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  • Giovedì 14 agosto 2025

In Francia l’aria condizionata è una questione politica

La destra la vuole, la sinistra no, in un paese che la usa poco e ne ha anche meno bisogno rispetto ai vicini

(ANSA/Eduardo Parra/Contacto via ZUMA Press)
(ANSA/Eduardo Parra/Contacto via ZUMA Press)
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Alla fine di giugno in Francia, mentre il paese stava attraversando una delle peggiori ondate di calore dell’estate, la leader del partito di estrema destra Rassemblement National Marine Le Pen ha detto che se il suo partito andasse al governo approverebbe un «grande piano di installazione di impianti di climatizzazione». La proposta è stata criticata e ha riaperto la discussione pubblica sull’uso dell’aria condizionata, che in Francia si ripete ciclicamente ed è molto più politicizzata che in altri paesi.

La Francia è un paese in cui l’aria condizionata si usa poco, anche nelle grandi città: nel 2020 l’Agenzia per l’ambiente e la gestione dell’energia aveva stimato che solo il 25 per cento delle abitazioni era dotato di condizionatori, in molti casi peraltro solo portatili. A confronto, quasi il 50 per cento delle case in Italia è dotata di aria condizionata, e circa il 40 per cento in Spagna.

Il fatto che in Francia l’aria condizionata manchi in molte case, hotel, ristoranti e altri luoghi pubblici è diventato un luogo comune e un aspetto spesso criticato dai turisti e dalle persone che si trasferiscono dagli Stati Uniti, dove invece nel 2020 le case dotate di aria condizionata erano l’88 per cento. Durante le Olimpiadi di Parigi del 2024 moltissimi atleti si erano lamentati che nel villaggio olimpico non ci fosse l’aria condizionata, ed era circolata molto una foto del nuotatore Thomas Ceccon costretto a dormire su una panchina all’aperto.

– Leggi anche: Nel villaggio olimpico di Parigi non c’è l’aria condizionata

Avere l’aria condizionata non è solo una questione di comfort, specialmente da quando le estati sono diventate sempre più calde a causa del cambiamento climatico: temperature elevate possono causare problemi di salute, specialmente alle persone più fragili, e oltre i 30 °C si iniziano a registrare tassi di mortalità più alti tra la popolazione.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) infatti un numero crescente di persone muore ogni anno a causa del caldo estremo, con il tasso di mortalità legato al caldo per le persone con più di 65 anni che è aumentato dell’85 per cento tra il 2000-2004 e il 2017-2021. Nel periodo tra il 2000 e il 2019 è stato calcolato che in media sono morte ogni anno circa 489mila persone e che il 36 per cento delle morti sia avvenuto in Europa. Una parte importante di quelle morti si sarebbe potuta evitare con una maggiore diffusione dell’aria condizionata.

Nonostante le resistenze, anche in Francia è condivisa l’idea che ormai installare l’aria condizionata in luoghi pubblici come ospedali e case di riposo sia una necessità. Per quanto riguarda le abitazioni private, specialmente delle persone non anziane e senza particolari problemi di salute, le opinioni invece sono piuttosto diverse a destra e a sinistra.

Per la sua dichiarazione di intenti sull’aria condizionata Le Pen è stata presa in giro dalla leader degli Ecologisti, Marine Tondelier, secondo cui la leader di Rassemblement National pensa di poter risolvere un problema enorme e complesso come quello del cambiamento climatico semplicemente acquistando dei condizionatori. Tondelier ha specificato che anche il suo partito è favorevole a installare l’aria condizionata nei posti dove ce n’è più bisogno, ma che per il resto sarebbe meglio trovare delle soluzioni alternative.

I condizionatori offrono sollievo temporaneo a chi li usa, ma hanno bisogno di molta energia e aumentano la temperatura all’esterno; impiegano anche gas refrigeranti che contribuiscono al riscaldamento globale. Quelli meno inquinanti sono anche i più costosi, motivo per cui ogni estate sono molte le persone che decidono di comprare dei condizionatori portatili nelle settimane di maggior caldo.

Dopo lo scambio fra Le Pen e Tondelier il dibattito si è allargato, includendo fra gli altri anche Agnès Pannier-Runacher, la ministra della Transizione ecologica, del partito centrista Renaissance (quello del presidente Emmanuel Macron). Pannier-Runacher ha descritto l’espansione dell’aria condizionata come un «cattivo adattamento» al problema dell’innalzamento delle temperature dato dal cambiamento climatico. «È necessario climatizzare gli ambienti per le persone vulnerabili e consentire loro di trovare un po’ di sollievo. Tuttavia, non bisogna farlo ovunque», ha aggiunto.

Chi ha questa opinione di solito sostiene che favorire con agevolazioni o incentivi le installazioni dei cosiddetti “cappotti termici” nelle abitazioni private (semplificando, dei rivestimenti che isolano gli edifici e mantengono la temperatura più bassa in estate) risolverebbe parzialmente il problema, inquinando meno sul lungo periodo. In Francia le temperature del resto sono mediamente più basse rispetto ad altri paesi mediterranei, come l’Italia.

Chi è a favore dell’aria condizionata invece cita spesso il fatto che in Francia il suo uso inquinerebbe meno che in altri paesi, dato che l’elettricità utilizzata deriva al 95 per cento da centrali nucleari e da fonti rinnovabili, che inquinano molto meno dei combustibili fossili. A metà luglio un gruppo di deputati di destra ed estrema destra ha presentato un disegno di legge che imporrebbe l’obbligo di installare l’aria condizionata in alcuni spazi pubblici, tra cui le scuole (di cui solo il 7 per cento al momento è dotato di impianti di climatizzazione).

Anche i principali giornali francesi si sono occupati della questione. Libération, il più importante quotidiano di sinistra, ha definito l’aria condizionata un «controsenso ecologico da superare» proprio perché butta fuori aria calda e usa molta energia. Invece Le Figaro, il quotidiano conservatore di riferimento, ha difeso l’aria condizionata nel suo editoriale, sostenendo anche che non usarla diminuisca la crescita economica del paese: «Lasciare che i nostri concittadini sudino limita l’apprendimento, riduce l’orario di lavoro e intasa gli ospedali». Le Monde, il giornale più letto del paese, l’ha invece definita una cosa a metà fra «necessità» e una «falsa buona idea».

– Leggi anche: L’aria condizionata non è un lusso