In una conferenza stampa, Benjamin Netanyahu non ha fornito veri dettagli sul piano per occupare la città di Gaza

(Abir Sultan/Pool Photo via AP)
(Abir Sultan/Pool Photo via AP)

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non ha fornito veri dettagli sul contestato piano del suo governo per occupare la città di Gaza, durante una conferenza stampa organizzata domenica pomeriggio contemporaneamente a una riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla stessa questione.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Netanyahu ha parlato di tempistiche «veloci», sostenendo di poter far evacuare le 800mila persone che ci vivono in pochi giorni. Ha poi detto che il piano è quello di lasciare la città di Gaza sotto il controllo di una «amministrazione civile», ma alla domanda di una giornalista non ha voluto indicare persone o organizzazioni precise, sostenendo di non voler compromettere la riuscita dell’operazione.

Per il resto, Netanyahu ha difeso il piano sostenendo sia l’unico modo per «concludere la guerra» e sconfiggere Hamas, e la migliore opzione per provare a liberare i 20 ostaggi che Israele ritiene siano ancora in vita. In questi giorni il piano era stato estesamente contestato sia dai leader europei sia all’interno di Israele, dove sabato si è tenuta una manifestazione antigovernativa a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone. Il piano è stato approvato contro l’opinione del capo dell’esercito Eyal Zamir e in generale di quasi tutto l’establishment di sicurezza e di intelligence.

La preoccupazione principale della comunità internazionale è come peggiorerà la già catastrofica situazione umanitaria delle persone palestinesi di Gaza, dove è in corso quella che un’organizzazione affiliata all’ONU ha definito una carestia, attribuita all’aumento delle operazioni militari e dei bombardamenti israeliani e alle rigidissime restrizioni imposte dal governo, che lascia entrare a Gaza pochissimi aiuti umanitari e beni essenziali.

Nella sua conferenza stampa, Netanyahu ha negato le responsabilità di Israele per la carestia a Gaza, sostenendo che sia Hamas a rubare gli aiuti: un’affermazione che non è sostenuta da prove, secondo due recenti indagini condotte da USAID, l’agenzia statunitense che si occupa di aiuti internazionali, e dallo stesso esercito israeliano.