Non c’è più il test d’ingresso a medicina, ma i corsi per il test sono rimasti

Le aziende del settore non hanno dovuto cambiare granché per adattarsi all'esame finale del nuovo “semestre filtro”

Lo svolgimento di un test d'ingresso a medicina nel 2020 a Torino (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)
Lo svolgimento di un test d'ingresso a medicina nel 2020 a Torino (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)
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L’anno accademico che inizierà a settembre sarà il primo dall’abolizione del test di ingresso per l’accesso ai corsi universitari di medicina, odontoiatria e veterinaria, decisa con una riforma dello scorso marzo. Finora chi voleva iscriversi a uno di questi corsi doveva superare un test a risposta multipla, ora il test è stato sostituito da un esame al termine del primo semestre, che è aperto a tutti e viene soprannominato “semestre filtro” (proprio perché serve a ridurre il numero degli iscritti alla facoltà, un po’ come il vecchio test).

Attorno ai tradizionali test d’ingresso a queste facoltà esisteva da anni tutto un settore di aziende specializzate anche in corsi di preparazione a quei test, con migliaia di studenti iscritti ogni anno che generavano buona parte del loro profitto. Per come era stata presentata e raccontata la riforma – come un’abolizione del numero chiuso – il futuro di queste aziende era incerto, ma nei fatti le cose non sono cambiate granché: l’esame finale del “semestre filtro” è di fatto una selezione spostata più avanti nel tempo e in buona parte basata sulle stesse materie. Molte di queste aziende si sono quindi semplicemente adattate al nuovo sistema.

Da quest’anno ci si può iscrivere al primo semestre di medicina, odontoiatria e veterinaria frequentando tre corsi che queste tre facoltà hanno in comune (Chimica, Fisica e Biologia). I corsi vanno da inizio settembre a fine novembre, e tra novembre e dicembre si sostengono i relativi esami, con due appelli disponibili (uno il 20 novembre e uno il 10 dicembre): solo se vengono superati si può proseguire. L’esame consiste in 31 domande per ognuna delle tre materie, per un totale di 93 domande: 15 a risposta multipla, con 5 opzioni di risposta, e 16 a risposta aperta. Per ogni esame si hanno a disposizione 45 minuti.

«Prima nel test d’ingresso c’erano 60 domande, ora 90; prima 100 minuti a disposizione, ora 135; prima le materie erano biologia, fisica, chimica, matematica, logica e ragionamento, ora solo biologia, fisica e chimica: è difficile non chiamare anche questo un test d’ingresso», dice Ludovico Callerio, cofondatore di una delle aziende che preparano ai test, Testbusters. Anche l’organizzazione dell’esame è molto simile a quella di un test d’ingresso: benché organizzato dai singoli atenei, l’esame finale del “semestre filtro” è uguale su tutto il territorio nazionale (si svolge persino in contemporanea).

Comunque queste aziende, oltre a preparare ai test d’ingresso, lavoravano già sulla preparazione agli esami universitari. La più nota è Cepu, ma vale lo stesso anche per altre, come Alpha Test, UniD Formazione, MedCampus e la stessa Testbusters.

Tranne che nel caso di Cepu, per cui i test d’ingresso erano una parte «accessoria» del lavoro dell’azienda, per altre di queste la preparazione ai test d’ingresso rappresentava una parte consistente del proprio fatturato: «Almeno la metà del fatturato», dice Callerio; «Una parte significativa benché non preponderante», dice Alessandro Magno, CEO di Alpha Test; «Circa il 50 per cento del fatturato», dice Leonardo Vaghaye, CEO di MedCampus.

Inizialmente il modo in cui era stata raccontata l’imminente riforma sul numero chiuso aveva avuto un impatto sulle aziende: «In tutto il settore c’è stato un generale calo di iscritti, anche perché il governo aveva parlato di abolizione del numero chiuso», dice Callerio. Dopo poco però è diventato chiaro che il sistema non sarebbe cambiato granché. Benché gli effetti a lungo termine si vedranno nei prossimi anni, Callerio, Magno e Vaghaye dicono di non aver avuto grosse variazioni nel fatturato e nel numero dei dipendenti impiegati nella preparazione dell’esame finale del “semestre filtro”: in alcuni casi i corsi sono già iniziati, in altri inizieranno a breve, ma in tutti e tre i casi le aziende hanno modificato in maniera minima il lavoro che già facevano sui test d’ingresso.

«Ora la prova da superare non sarà più basata solo sulle conoscenze ottenute al liceo, ma sulla frequentazione di corsi universitari: la preparazione è quindi più approfondita, ma basata su principi base di materie che non cambiano con un decreto ministeriale», dice Callerio. Nel caso di Testbusters, l’azienda ha aggiunto un modulo teorico da frequentare in parallelo al semestre universitario, con un monte ore cresciuto «da 300 a 370». Nel caso di Alpha Test, a chi si iscrive vengono offerti diversi tipi di corsi, con programmi specifici su una singola materia o di preparazione generale all’esame, con esercitazioni svolte in maniera più intensiva a ridosso della prova, come accadeva coi test d’ingresso.

Gianluca Di Muro, CEO di UniD Formazione, dice che «la struttura dei corsi sarà la stessa», con corsi intensivi fatti sia di lezioni in presenza che di lezioni online, con 300 ore totali di corso da fine settembre a dicembre, 50 delle quali in presenza. A metà novembre partiranno inoltre i corsi annuali per prepararsi all’esame finale del “semestre filtro” dell’anno prossimo, in quel caso con 200 ore in presenza.

Al semestre aperto quest’anno si sono iscritte 54mila persone circa, e i posti disponibili sono 24.026, dato che comprende sia i corsi in inglese che quelli in italiano, sia in università pubbliche che private. I posti disponibili per studiare medicina in una università pubblica italiana sono soltanto 16mila.

Peraltro su molti siti i corsi vengono pubblicizzati citando alte probabilità di successo, oppure promettendo di riuscire ad anticipare alcune domande del test. In questi giorni la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha segnalato la cosa all’Antitrust accusando le aziende di fare pubblicità ingannevole, visto che quest’anno sarà il primo in cui ci sarà l’esame finale del “semestre filtro”, e quindi non esiste uno storico di risultati sulla base del quale pubblicizzare i corsi.