Trump ha detto di aver ordinato lo spostamento di due sottomarini nucleari
Litigando sui social con l'ex presidente russo Dmitry Medvedev: non si sa se l'abbia fatto davvero

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha scritto sul social Truth di aver ordinato a due sottomarini a propulsione nucleare di andare «nelle regioni appropriate» durante uno scambio di accuse e minacce con l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, che oggi è vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo. Trump ha scritto di averlo ordinato «nel caso in cui queste affermazioni folli e incendiarie (quelle di Medvedev, ndr) siano più di questo».
Trump non ha detto dove pensa di far andare i sottomarini ma i media internazionali hanno interpretato la formula come l’invio in aree vicine alla Russia. Non tutti i sottomarini nucleari statunitensi sono armati con testate nucleari, ma era stato lo stesso Medvedev a evocare, nel contesto del litigio, le armi atomiche. Il New York Times ha scritto che è impossibile sapere se Trump ha davvero ordinato questa operazione perché i movimenti dei sottomarini a propulsione nucleare sono una delle informazioni che il Pentagono tiene più riservate.
Medvedev è uno degli esponenti più estremisti del governo russo e in passato aveva fatto spesso dichiarazioni propagandistiche e provocatorie, che per questo vengono riprese dai giornali nonostante abbia un ruolo in sostanza marginale nel regime di Vladimir Putin. Trump gli ha dato importanza, rispondendogli direttamente in questi giorni: anche per Trump non sono una novità le minacce verbali, anche se è la prima volta che fa riferimento alle armi nucleari statunitensi e che minaccia di muoverle.
Prima di arrivare al messaggio di Trump sui sottomarini, lui e Medvedev avevano battibeccato con una serie di dichiarazioni e post sui social. Trump gli aveva dato del «fallito» e Medvedev aveva risposto al suo nuovo ultimatum per un cessate il fuoco in Ucraina sostenendo che fosse «un passo verso la guerra». Il 28 luglio infatti Trump aveva accorciato a una decina di giorni l’ultimatum a Putin per terminare la guerra in Ucraina, dopo che il 14 luglio aveva dato alla Russia 50 giorni di tempo per accettare un cessate il fuoco, minacciando altrimenti pesanti sanzioni sia dirette che “indirette”, pensate cioè per colpire i paesi con cui è in affari.
Trump ha scritto nel suo post che: «Le parole sono molto importanti e possono spesso condurre a conseguenze indesiderate».
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