Secondo fonti di Reuters e AP gli Stati Uniti hanno mandato tre navi militari verso le coste del Venezuela

Il cacciatorpediniere USS Gravely (AP Photo/Bernat Armangue)
Il cacciatorpediniere USS Gravely (AP Photo/Bernat Armangue)

Gli Stati Uniti hanno inviato tre cacciatorpedinieri verso le coste del Venezuela per partecipare a un’operazione militare contro i cartelli della droga di cui si sa ancora molto poco: lo hanno riferito fonti militari anonime alle agenzie Reuters e Associated Press, e non ci sono ancora conferme ufficiali. Secondo queste fonti le tre navi – la USS Gravely, USS Dunham e la USS Sampson – dovrebbero arrivare a destinazione entro mercoledì sera.

Se confermata, l’operazione sarebbe coerente con quanto scritto dal New York Times a inizio agosto, e cioè che l’amministrazione Trump avrebbe dato indicazioni al Pentagono (il ministero della Difesa) di autorizzare operazioni militari contro i cartelli della droga anche con l’invio di mezzi e soldati statunitensi in territorio straniero. Da tempo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump accusa vari paesi dell’America Latina, incluso il Venezuela, di non fare abbastanza contro il narcotraffico e di essere responsabili dell’ingresso di droghe negli Stati Uniti.

Per questo a febbraio l’amministrazione Trump aveva classificato come terroristiche alcune organizzazioni criminali attive in vari paesi della regione, tra cui le venezuelane Tren de Aragua e Cártel de los Soles. Gli Stati Uniti accusano il presidente venezuelano Nicolás Maduro di essere direttamente collegato al contrabbando, e pochi giorni fa il governo ha aumentato a 50 milioni di dollari la ricompensa per chi offre informazioni utili ad arrestarlo.

Secondo il funzionario sentito da Reuters, le operazioni dell’esercito statunitense in America Latina dovrebbero durare diversi mesi e impiegare 4mila persone, tra personale di bordo e marines, oltre a vari aerei di ricognizione e a un sottomarino. Maduro ha risposto attivando circa 4 milioni di riservisti della Milicia Nacional, un corpo dell’esercito: non ha specificato dove verranno inviati, ma ha detto che dovranno essere pronti a intervenire in caso di necessità.