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  • Domenica 10 agosto 2025

La manifestazione a Tel Aviv contro il piano per occupare la città di Gaza

Decine di migliaia di persone hanno protestato contro il governo di Netanyahu per chiedere la fine della guerra e la liberazione degli ostaggi

Corteo contro la guerra nella Striscia di Gaza a Tel Aviv, in Israele
Corteo contro la guerra nella Striscia di Gaza a Tel Aviv, in Israele, il 9 agosto 2025 (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
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Sabato a Tel Aviv migliaia di persone hanno protestato contro il piano per l’occupazione della città di Gaza approvato venerdì dal governo israeliano, che nei giorni scorsi è stato contestato anche dai paesi europei e da parte della comunità internazionale. I manifestanti in Israele hanno chiesto la fine della guerra nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi ancora prigionieri di Hamas, le cui vite, secondo l’establishment di sicurezza e di intelligence israeliano, potrebbero essere messe in pericolo dall’espansione dell’occupazione decisa dal primo ministro Benjamin Netanyahu.

Dall’inizio della guerra nella Striscia, quasi due anni fa, ci sono state molte manifestazioni di protesta a Tel Aviv, che è la città più popolosa di Israele e quella dove è maggiormente rappresentata l’opposizione a Netanyahu e al suo governo di destra. Secondo gli organizzatori a quella di sabato hanno partecipato più di 100mila persone, secondo il quotidiano israeliano Haaretz erano «decine di migliaia».

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La maggior parte dei manifestanti sventolava bandiere israeliane o mostrava cartelli con le fotografie degli ostaggi prigionieri di Hamas, circa 20 dei quali sarebbero ancora vivi secondo le stime israeliane. Altri manifestanti avevano con sé dei cartelli contenenti messaggi contro il governo o appelli rivolti al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedergli di fermare Netanyahu. Alcuni manifestanti invece avevano con sé anche delle immagini di bambini palestinesi uccisi dall’esercito israeliano.

Da mesi, secondo i sondaggi, il 70-75 per cento della popolazione israeliana vorrebbe la fine della guerra e la restituzione degli ostaggi. Ma il consenso della popolazione israeliana per l’esercito israeliano (IDF) è ancora alto, e solo una minoranza della popolazione si dice preoccupata per la catastrofica situazione umanitaria delle persone palestinesi.

L’ultimo sondaggio dell’Institute for National Security Studies, un think tank indipendente affiliato all’Università di Tel Aviv, pubblicato prima dell’annuncio del piano per occupare la città di Gaza, ha rilevato che la fiducia nell’IDF è ancora al 77% tra la popolazione israeliana, anche se il 61% pensa che l’attuale approccio non stia progredendo nell’obiettivo di liberare gli ostaggi.

Soltanto il 35,5% delle persone intervistate ha detto di essere «preoccupata» dalla situazione umanitaria a Gaza, mentre il 61,5% ha detto di non esserlo per niente, o solo in minima parte. L’80% ha detto di ritenere che l’IDF sia un esercito «morale».

Negli ultimi mesi, comunque, le critiche sui crimini commessi dall’esercito israeliano sono diventate più frequenti anche in Israele, anche per via di un parziale cambiamento nel modo in cui l’invasione e i bombardamenti sono raccontati sui media israeliani, finora presentati quasi esclusivamente dal punto di vista dell’IDF.

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Il piano per l’occupazione della città di Gaza è stato contestato dai paesi dell’Unione europea, da molti governi di paesi a maggioranza musulmana e di altri paesi del mondo. Solo il governo degli Stati Uniti, il principale paese alleato di Israele, non ha criticato le intenzioni di Netanyahu.