Quante copie vende Cose spiegate bene
Altri dati sulle vendite dei libri, e questa volta sui libri del Post (spoiler: sono bei dati)

Nel suo lavoro di informazione sui libri, sulla loro diffusione, sui fattori che ne determinano importanze diverse nel creare una conoscenza comune, il Post cerca spesso di riferirsi ai dati e alla realtà. Sapere quante copie vende un libro è importante sia per conoscere il suo impatto (e quindi come si forma la cultura condivisa) che per capire quali meccanismi facciano funzionare il mercato editoriale.
Se entriamo in una grande libreria, per esempio, vedremo esposti con maggiore visibilità soprattutto i libri che si vendono di più o che ci si aspetta che vendano di più: ma essere esposti con maggiore visibilità spesso aiuta i libri a vendere di più. E tra i libri che si vendono di più ci sono soprattutto autori e autrici che hanno notorietà televisive, per fare un altro esempio. Insomma, sono spesso fattori commerciali molto concreti a determinare la circolazione dei contenuti dei libri, ovvero a creare una parte importante della nostra “cultura”.
Tutto questo per dire che è utile tenere d’occhio i numeri, se si è interessati ai libri: e il Post lo fa spesso, riferendo i risultati di queste osservazioni. Qui avevamo fatto un bilancio sui dati di vendita di diversi libri nel 2024, qui avevamo studiato come vanno i libri dei politici. Oggi prendiamo due piccioni con una fava, come si dice, offrendo una nuova categoria di dati ma anche proseguendo il lavoro di condivisione dei risultati del Post e dei suoi progetti: e parliamo quindi dei numeri di Cose spiegate bene, pubblicato dal Post assieme all’editore Iperborea.
Cose spiegate bene è la rivista/libro trimestrale del Post, dedicata a un argomento diverso in ogni suo numero: ha da poco compiuto quattro anni, a settembre uscirà il quindicesimo numero, e possiamo dire senz’altro che ha avuto grandi apprezzamenti e diffusioni, assai superiori alle previsioni e all’esperimento che avevamo in mente quando pubblicammo il primo numero senza sapere ancora se ne avremmo fatto un secondo. Per dare uno standard di riferimento, l’ipotesi iniziale dell’editore era di stamparne 5mila copie, puntando – come avviene in questi casi – ad avvicinare le vendite il più possibile a quella cifra.
I primi due numeri di Cose spiegate bene (“A proposito di libri” e “Questioni di un certo genere”) risultano avere venduto finora quasi 28mila copie ciascuno. Il dato è sempre temporaneo per ogni tipo di libro, naturalmente: ma i numeri di Cose spiegate bene continuano a vendere nel tempo – hanno una “coda lunga”, si dice – per via della continuità dell’interesse sui temi relativi e della durevolezza dei contenuti.
I dati vanno brevemente spiegati. Le “copie vendute” dei libri non vengono conteggiate in tempo reale: gli editori sanno quante copie hanno distribuito alle librerie, ma per conoscere davvero quante copie sono state comprate da qualcuno servono molti mesi e consuntivi. Gli editori si servono quindi di una società che si chiama GfK, che raccoglie campioni di dati settimanalmente, basandosi in parte su informazioni reali, in parte su dati collaterali e in parte su estrapolazioni statistiche: da quei dati sono tratte per esempio le classifiche pubblicate dagli inserti culturali dei quotidiani. Quelli che citiamo qui sono quindi numeri che sommano i dati diffusi da GfK alle copie effettivamente vendute dal Post sul suo sito e ai suoi eventi pubblici (per ogni numero di Cose spiegate bene sono alcune migliaia, che GfK non conteggia).
Torniamo ai numeri di Cose. Hanno poi venduto tra le 15mila e le 20mila copie i tre numeri successivi di Cose spiegate bene (“Le droghe, in sostanza”, “E giustizia per tutti”, “La Terra è rotonda”), anche loro beneficiando del maggior tempo passato in libreria fino a oggi. Ma si avvicinano a raggiungere le 15mila copie anche due numeri più recenti, usciti alla fine del 2024: “Novecento” e “Quello che mangiamo”. I restanti numeri risultano avere venduto finora tra le 7mila e le 10mila copie: e intorno alle 5mila, finora, gli ultimi due usciti, i cui dati sono però quelli più parziali e in evoluzione. Il numero dedicato a spiegare i giornali (“Voltiamo decisamente pagina”) è quello che in proporzione ha venduto più copie sul sito del Post rispetto alle librerie, un terzo del totale. Il dato più basso è quello del numero sulle Olimpiadi (che scontava un periodo di interesse più limitato) di cui ci risultano vendute finora 6.583 copie: mentre il numero sul Natale si avvicina alle 10mila, e beneficia di una ciclicità annuale di interesse, malgrado il periodo breve.
Li trovate tutti qui, e naturalmente grazie a chi li ha comprati, letti, usati e fatti circolare. Dopo tanto parlare di numeri, non ci dimentichiamo che l’obiettivo principale è “spiegare bene” e provare a conoscere meglio le cose, anche attraverso questo progetto: e sfruttarlo anche con la qualità editoriale di cui sono capaci Iperborea e lo studio grafico Tomo Tomo che lo ha disegnato.


