MPS le sta provando tutte per prendersi Mediobanca
Ha reso l'operazione assai più vantaggiosa, negli ultimi giorni utili per portarla a termine

Martedì il gruppo bancario MPS ha molto migliorato le condizioni della sua proposta di acquisto di Mediobanca, per cercare di garantirsi il successo dell’operazione. La proposta era stata formulata a gennaio con un’Offerta Pubblica di Scambio, cioè uno dei diversi modi con cui si può comprare una banca, e saranno gli azionisti di Mediobanca a decidere se aderire sulla base di quanto offre MPS. Lunedì 8 settembre scade il termine dell’offerta, ma i presupposti per la riuscita dell’operazione ancora non ci sono. È per questo che MPS ha deciso di rendere l’offerta più allettante, e ora è più probabile che abbia successo.
Tra le molte operazioni in corso tra banche, questa è una delle maggiori e più importanti. Vale 13,5 miliardi di euro, riguarda la più prestigiosa banca d’affari italiana (Mediobanca) e la banca che per decenni è stata in crisi e che ora ha come primo azionista lo Stato italiano (MPS, un tempo conosciuta come Monte dei Paschi di Siena). Ma la sua rilevanza è data anche dal fatto che alla base della trattativa ci sono lotte di potere che coinvolgono banche, potenti famiglie italiane, e lo stesso governo.
Fin dall’annuncio c’erano stati dubbi che abbastanza azionisti avrebbero aderito all’offerta, perché tra le motivazioni per l’acquisto sono prevalenti le logiche di controllo, e non solide ragioni industriali. MPS vuole comprare una banca molto diversa e molto più grande, e diversi esperti avevano espresso perplessità su questa decisione. La stessa dirigenza di Mediobanca l’aveva molto criticata, e aveva attuato un piano alternativo per non essere comprata: offrirsi a sua volta di acquistare Banca Generali, cosa che avrebbe reso molto meno allettante, per MPS, acquistare Mediobanca. Ma il piano era fallito.
In questo contesto è necessario che l’offerta sia gradita agli azionisti di Mediobanca: da qui deriva la necessità di MPS di migliorarne le condizioni.
MPS ha innanzitutto aumentato il compenso per gli azionisti di Mediobanca. Come si intuisce dal nome, l’Offerta Pubblica di Scambio prevede che invece di pagarle il compratore si offra di scambiare delle proprie. L’Offerta in questione prevedeva in origine che per ogni azione di Mediobanca l’azionista aderente avrebbe ricevuto 2,533 azioni di MPS. Ai valori di borsa di lunedì questo scambio non era conveniente: un’azione di Mediobanca valeva più di 2,533 azioni di MPS. A questo ora è stata aggiunta anche una componente in denaro di 90 centesimi ad azione: se l’operazione andasse a buon fine, e ipotizzando che MPS riesca a comprare circa due terzi delle azioni in circolazione, questo rilancio costerebbe a MPS 750 milioni di euro.
MPS ha poi abbassato la soglia sotto cui l’operazione si considera riuscita. Nelle Offerte Pubbliche si possono infatti inserire alcuni vincoli per il buon fine dell’offerta, e il più tipico è proprio la percentuale minima di azioni che si vuole ottenere, sotto la quale l’offerta è nulla: solitamente si individua una quota che consenta di ottenere il controllo sostanziale della società, come potrebbe essere il 51 per cento, necessario per avere la maggioranza nelle decisioni ordinarie, o il 67 per cento, cioè i due terzi che servono per decidere sulle questioni straordinarie.
Nell’offerta iniziale MPS diceva di puntare a ottenere almeno il 67 per cento delle azioni di Mediobanca. Al momento è una quota molto lontana, dato che i giornali specializzati calcolano che solo il 30 per cento circa delle azioni è stato finora “portato in adesione”, come si dice: sono perlopiù azioni di Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, e del gruppo Caltagirone, i due soci che si sapeva con certezza avrebbero aderito perché più di tutti auspicano la riuscita dall’acquisizione.
Per questo MPS ha comunicato di aver abbassato notevolmente questa soglia, al 35 per cento. È una soglia che non darebbe certo lo stesso livello di controllo ma che è più a portata di mano, anche grazie al compenso aggiuntivo di 90 centesimi ad azione, che già ha invogliato altri soci ad aderire. Il pagamento in denaro ha alimentato anche le mosse di diversi investitori speculativi, che stanno comprando ora le azioni di Mediobanca a prezzo più basso per poi scambiarle con quelle di MPS e guadagnare sulla differenza.
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