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  • Martedì 29 luglio 2025

Ora i 50 metri dorso, rana e farfalla hanno tutto un altro fascino

Sulla distanza più corta del nuoto non sono mai stati gare olimpiche: lo saranno dal 2028, e c’è chi non è d’accordo

La finale dei 50 metri farfalla, il 28 luglio a Singapore (Sarah Stier/Getty Images)
La finale dei 50 metri farfalla, il 28 luglio a Singapore (Sarah Stier/Getty Images)
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I 50 metri sono la distanza più breve delle gare di nuoto. La distanza con gare più aperte, che a seconda di casi e stili durano circa 25 secondi. Sebbene durino comunque più del doppio, i 50 metri stanno al nuoto così come i 100 metri stanno all’atletica leggera: sono la distanza più esplosiva e muscolare, dove già partire in modo non eccezionale significa rischiare di rovinarsi la gara.

Mentre i 50 metri stile libero sono un evento olimpico da oltre trent’anni, finora gli altri tre stili del nuoto – dorso, rana e farfalla – hanno avuto gare olimpiche solo da 100 metri in su. Le cose cambieranno dalle Olimpiadi di Los Angeles del 2028, dove tutti e tre gli stili avranno gare maschili e femminili sui 50 metri. Motivo per cui queste gare stanno ricevendo un po’ più attenzioni del solito ai Mondiali di nuoto di Singapore.

Il nuoto è sport olimpico dalla prima edizione, nel 1896 ad Atene: all’inizio tutte le gare erano in acque libere e solo dal 1908 si iniziò a farle nelle piscine. Fatta eccezione per una gara misurata in yards alle Olimpiadi di St. Louis del 1904, i 50 metri stile libero maschili e femminili debuttarono alle Olimpiadi del 1988 di Seul, in Corea del Sud, e da allora sono sempre rimasti come distanza minima del nuoto (anche ai Mondiali in vasca corta, in piscine lunghe 25 metri anziché 50, non c’è distanza più breve dei 50 metri). È però soltanto dal 2001 che ai Mondiali di nuoto ci sono gare sui 50 metri per tutti e quattro gli stili del nuoto, quindi anche di dorso, rana e farfalla.

La decisione di aggiungere i 50 metri per questi tre stili è stata presa dal CIO, il Comitato olimpico internazionale, nell’aprile di quest’anno, così da dare modo a nuotatori e nuotatrici di programmare per tempo le gare su cui prepararsi, e quelli in corso a Singapore sono i primi Mondiali da quando la decisione è stata presa.

A prescindere dallo stile in questione, i 50 metri sono peculiari: si decidono per pochi centesimi e durano meno di mezzo minuto, e possono essere interessanti anche per chi ha poca voglia di stare a seguire una gara lunga diversi minuti o, addirittura, diverse ore; ma sono anche gare talmente intense da perdere tutta la parte che riguarda la tattica, l’osservare quel che accade in altre corsie, l’impostare una parte di gara più o meno veloce, magari cambiando ritmo subito dopo una virata (che nei 50 metri non c’è).

– Leggi anche: Dubbi olimpici (o olimpionici?)

La decisione del CIO, ha scritto l’Équipe, ha fatto discutere: «Qualcuno ha fatto i salti di gioia, altri sono stati più circospetti». Il sito di settore SwimSwam ha commentato: «Sarà interessante vedere se i grandi nomi sapranno adattarsi o se emergeranno nuovi protagonisti capaci di costruire la propria leggenda in venticinque secondi o meno».

Può sembrare un cambiamento piccolo, ma allenarsi per una gara di 25 secondi o una di quasi un minuto fa una grande differenza. Nemmeno è semplice, per nuotatori e nuotatrici, incastrare tante gare (a loro volta divise in batterie, semifinali e finali) in pochi giorni, spesso addirittura nello stesso giorno.

Se l’arrivo dei 50 metri negli stili diversi dallo stile libero ha fatto di certo felice chi in queste gare eccelle, al contempo ha dato qualche pensiero in più a chi invece si concentrava sui 100 o sui 200 metri. C’è anche chi teme che l’aumentata importanza di questi 50 metri possa portare a una eccessiva specializzazione delle nuove generazioni, mentre in genere nel nuoto è piuttosto comune gareggiare su più stili e distanze.

In questo senso, i Mondiali in corso a Singapore sono una prima occasione per parlarne a bordo vasca, oltre che per vedere com’è la situazione a livello mondiale nelle distanze più brevi di rana, dorso e farfalla. Finora, per quanto riguarda le gare sui 50 metri, c’è stata solo la finale maschile di farfalla, vinta dal francese Maxime Grousset e con l’italiano Thomas Ceccon medaglia di bronzo. Le altre finali sui 50 metri (comprese quelle a stile libero) saranno tra mercoledì 30 luglio e domenica 3 agosto, ultimo giorno dei Mondiali.

Tra chi è felice c’è senz’altro la 22enne statunitense Gretchen Walsh, fortissima sulle brevi distanze e in particolare in vasca corta: motivo per cui, come ha scritto The Athletic, deve fare i conti con una reputazione da “bathtub swimmer”, nuotatrice da vasca da bagno. Si sono detti molto felici anche Adam Peaty, detentore del record mondiale dei 50 rana, e Sarah Sjöström, primatista mondiale nei 50 metri farfalla. Ma anche l’italiana Benedetta Pilato, che è stata primatista mondiale sui 50 metri rana. Pare invece non sia piaciuta a Thomas Ceccon, che pure nei 50 metri (sia dorso che farfalla) è tra i migliori al mondo.

Allargando la prospettiva oltre agli atleti, l’aggiunta di sei eventi di nuoto (tre maschili e tre femminili) alle Olimpiadi è anche un segno della rilevanza di World Aquatics, la federazione internazionale di nuoto: molte federazioni sportive vorrebbero aggiungere eventi e molte fanno persino fatica a difendere quelli che hanno. Alle Olimpiadi di Los Angeles il nuoto avrà 41 eventi, che diventano 53 se si considerano anche pallanuoto, tuffi, nuoto artistico e nuoto in acque libere. È parte del motivo per cui, specie in anni recenti, in cima alle classifiche di atleti e atlete in grado di vincere il maggior numero di medaglie durante una sola Olimpiade, spesso ci sono più nuotatori e nuotatrici. Semplicemente hanno più gare a disposizione in cui provarci.

– Leggi anche: Gli argenti dell’Italia ai Mondiali di nuoto