Glovo dovrà tutelare di più i rider quando fa caldo
Il tribunale di Milano ha imposto all'azienda di pagare un bonus più vantaggioso di quello che aveva suscitato molte critiche a inizio luglio

Il tribunale di Milano ha ordinato a Foodinho srl, la società che gestisce il servizio di consegne a domicilio Glovo, di pagare i rider 30 centesimi in più a consegna quando le temperature esterne superano i 25 gradi. Inoltre è stato stabilito che i rider debbano essere dotati di alcuni dispositivi di sicurezza per proteggersi dal caldo, come cappelli con visiere, occhiali da sole, creme solari, borraccia termica e sali minerali.
Foodinho aveva inizialmente fissato a 32 gradi la temperatura oltre la quale i suoi rider avevano diritto a un incentivo economico, con un bonus che era stato deciso a inizio luglio e sospeso pochi giorni dopo per via delle molte critiche di chi lo riteneva un incentivo a lavorare quando non si dovrebbe.
Il tribunale di Milano ha inoltre stabilito che Foodinho dovrà convocare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale (RLST) di Palermo e Trapani; dopo un confronto con il rappresentante l’azienda dovrà inserire nel proprio documento di valutazione dei rischi (DVR, un documento sulla sicurezza sul lavoro che le aziende sono obbligate a compilare e aggiornare) una sezione dedicata ai rischi legati al caldo. Il rappresentante dovrà essere quello di Trapani e Palermo perché alla sentenza di Milano si è arrivati dopo un suo ricorso per il comparto commercio di Trapani e Palermo. La sentenza è stata emessa dal tribunale di Milano perché Foodinho ha sede lì e quello è il tribunale competente.
La sentenza del tribunale di Milano fa seguito a un precedente provvedimento dello stesso tribunale, in cui erano state date indicazioni generiche sulla necessità di tutele e di un adeguato incentivo economico per il lavoro dei rider durante il caldo.
L’iniziativa di Glovo sospesa a luglio stabiliva un bonus del 2, 4 e 8 per cento per consegne effettuate con temperature rispettivamente superiori a 32, 36 e 40 gradi. L’azienda lo aveva presentato come un compenso economico per permettere ai rider di acquistare creme solari, sali minerali e acqua. Più che una forma di tutela, però, era stato percepito come un risarcimento insignificante a fronte di un rischio enorme per la salute, se non come una forma di incentivo – pur minimo – a lavorare in condizioni estreme. Il bonus di fatto valeva pochi centesimi a consegna (i compensi per una consegna solitamente sono di pochi euro) e sarebbe stato erogato a fine settembre, cioè a fine estate (diventando quindi inutile per l’acquisto di misure protettive per il sole e il caldo).



