L’elegante Marco Van Basten
Trent'anni fa si ritirava, molto giovane, uno dei più forti calciatori di sempre: una buona occasione per rivedere alcuni dei suoi migliori gol

Il 17 agosto del 1995 il calciatore nederlandese del Milan Marco Van Basten annunciò il suo ritiro dal calcio a soli 30 anni. Non giocava dal 1993 a causa di grossi problemi alla caviglia destra, che fin da quando aveva 19 anni gli avevano fatto saltare molte partite; dopo la quarta operazione in nove anni, la cartilagine era praticamente consumata e Van Basten aveva ormai capito che non avrebbe più potuto continuare a giocare. Fu un momento molto commovente: Van Basten stesso lo definì il suo «funerale», e per tanti appassionati finiva prematuramente la carriera di uno dei più grandi calciatori di sempre.
Van Basten giocò solo in due squadre – nell’Ajax (la squadra di Amsterdam) dal 1981 al 1987, e poi nel Milan, dal 1987 al 1995 – oltre alla nazionale dei Paesi Bassi. Con i club vinse 11 titoli nazionali, 5 titoli europei e 2 coppe intercontinentali (il vecchio Mondiale per club), mentre con i Paesi Bassi vinse gli Europei del 1988. Tre le altre cose, Van Basten vinse anche tre Palloni d’Oro. Anche se in quegli anni veniva assegnato solo agli europei, il Pallone d’Oro era già il più importante riconoscimento individuale del calcio, e solo Michel Platini e Johan Cruyff prima di lui ne avevano vinti altrettanti.
Van Basten era un attaccante completo e raffinato. Sapeva segnare in molti modi diversi (al volo, di testa, di rovesciata, di destro e di sinistro), i suoi tiri erano potenti e precisi, controllava e passava la palla con una tecnica sopraffina. Per il suo modo molto elegante e aggraziato di giocare e per la sua eccezionale flessibilità era soprannominato il “Cigno di Utrecht”, dalla città in cui era nato. L’ex presidente del Milan Silvio Berlusconi lo paragonò persino a Rudolf Nureyev, uno tra i più grandi ballerini del Novecento.
È esemplare della sua grazia un gol che fece nel 1983, durante una partita tra l’Ajax e il Feyenoord. In quell’occasione riuscì a recuperare la palla con una scivolata, per poi rimettersi in piedi, scartare un difensore e, infine, segnare di pallonetto: un tiro molto rischioso che fa passare la palla sopra il portiere con una parabola alta e lenta. È il tipo di giocata che racchiude tutto quello che dovrebbe saper fare un attaccante: recuperare la palla con rapidità e caparbietà, e poi crearsi la migliore occasione possibile per fare gol. Segnare di pallonetto, poi, non è scontato: bisogna essere tecnici e rapidi a leggere il gioco.
Alle migliori qualità dei “numeri 9” – il numero di maglia associato all’attaccante che trova sempre il modo di segnare – Van Basten univa quelle dei “numeri 10”, cioè dei giocatori più creativi e talentuosi. Lo si vede bene in un gol che segnò nel 1985, sempre con l’Ajax: dopo aver ricevuto il pallone mentre era circondato da due difensori avversari, fece scivolare la palla sotto la suola e si girò con grande agilità. I due difensori rimasero spiazzati, mentre lui si ritrovò libero di fronte alla porta e segnò.
Ma Van Basten è ricordato e apprezzato soprattutto per i suoi numerosi gol acrobatici e spettacolari, molti dei quali sono considerati tra i più belli della storia del calcio. Per esempio, tra i 152 gol che segnò con l’Ajax, uno dei migliori è senza dubbio la rovesciata contro il Den Bosch. La rovesciata è uno dei gesti tecnici più complicati nel calcio: per saltare e prendere la palla al volo, con i piedi sopra la testa e dando le spalle alla porta, serve una coordinazione eccezionale. Solo pochissimi giocatori, oltre a Van Basten, sono riusciti a segnare più di un gol in quel modo.
Van Basten segnò infatti in rovesciata anche con il Milan, in una partita di Coppa dei Campioni (allora la Champions League si chiamava così) contro la squadra svedese del Göteborg. Era il 1992 e per lui fu una serata particolarmente memorabile, dato che finì 4-0 per il Milan e fu proprio lui a segnare tutti e quattro i gol.
La rete forse più spettacolare della carriera di Van Basten, però, non fu una rovesciata, ma il tiro al volo con cui nel 1988 segnò il 2-0 nella finale degli Europei tra Paesi Bassi e Unione Sovietica. Fu eccezionale perché quando tirò Van Basten si trovava in una posizione molto defilata rispetto alla porta avversaria, ed è raro che un giocatore faccia scelte così avventate in una partita importante.
Il gol fu uno dei due che fecero vincere ai Paesi Bassi l’unico trofeo della loro storia: Van Basten lo segnò a Rinat Dasaev, cioè uno dei portieri più forti dell’epoca, che non a caso era chiamato “Cortina d’acciaio”. Da quel momento i più bei gol al volo avrebbero preso il nome di “gol alla Van Basten”.
Insomma, Van Basten faceva tante cose straordinarie, ma era abile anche nei gesti più “normali”, come i tiri da vicino e i colpi di testa, dove mostrava una potenza e una precisione da vero “numero 9”. Tra tutti i suoi gol di testa (è alto quasi 1 metro e 90 centimetri), quello più spettacolare lo segnò nella semifinale di Coppa dei Campioni tra Real Madrid e Milan, con una torsione piuttosto acrobatica.
Anche come rigorista Van Basten era altrettanto forte. È tuttora uno dei dieci rigoristi più efficaci della storia del calcio, con 51 rigori segnati su 56: in altre parole, quando tirava un rigore faceva gol più di nove volte su dieci (la media dei rigoristi è circa del 75 per cento).
Nonostante i numerosi infortuni, la carriera di Van Basten fu di gran successo, anche grazie ai compagni di squadra e, soprattutto, agli allenatori eccezionali, che contribuirono molto alla sua crescita come calciatore. All’Ajax ebbe come compagno di squadra e poi come allenatore Johan Cruyff, considerato una figura rivoluzionaria nel calcio. Al Milan, invece, fu allenato da Arrigo Sacchi e fece parte di una delle squadre più forti di sempre, dove giocavano calciatori come Paolo Maldini, Franco Baresi, Ruud Gullit e Carlo Ancelotti.



