Oriente e che Trump non era d’accordo

di Daniele Raineri

Un edificio danneggiato dall'attacco israeliano del 9 settembre, a Doha, in Qatar (REUTERS/Ibraheem Abu Mustafa)
Un edificio danneggiato dall'attacco israeliano del 9 settembre, a Doha, in Qatar (REUTERS/Ibraheem Abu Mustafa)
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Nel pomeriggio di martedì Israele ha tentato di uccidere con un bombardamento aereo i leader più importanti di Hamas mentre erano riuniti a Doha, in Qatar, per discutere una proposta di cessate il fuoco presentata dagli Stati Uniti. 

Non era mai successo prima che Israele bombardasse un paese arabo del Golfo. Il Qatar ha uno status particolare in Medio Oriente, per varie ragioni. È alleato degli Stati Uniti e ospita la più grande base militare statunitense in Medio Oriente, che serve come scalo o base di partenza per compiere operazioni in altri paesi. Inoltre fino a martedì il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al Thani, aveva svolto un ruolo di mediazione nei negoziati indiretti tra Hamas e Israele per ottenere un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione dei circa venti ostaggi israeliani ancora in vita. Molti governi occidentali, incluso quello italiano, chiedono una mano all’emiro Hamad al Thani quando ci sono questioni difficili da sbrogliare, per esempio il recupero di persone sequestrate.

Inoltre il Qatar ha un’immagine internazionale diversa da quella delle aree di crisi mediorientali, fatta di grattacieli, turismo e affari. Era come se ci fosse una convenzione non scritta: il Qatar appoggia Hamas e ne ospita i capi da circa dieci anni, ma non è un bersaglio da bombardare. Martedì questo stato delle cose è finito.  

Tra gli obiettivi del bombardamento a sorpresa israeliano a Doha c’erano Khalil al Hayya, Zaher Jabarin, Khaled Meshaal e Muhammad Darwish, quattro capi che fanno parte del comitato temporaneo di cinque membri che comanda Hamas da quando Israele ha ucciso il capo politico Ismail Haniyeh con una bomba a Teheran, a luglio del 2024. L’identità del quinto uomo del comitato non è conosciuta. I leader appena menzionati hanno anche altri incarichi, secondo la stampa israeliana: Jabarin si occupa delle finanze del gruppo e comanda Hamas dentro la Cisgiordania, al Hayya comanda Hamas a Gaza e Meshaal si occupa di Hamas fuori dai territori palestinesi. Tra i nomi dei leader che avrebbero dovuto essere presenti la stampa israeliana fa anche quello di Nizar Awadallah. 

– Leggi anche: L’attacco aereo di Israele contro i funzionari di Hamas in Qatar

Hamas sostiene che i suoi capi sono sopravvissuti e che l’operazione israeliana è stata un fallimento. Il bombardamento mirava a una palazzina nel quartiere di West Bay Lagoon, dove era previsto l’incontro segreto: Hamas ha detto che nell’attacco sono stati uccisi cinque membri minori del gruppo, incluso Himam al Hayya, il figlio di uno dei leader citati, e quattro altre persone che erano consiglieri e guardie del corpo. Le bombe israeliane hanno ucciso anche un agente dei servizi di sicurezza del Qatar. Un ufficiale israeliano citato dalla radio dell’esercito di Israele martedì sera ha detto invece che c’è «crescente ottimismo» sul fatto che l’operazione sia stata un successo e «sapevamo che Hamas avrebbe tentato di nascondere quello che è accaduto lì». Per adesso non ci sono informazioni definitive.  

