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  • Mercoledì 23 luglio 2025

Zelensky sta accentrando sempre più poteri?

La legge che riduce l’autonomia delle agenzie anticorruzione è solo l’ultima di una serie di misure che secondo i critici stanno indebolendo le istituzioni ucraine

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante una conferenza stampa a Kiev, lo scorso 4 giugno
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante una conferenza stampa a Kiev, lo scorso 4 giugno (AP Photo/Evgeniy Maloletka)
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Martedì il parlamento unicamerale dell’Ucraina ha approvato una legge che ha causato le prime grosse proteste contro il presidente Volodymyr Zelensky dall’inizio dell’invasione russa, più di tre anni fa. La legge è stata molto contestata sia per il modo in cui è stata presentata, con emendamenti che hanno stravolto il testo iniziale, sia soprattutto per i suoi effetti. La legge elimina infatti l’autonomia delle agenzie anticorruzione, sottoponendole a maggiore controllo politico, in una fase in cui Zelensky è già accusato dalle opposizioni e dai media di aver accentrato su di sé più poteri.

Il contrasto alla corruzione è un tema sentitissimo in Ucraina. Le agenzie nacquero come conseguenza delle proteste europeiste iniziate nel 2013, note come Euromaidan, che portarono alla fuga del presidente filorusso Viktor Yanukovich. È inoltre un tema centrale nel negoziato per l’ingresso nell’Unione Europea dell’Ucraina, che è paese candidato dal 2022: la legge rischia di compromettere questo percorso perché è in netto contrasto con le indicazioni della Commissione Europea: la presidente Ursula Von der Leyen ha chiesto spiegazioni.

In origine la legge aveva tutt’altro contenuto (era una modifica del codice penale per disciplinare le indagini preliminari durante la legge marziale, in vigore dall’inizio della guerra) ma come detto è stata cambiata all’ultimo, con una procedura accelerata. Gli emendamenti sono stati sostenuti dal partito di Zelensky, Servitore del popolo, e la loro principale conseguenza è mettere l’agenzia nazionale anticorruzione (Nabu) e la procura specializzata anticorruzione (Sapo), che finora erano indipendenti, sotto la supervisione diretta del procuratore generale: cioè di una figura indicata dal presidente e oggetto di una nomina politica.

La protesta a Kiev, il 22 giugno

La protesta a Kiev, il 22 luglio (Patryk Jaracz/SOPA Images via ZUMA Press Wire)

– Leggi anche: Le prime grosse proteste in Ucraina contro Volodymyr Zelensky

La legge aumenta i poteri del procuratore generale, assegnandogli prerogative che non aveva. Tra le altre cose gli consente di accedere ai fascicoli delle agenzie; di sottrarre loro indagini, di riassegnarle o addirittura di ordinarne la chiusura. Secondo i direttori di Nabu e Sapo così si vanifica la loro indipendenza, subordinando le attività all’autorizzazione del governo.

«Significa che l’ufficio di Zelensky potrà fermare le indagini con una telefonata», ha riassunto il giornale ucraino in lingua inglese Kyiv Independent, che in questi giorni ha accusato il presidente di una deriva autoritaria. L’attuale procuratore è Ruslan Kravchenko, considerato vicino a Zelensky.

L’autonomia delle agenzie anticorruzione è una delle condizioni poste dalla Commissione Europea per entrare nell’Unione. Nell’ultimo rapporto annuale sui progressi del paese nei negoziati, quello del 2024, la Commissione auspicava proprio un’espansione dei poteri investigativi di Nabu e Sapo, anche nei confronti di membri del parlamento, ed elogiava la loro indipendenza istituzionale: la legge approvata martedì, e firmata da Zelensky, ridimensiona entrambi questi aspetti. La popolazione ucraina è a favore dell’ingresso nell’Unione Europea e la legge è stata definita dai critici «un tradimento». Alcuni parlamentari hanno annunciato che faranno ricorso alla Corte Costituzionale.

Il parlamento ucraino durante la seduta del 17 luglio

Il parlamento ucraino durante la seduta del 17 luglio (AP Photo/Vadym Sarakhan)

Secondo Kyiv Independent il provvedimento è emblematico del tentativo del presidente «di indebolire le istituzioni democratiche per espandere il suo potere personale». Ce ne sono stati altri, anche recentemente, che sono stati criticati dagli attivisti e dalle opposizioni per la stessa ragione.

Anzitutto, la legge è stata approvata dopo una grossa operazione dei servizi segreti (Sbu) contro le agenzie anticorruzione.

Lunedì c’erano state vaste perquisizioni negli uffici della Nabu, peraltro condotte senza mandato e mentre i loro direttori erano all’estero. Sono state giustificate con la possibile presenza di infiltrazioni russe e un investigatore dell’agenzia era stato arrestato con quest’accusa. Secondo i media però l’operazione è stata anche un modo per intimidire l’agenzia, visto che una parte delle perquisizioni è stata motivata col pretesto di vecchie violazioni al codice della strada.

Due delle principali ong anticorruzione ucraine, Anti-Corruption Action Centre e Automaidan, hanno sostenuto che le perquisizioni siano state una ritorsione per le indagini nei confronti di alcuni alleati di Zelensky, e in particolare del vice primo ministro Oleksiy Chernyshov.

L'ombra di Zelensky durante il suo viaggio a Roma, per la conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina, lo scorso 10 luglio

L’ombra di Zelensky durante il suo viaggio a Roma, per la conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, lo scorso 10 luglio (AP Photo/Gregorio Borgia)

Chernyshov era stato incriminato per corruzione a fine giugno, però non è stato sostituito nel recente rimpasto di governo. Le opposizioni hanno criticato il rimpasto ritenendolo un ulteriore consolidamento del potere di Zelensky, come quello precedente nel settembre del 2024 e come il licenziamento del comandante in capo delle forze armate Valery Zaluzhny, avvenuto per contrasti col presidente. Secondo loro, infatti, il criterio per le nuove nomine è stato ancora una volta la fedeltà politica a Zelensky e al suo potente capo di gabinetto, Andriy Yermak.

In queste settimane ci sono stati altri casi. Il governo ha respinto la nomina, indicata da una commissione indipendente, del nuovo capo dell’Ufficio per la sicurezza economica, un’agenzia incaricata tra le altre cose di indagare sui reati dei funzionari e nell’amministrazione pubblica. Secondo i media, il governo l’ha rinviata con l’obiettivo di indicare un altro candidato, più gradito. Inoltre il governo è stato contestato per aver fatto perquisire, la settimana scorsa, la casa di Vitaliy Shabunin, il più noto attivista anticorruzione del paese e fondatore dell’Anti-Corruption Action Centre. Gli sono stati confiscati i dispositivi digitali. Shabunin ha definito le indagini politicamente motivate, come 59 ong che hanno firmato una lettera a Zelensky.

Nel discorso fatto nella notte tra martedì e mercoledì Zelensky ha eluso le proteste, ma ha detto di aver parlato con i dirigenti di Nabu e Sapo. Ha sostenuto che  «l’infrastruttura anticorruzione continuerà a lavorare, solo senza influenze russe», avvalorando la retorica del governo sulle perquisizioni. La legge marziale, la stessa per cui non si sono tenute nuove elezioni dopo la scadenza del mandato di Zelensky nel maggio del 2024 (impedite anche da ragioni di sicurezza), gli conferisce già poteri speciali: è possibile che il presidente abbia ritenuto questa fase, caratterizzata anche da migliorati rapporti con Donald Trump, favorevole per indebolire agenzie che identifica con la sua opposizione interna.

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