Qualcosa si muove nella “coalizione dei volenterosi”
Macron ha detto che 26 paesi si sono impegnati a difendere l’Ucraina dopo la fine della guerra, ma non si mettono d’accordo sull’invio di soldati

Giovedì il presidente francese Emmanuel Macron, al termine di una riunione con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e altri leader europei, ha presentato in modo piuttosto vago un piano per sostenere l’Ucraina attraverso la cosiddetta “coalizione di volenterosi”, un gruppo di paesi occidentali che si è posto l’obiettivo di lavorare per la fine della guerra tra Russia e Ucraina. Si è parlato anche dell’opportunità di inviare truppe occidentali in Ucraina, tema di cui si discute da tempo e su cui i leader europei continuano a essere in disaccordo.
Alla riunione erano presenti tra gli altri il primo ministro britannico Keir Starmer, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e la presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni. Hanno discusso in teleconferenza con il presidente statunitense Donald Trump, nel tentativo di ottenere l’approvazione degli Stati Uniti.
Macron ha detto che 26 paesi «si sono formalmente impegnati a schierare una forza di rassicurazione» per l’Ucraina, senza specificare esattamente in cosa consisterà questa “forza”, né quali siano i 26 paesi coinvolti e come ognuno di loro contribuirà.
Il piano presentato prevede tra le altre la possibilità di inviare truppe occidentali in Ucraina con funzioni di peacekeeping, che interverrebbero nel caso in cui la Russia non dovesse rispettare un eventuale cessate il fuoco o accordo di pace. Sarebbe una garanzia di sicurezza, ossia una delle condizioni e degli impegni che l’Ucraina chiede ai propri alleati per evitare di essere nuovamente attaccata dalla Russia, e nel caso per assicurarsi la capacità di rispondere in maniera efficace.
Macron ha aggiunto che le truppe non avranno «l’intenzione o l’obiettivo di dichiarare guerra alla Russia», ma dovranno «garantire la pace e fornire un segnale». Ha detto che saranno schierate «non in prima linea», ma in altre zone ancora da definire. Venerdì mattina il presidente russo Vladimir Putin ha risposto avvertendo che se mai dovessero esserci soldati occidentali in Ucraina mentre sono ancora in corso i combattimenti, la Russia li considererà «obiettivi legittimi».
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Le dichiarazioni del presidente francese sono state subito ridimensionate da vari altri leader. Merz ha detto che la Germania deciderà su un eventuale impegno militare solo dopo aver chiarito le condizioni generali dell’intervento, che hanno soprattutto a che fare con la certezza della partecipazione degli Stati Uniti in sostegno ai soldati europei, qualora venissero attaccati dalla Russia. Meloni, con una nota del governo italiano, ha ribadito «l’indisponibilità dell’Italia a inviare soldati in Ucraina», ma ha confermato la possibilità di sostenere un eventuale cessate il fuoco «con iniziative di monitoraggio e formazione al di fuori dei confini ucraini», senza aggiungere altri dettagli.
Dopo una richiesta di chiarimento Macron ha precisato che la Germania, l’Italia e anche la Polonia, a sua volta contraria all’invio di truppe, fanno parte dei 26 paesi ma che ciascuno avrà le proprie modalità di intervento. «Alcuni dispiegheranno truppe sul terreno in Ucraina, altri metteranno a disposizione le loro basi e resteranno nei confini dei paesi membri della NATO».
Per quanto riguarda la posizione degli Stati Uniti non ci sono state grosse novità. Macron ha assicurato che non «c’è alcun dubbio» che gli Stati Uniti collaboreranno, anche se in realtà Zelensky e i suoi alleati occidentali non hanno ancora ottenuto che gli Stati Uniti inviino loro soldati in Ucraina come parte delle garanzie di sicurezza internazionali per tutelare il paese da future invasioni.
Finora i discorsi sulle garanzie di sicurezza sono sempre rimasti molto vaghi: probabilmente diventeranno più concreti una volta che saranno avviate vere trattative per un accordo di pace fra Russia e Ucraina. Finora però la Russia ha sempre fatto ostruzionismo, principalmente per prendere tempo, e non si è detta disponibile ad alcun compromesso.
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