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu l’8 settembre 2025 (Ronen Zvulun/Pool Photo via AP)

Israele ha usato dieci aerei per l’operazione, che sono stati riforniti in volo perché Doha è a 1.800 chilometri dal territorio israeliano. Gli aerei sono passati senza autorizzazione nello spazio aereo della Siria, e Israele la notte prima aveva bombardato tre località siriane. Ci potrebbe essere un collegamento tra le due cose, nel senso che i raid israeliani di lunedì potrebbero avere colpito delle postazioni militari che avrebbero potuto scoprire gli aerei israeliani in volo il giorno seguente – ma anche su questo non ci sono informazioni definitive. I piloti israeliani hanno lanciato ordigni a lungo raggio e questo ha permesso loro di bombardare Doha restando fuori dallo spazio aereo di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti: se non l’avessero fatto ci sarebbero state proteste diplomatiche ancora più serie. 

La risposta ufficiale del Qatar parla di un «attacco codardo di Israele», di una «violazione palese delle leggi internazionali» e di un «assalto criminale» alla sicurezza e alla sovranità del paese. 

Il Wall Street Journal in una sua ricostruzione fatta grazie a fonti multiple negli Stati Uniti, in Israele e in Qatar scrive che gli israeliani, pochi minuti prima di lanciare gli ordigni, hanno dato all’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump soltanto un avvertimento generico che era in corso un’operazione contro i leader di Hamas. Il dipartimento della Guerra ha visto gli aerei israeliani in volo, ha capito quello che stava succedendo – che c’era un attacco diretto contro Doha, in Qatar – e ha avvisato Trump. A quel punto Trump ha chiamato il suo inviato speciale Steve Witkoff, che si occupa dei negoziati per l’Ucraina e il Medio Oriente, e gli ha detto di avvertire i qatarini. 

Trump ha preso le distanze dall’attacco israeliano. «Questa è stata una decisione presa dal primo ministro [israeliano] Netanyahu, non da me», ha scritto in un post sul suo social Truth. «Bombardare unilateralmente in Qatar, una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti, che sta lavorando duramente e correndo rischi con coraggio insieme a noi per mediare la pace, non promuove gli obiettivi di Israele o dell’America». Trump ha anche scritto: «Tuttavia, eliminare Hamas, che ha tratto profitto dalla miseria di chi vive a Gaza, è un obiettivo valido». Inoltre ha detto di avere assicurato all’emiro al Thani «che una cosa del genere non accadrà mai più». 

Il segretario di Stato statunitense Marco Rubio (ministro degli Esteri) e il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al Thani, il 22 aprile 2025 (AP Photo/Jacquelyn Martin)

Se la ricostruzione del Wall Street Journal è autentica, allora nel giro di pochi minuti Israele ha tentato di uccidere tutti i capi più importanti di Hamas a Doha mentre erano insieme per discutere una proposta statunitense, e il presidente Trump ha tentato di salvare loro la vita. È un fatto notevole, considerato che di solito Trump e Netanyahu si comportano da alleati stretti. È possibile che il presidente statunitense pensi a una soluzione negoziata per la Striscia di Gaza che richieda per funzionare un accordo con questi capi di Hamas. 

Altre fonti sulla stampa araba sostengono invece che i sauditi avrebbero visto sui radar gli aerei israeliani in avvicinamento e avrebbero avvisato il Qatar. Ma fino a quando non si saprà che fine hanno fatto i capi di Hamas non è possibile trarre conclusioni. 

Il bombardamento dei capi di Hamas durante una riunione per discutere una proposta di cessate il fuoco rende i negoziati ancora più complicati. L’ultimo cessate il fuoco e le ultime liberazioni di ostaggi a Gaza risalgono allo scorso marzo, e da allora tutti i tentativi sono falliti. Tra sabato e domenica i leader di Hamas erano arrivati da Egitto e Turchia e avevano raggiunto quelli già in Qatar, considerato un luogo sicuro per negoziare. 

L’attacco a Doha, e anche questa è una cosa insolita, è stato rivendicato subito da Israele, e in particolare dall’esercito e dallo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, ma non dal Mossad, l’intelligence esterna di Israele che fino a oggi ha partecipato a tutti i negoziati indiretti con Hamas.

– Leggi anche: L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione della città di Gaza