Sull’immigrazione il Regno Unito si è spostato a destra
L'estremista Nigel Farage ha appena proposto un piano di espulsioni di massa, e gli altri partiti fanno a gara per stargli dietro

Martedì Nigel Farage, leader del partito di estrema destra britannico Reform UK attualmente all’opposizione, ha proposto un piano per l’espulsione di massa di oltre 600 mila richiedenti asilo. La proposta prevede che i richiedenti asilo vengano arrestati al loro arrivo nel Regno Unito, detenuti in basi militari in disuso e immediatamente portati nei loro paesi d’origine, anche se questi paesi sono luoghi ritenuti non sicuri come l’Afghanistan, dove c’è il rischio di essere perseguitati o torturati. Per evitare ostacoli legali, Farage vuole che il Regno Unito esca dalla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo e abolisca la propria legislazione sui diritti umani.
Gli altri partiti politici hanno criticato il piano, ma fino a un certo punto. Ellie Reeves, la presidente del Partito Laburista attualmente al governo, si è concentrata sulla mancanza di dettagli per l’attuazione pratica, e non sulle plateali violazioni dei diritti umani che comporterebbe: ha sostenuto che manchino «obiettivi chiari» e una «cronologia anno per anno delle cose da fare».
Un portavoce del primo ministro Laburista Keir Starmer, quando gli è stato chiesto se pensava che fosse una buona idea firmare un accordo con i talebani che governano l’Afghanistan per il rimpatrio dei richiedenti asilo, ha detto che il governo «non esclude nessuna ipotesi». Lo stesso Farage, con una certa soddisfazione, ha notato come il suo piano sia stato criticato nel metodo, ma non nel merito: «Ho visto che sui media quasi nessuno ha respinto l’idea che il paese si trovi in grave crisi [a causa dell’immigrazione]».
Il piano di Farage è vago, confuso e non entrerà in vigore nel prossimo futuro. È una promessa in vista delle prossime elezioni, che però saranno nel 2029. Ma ormai da mesi Reform UK è il primo partito in tutti i sondaggi nel Regno Unito, e il suo successo ha contribuito a spostare verso posizioni di estrema destra tutto il dibattito sull’immigrazione. Proposte come quella sull’espulsione di massa dei richiedenti asilo, che lo stesso Farage definiva «una impossibilità politica» soltanto un anno fa, ora hanno smesso di essere considerate irrealizzabili e scandalose e sono discusse con serietà, anche da partiti di centrosinistra come il Labour.
Il dibattito sull’immigrazione è da tempo intenso nel Regno Unito (come nel resto dell’Europa), ma gli argomenti si sono via via radicalizzati a partire dal 2018, quando migliaia di persone cominciarono ad arrivare nel paese attraversando il canale della Manica dalla Francia, usando piccole imbarcazioni di fortuna (la stragrande maggioranza dei migranti che arrivano via mare fa poi richiesta d’asilo, ed è per questo che il piano di Farage prevede l’espulsione dei richiedenti asilo).
Il fenomeno delle small boats, come vengono chiamate le imbarcazioni, è minoritario: nel 2024 i migranti arrivati attraverso la Manica sono stati 37 mila, contro le 950 mila persone entrate nel Regno Unito tramite procedure legali e con visto regolare per lavoro, studio o protezione umanitaria. Ma l’afflusso continuo di barche, anche per il fatto di essere molto visibile e impressionante, ha contribuito a creare un allarme spropositato. I giornali ne hanno parlato incessantemente, e i partiti soprattutto di destra ne hanno approfittato per trarne vantaggio elettorale. Farage, martedì, ha definito l’arrivo delle small boats un’«invasione» e una «calamità».
Oggi, secondo i sondaggi, l’immigrazione è la questione più importante percepita dall’elettorato britannico, più ancora dell’economia. Per questo tutta la politica britannica ormai da tempo fa a gara ad adottare posizioni sempre più radicali sulla questione.
L’attuale primo ministro Laburista Starmer entrò in carica l’anno scorso promettendo di fermare le small boats e di «schiacciare» le organizzazioni criminali che organizzavano i transiti. Già queste erano parole molto dure per un leader di centrosinistra (Starmer, peraltro, è un ex avvocato che in passato si era impegnato per difendere i diritti dei migranti). A maggio di quest’anno è andato ancora oltre, con un discorso in cui ha detto che a causa dell’immigrazione il Regno Unito rischia di trasformarsi in «un’isola di stranieri», riprendendo apparentemente argomenti dell’estrema destra sulla “sostituzione etnica”. Starmer ha in seguito chiesto scusa per quelle parole.
Dopo il discorso di Farage di martedì, Starmer ha fatto un post su X in cui ha ribadito le posizioni dure del proprio governo contro l’immigrazione, mostrando così che la sua preoccupazione principale è ormai di competere direttamente con l’estrema destra sulla questione: «Se vieni nel nostro paese illegalmente, sarai detenuto ed espulso», ha scritto, allegando al post foto di migranti portati via dalla polizia.

Keir Starmer durante una conferenza stampa sull’immigrazione, maggio 2025 (Ian Vogler – WPA Pool/Getty Images)
Lo stesso vale per il Partito Conservatore, la storica formazione del centrodestra britannico. Attualmente uno dei politici in maggiore ascesa nel partito è Robert Jenrick, ex ministro dell’Immigrazione nel precedente governo di Rishi Sunak. Nel 2023 Jenrick si era dimesso in protesta con il suo primo ministro, perché riteneva che un piano per inviare in Ruanda i richiedenti asilo «non facesse abbastanza».
Già l’anno scorso Jenrick diceva che il Regno Unito avrebbe dovuto ritirarsi dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e martedì ha fatto capire che il Partito Conservatore è pronto a trattare i migranti con ancora più durezza: Farage «ha copiato i nostri compiti ma non ha capito la lezione», ha detto.
Il dibattito sull’immigrazione si è a tal punto radicalizzato che le proposte di Farage non sono nemmeno le più estreme. Negli ultimi mesi sono nati vari movimenti che cercano di fargli concorrenza da destra, appoggiando proposte neofasciste e promuovendo la reintroduzione della pena di morte per contrastare la criminalità.
Dopo la presentazione del piano di Farage, l’unico partito britannico che l’ha davvero rifiutato su basi umanitarie è stato il Partito Liberaldemocratico, di centro. La leader Daisy Cooper ha detto in un comunicato che «Farage vuole seguire il suo idolo Vladimir Putin stracciando la convenzione sui diritti umani». Nei sondaggi i Liberaldemocratici hanno il 13 per cento dei consensi. Reform UK il 30 per cento.



